Emergenza smog: idee per la mobilità green contro gli inquinanti

di Stefania Elena Carnemolla

ll 94% degli italiani è preoccupato per la qualità dell’aria: è quanto emerge da un sondaggio di Lorien Consulting illustrato il 1° ottobre alla Camera dei Deputati da Legambiente in occasione della presentazione di Green Mobility: come cambiare la città e la vita, libro a cura di Andrea Poggi, responsabile mobilità sostenibile e stili di vita di Legambiente, sugli sviluppi tecnologici e le buone pratiche nel settore della mobilità elettrica.

Il trasporto ha, infatti, un ruolo fondamentale nelle politiche di riduzione delle emissioni e, quindi, degli inquinanti. Dal sondaggio è, ad esempio, emerso come il 10% sia contrario alla vendita, in futuro, di veicoli a benzina e diesel, l’8% a favore del blocco periodico del traffico, il 71% di incentivi per l’acquisto di mezzi non inquinanti, il 5% dell’aumento delle tasse sui mezzi inquinanti e i pedaggi in città. Il 28% sono, invece, coloro che hanno già sposato una nuova filosofia di mobilità: più pulita, intermodale e meno proprietaria (è il caso, ad esempio, del car sharing). Molti vivono in un ambiente urbano, sono colti, occupati e si muovono spesso, tanto da essere aperti a novità come le biciclette pieghevoli e la micromobilità elettrica – il 40% sarebbe, ad esempio, disposto a usare i monopattini elettrici pieghevoli qualora venissero regolamentati.

Quali misure, quindi, adottare per incentivare la mobilità sostenibile? La sfida che abbiamo di fronte” spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente “è davvero grande e ambiziosa: dobbiamo, infatti, fermare i cambiamenti climatici, ridurre un inquinamento che provoca conseguenze gravissime sulla salute, rendere più vivibili le città. Non ci basta qualche incentivo o qualche autobus elettrico”. Legambiente ha, pertanto, immaginato dieci misure antismog da introdurre in legge finanziaria per la promozione della mobilità sostenibile, tassando, contestualmente, inquinamento e spreco.

Le accise sui carburanti, ad esempio, dovrebbero essere proporzionali all’inquinamento. Legambiente fa l’esempio del gasolio, che nel 2019 costerà quanto la benzina: “È assurdo che lo Stato continui con minori tasse ad agevolare i diesel, salvo poi bloccarne la circolazione nelle città inquinate”.

Propone, quindi, un voucher di 1000 euro con cui rottamare la “vecchia auto” non per acquistarne una nuova - scopo è ridurre la “motorizzazione privata” - ma abbonamenti e biglietti del trasporto pubblico, servizi di sharing mobility, noleggio di mezzi e veicoli elettrici ed elettromuscolari, dalla micromoblità ai quadricicli leggeri: “Il voucher è regionale” spiega Legambiente “così come il malus che lo finanzia, costituito da un aumento del bollo sui veicoli più inquinanti e sui mezzi di lavoro, che oggi pagano pochissimo”.

La terza misura riguarda il sostegno alla mobilità sostenibile finanziato da aziende ed enti pubblici a favore dei dipendenti e dei loro familiari per un importo di 1000 euro l’anno per ciascun dipendente. La somma non costituirebbe reddito da lavoro e pertanto sarebbe esentasse. Legambiente parla anche della possibilità di utilizzare flotte aziendali in corporate sharing, auto, cioè, usate per lavoro, ma disponibili per la mobilità privata dei dipendenti.    

Come quarta misura Legambiente propone un’agevolazione IVA per la sharing mobility e le flotte aziendali elettriche usate come veicoli in condivisione anche per gli spostamenti privati dei dipendenti, con una detrazione del 100% per l’acquisto o noleggio di veicoli.

Un incentivo di 6000 euro potrebbe, invece, essere pensato per chi acquista un’auto elettrica, di 3000 euro, invece, se plug-in, come già accade in alcuni paesi europei, finanziato, spiega Legambiente, da “un aumento delle tasse d’acquisto proporzionale alle emissioni di CO2”, a costo zero con emissioni inferiori a 95 grammi di CO2 a km, dell’1% sino a 120 grammi, del 2% per le auto “più grandi e inquinanti”.

Incentivi, destinati a privati, locali pubblici, garage e simili, potrebbero riguardare le colonnine di ricarica, con una detrazione del 50% delle spese in 10 anni, come per le ristrutturazioni edilizie, ricorda Legambiente, che specifica come l’energia elettrica per la ricarica in “ambito pubblico” non dovrebbe essere “gravata di alcuna accisa”.

Un’ulteriore misura riguarda l’autotrasporto, con la richiesta di bloccare gli sconti fiscali per la trazione a gasolio: “Già del 2015” così Legambiente “si è smesso di finanziare i camions Euro2 e precedenti. Proponiamo di impiegare le stesse risorse a sostegno di una conversione graduale di tutto il trasporto pesante in biometano – GNL (gas liquefatto) e il trasporto leggero in elettrico”.

Un passo in avanti potrebbe essere rappresentato dalla possibilità di sottoporre monopattini, monoruota, hoverboard, skateboard, musculari, elettrici ed elettromuscolari, che costituiscono la micromobilità elettrica, a norme previste per le e-bike, con un loro uso, quindi, su marciapiedi, piste ciclabili, strade urbane e consentendone il trasporto gratuito sui mezzi pubblici, una soluzione a zero emissioni per “fare intermodalità con i mezzi pubblici”.

A chi usa o possiede un’auto elettrica dovrebbe, invece, essere concesso di “scambiare elettricità in rete, acquistarla quando si ha necessità di ricarica, venderla quando la rete ne ha bisogno”. Per Legambiente il contributo di questi veicoli potrebbe può essere “determinante” con la diffusione in rete di “piccoli impianti rinnovabili discontinui” come eolico e solare.

Infine, nei trasferimenti statali ai Comuni dovrebbero essere privilegiati quelli che si siano dati “piani sfidanti” come “mobilità basse emissioni, elettrificazione, smartless, quartieri car free, ridisegno spazio pubblico per privilegiare altre funzioni urbane”.

 

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