I sei trucchi per affrontare l'incubo dell'esame di maturità, primo: vietato fingere di non avere l'ansia. Il catalogo
Per gestire l'ansia che tutti provano prima di un appuntamento così importante, fondamentale è non negarla e magari ammetterla proprio davanti agli esaminatori. L'effetto può essere sorprendente
Leggi più veloce
È partito il conto alla rovescia: l’esame di maturità incombe sospinto dall’ansia delle prove. Un’esperienza dall’impatto emotivo così dirompente da aver ispirato film, canzoni e libri e da restare indelebile nella memoria degli studenti. Per questo bisogna a sottolineare che sarebbe davvero “anormale” non essere ansiosi.
Il problema, infatti, non è l’ansia ma il modo in cui la si percepisce e la si gestisce. Infatti, l’ansia è il risultato di un’attivazione neuropsicologica che prepara il nostro organismo a ottimizzare le sue risorse e rendere così più probabile superare un esame o affrontare una minaccia.
Più neghi l’ansia, più peggiora
Più cerchi di reprimerla e di dissimularla, più peggiora. Per comprendere l’ansia e imparare a gestirla è utile partire dal presupposto che ogni situazione di cui non si può prevedere con certezza l’esito stimola nell’organismo una risposta d’allarme.
L’aumento del ritmo respiratorio e del battito cardiaco predispongono il corpo a sfruttare al massimo le proprie risorse fisiche e mentali per gestire il pericolo percepito; si tratta di segnali positivi, utili a far fronte alla situazione ma a volte vengono interpretati erroneamente e vissuti come negativi.
Prima regola
Non studiare da soli. Gli studenti più ansiosi e meno efficaci sono spesso quelli che studiano da soli, leggono e ripetono un paragrafo dopo l’altro a voce alta. Questo metodo, che non prevede la presenza di un terzo, disabitua la persona a dialogare sui temi di studio, non la aiuta a disporsi al ricevere domande e fa sì che il giorno dell’esame si sperimenti una eccessiva differenza tra il "leggere e ripetere ad alta voce" e l’esporre davanti al docente. Perciò trovare un compagno di classe dal quale farsi interrogare può essere un primo passo per ridurre l’ansia d’esame.
Seconda regola
Imparare a fare domande per apprendere le risposte. Un ottimo esercizio per limitare l’angoscia da interrogazione è addestrarsi a formulare domande sul programma di studio. Stilate di volta in volta un breve questionario su ciò che state studiando. Se sapere formulare domande pertinenti e complete siete sufficientemente padroni dell’argomento e meno esposti alla confusione e all’insicurezza da esame.
Terza regola
Dichiarare subito lo stato ansioso. “Mi scuso perché forse mi tremerà un po’ la voce ma è perché tengo molto a questa interrogazione”. Dichiarare l’ansia può avere effetti sorprendenti e inibire rapidamente il sintomo come, prima di tutti, ha scoperto Paul Watlzawick e lo ha prescritto ai suoi pazienti con notevoli risultati. Provare per credere.
Altri utili trucchi che aiutano ad affrontare il problema
- organizzare le giornate di studio lasciando qualche ora libera da dedicare a attività sportive o ai rapporti sociali; chiudersi in casa per studiare è inefficace e controproducente perché alimenta un’attenzione ossessiva sui sintomi alla lunga riduce la capacità di concentrazione;
- raccogliere quante più informazioni possibili sull’esame, intervistando persone che lo hanno già superato;
- concentrarsi unicamente sul presente, evitando di divagare su quello che si vorrebbe fare dopo: chi pensa troppo all’università o al lavoro che cercherà sta semplicemente fuggendo all’ansietà del momento presente e, così facendo, la alimenta pericolosamente.
Non resta che augurare un in bocca al lupo a tutti per l’esame di maturità, nella speranza che leggere questo articolo sia stato d’aiuto.