Alluvioni, trombe d'aria e roghi: cresce l'eco ansia. Sintomi e rimedi di un malessere sempre più diffuso
La paura di vivere in un mondo malato a causa dei cambiamenti climatici provoca crescenti sentimenti di ansia. Ecco come affrontarli
Giorgia Vasaperna la ragazza che ha pianto durante il suo intervento al Giffoni Film Festival dichiarando di soffrire di eco-ansia
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Grandine in piena estate, temporali violenti, trombe d'aria in città, caldo estremo anche in montagna, alluvioni improvvise: solo solo le ultime manifestazioni climatiche cui abbiamo assistito nelle settimane passate. Non sono episodi isolati o casuali, ma espressioni del cambiamento climatico che stanno incidendo sempre più anche sullo stato d'animo della popolazione mondiale. Alcuni di noi hanno sviluppato un senso di ansia e nervosismo che sfocia in una vera e propria condizione di malessere psicologico, definita eco ansia dagli specialisti del settore. Si tratta di un fenomeno recente che va di pari passo con l'esplosione della crisi climatica. Se fino a qualche anno fa i cambiamenti climatici erano considerati dei semplici timori di scienziati catastrofisti, oggi le cose sono cambiate perché in ogni angolo del Pianeta si manifestano fenomeni atmosferici estremi, con frequenza preoccupante.
Eco ansia, sintomi
Vedere le spiagge e i mari pieni di plastica, respirare aria malsana, leggere dei ghiacciai che si sciolgono o delle specie animali che si estinguono, assistere a una natura sempre più malconcia può causare stati di ansia e depressione in alcune persone, che si sentono impotenti di fronte alle numerose e costanti manifestazioni del cambiamento climatico. Vivono quotidianamente avvolte in una profonda sensazione di disagio e di paura al pensiero di possibili disastri legati all'aumento delle temperature globali, all'inquinamento atmosferico, alla perdita di biodiversità e a tutti gli altri numerosi problemi ambientali. Di consequenza manifestano stress, depressione, disturbi del sonno, aumento dell’aggressività, stati di ansia, sensi di colpa legati alle proprie scelte di consumo, senso di impotenza, attacchi di panico e spesso hanno il sistema immunitario indebolito.
I più soggetti all'eco ansia
A essere più colpiti sono i giovani, soprattutto se hanno già fragilità psicologiche, a cui si paventa una visione di futuro incerto che aumenta nel leggere notizie o vedere documentari sulle problematiche ambientali.Questa sensazione di malessere porta una percentuale sempre crescente di giovani a prendere decisioni importanti sulla propria vita, in primis quella di non fare figli per la paura che possano vivere in un mondo troppo inquinato. A essere a rischio di eco ansia ci sono poi tutte le persone la cui attività lavorativa è strettamente legata alle condizioni climatiche: gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori; le popolazioni indigene che toccano con mano gli effetti dello sfruttamento di risorse delle aree naturali in cui vivono; le persone residenti in zone colpite da calamità naturali che hanno subito la perdita di beni - a causa ad esempio di inondazioni, alluvioni, incendi - e che spesso sono colpite dalla sindrome da stress post traumatico a causa della perdita dei propri beni materiali e nei casi più gravi anche della vita di un caro. Avvenimenti drammatici che impattano sulla psiche. Alcune ricerche della Union of Concerned Scientists stimano che tra il 25 e il 50% delle persone che hanno subito le conseguenze di disastri meteorologici subiscono effetti sulla salute mentale, mentre stando ai dati dell’American Psychological Association i sopravvissuti a disastri naturali manifestano un aumento notevole di depressione, disturbo da stress post-traumatico, ansia e suicidio.
Come affrontare l’eco-ansia
Quando l'ansia legata ai temi ambientali influenza tempo ed energie della persona, è fondamentale ridurre l’esposizione a queste notizie durante la giornata. Di contro è bene impegnarsi in prima persona per contribuire ad arginare gli effetti del cambiamento climatico, ad esempio postarsi con i mezzi pubblici, acquistare locale, effettuare la raccolta differenziata, evitare di acquistare il superfluo, partecipare attivamente ad associazioni di volontariato e attivismo ambientale. Utili sono anche la meditazione, la mindfulness, la connessione con la natura, l'esercizio fisico all'aria aperta e il supporto sociale. Se tutto ciò non dovesse bastare occorre rivolgersi a uno specialista che fornirà gli strumenti adatti per uscire dall'eco ansia.
@freeda_it Durante il Giffoni Film Festival, Giorgia Vasaperna, una ragazza siciliana, ha espresso al ministro dell’ambiente, Gilberto Picchetto Frantin, la sua preoccupazione per il futuro del nostro pianeta e per il benessere del nostro ecosistema. L’ecoansia è un malessere psicologico che aumenta in connessione agli eventi climatici: si tratta di un problema diffuso, soprattutto tra le generazioni più giovani, tanto che l’OMS ha espresso la necessità di rispondere a questa condizione con interventi di supporto psicologico mirati. Le condizioni climatiche avverse di queste settimane, ci dimostrano ancora una volta quanto questa angoscia legata al nostro futuro sia tutt’altro che immotivata e quanto siano necessari degli interventi concreti per rivedere l’impatto che il nostro stile di vita ha sull’ambiente #Freeda #Ecoansia #GiffoniFilmFestival #Ambiente #CrisiClimatica #SaluteMentale #RiscaldamentoGlobale #MinistroAmbiente #Sostenibile Stories 2 - Danilo Stankovic