Ecco come si vive a Chamois, il borgo italiano che ha detto no alle auto
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Chamois, 26 ott. - (AdnKronos) - In Italia esiste un Comune che ha detto no alle auto, anzi: qui le automobili non sono mai entrate. E’ Chamois, la “Perla delle Alpi” incastonata ai piedi del Cervino a 1815 metri di altitudine, immersa nel paesaggio alpino della Valle d'Aosta. Un centinaio di abitanti e zero strade asfaltate: per raggiungere il paese e spostarsi, gli abitanti di Chamois utilizzano la funivia o si muovono a piedi percorrendo un’antica mulattiera.
Ma come si vive in un paese senza auto? “E’ come essere in paradiso”: parola di Francesca Vernazza, assessore al Turismo di Chamois che dal 1998 alla città ha preferito l’unico comune italiano su terraferma completamente chiuso alle macchine. “Sono nata a Genova ma ho scelto di far crescere i miei figli in questo paradiso - racconta all'Adnkronos - Vengo dal caos del traffico di città e devo dire che Chamois ti cambia la vita. Il rumore che mi sveglia la mattina è il suono delle campane e l’unico che si sente durante la giornata è quello della funivia, se si è nelle vicinanze”.
Isolati dal mondo? Gli abitanti di Chamois non la pensano così. “Chamois è sempre stato così, e nei secoli i residenti hanno voluto continuare nello stesso modo e preservare le caratteristiche del paese”. Le caratteristiche di un piccolo borgo alpino con le abitazioni in legno e pietra e le strette stradine che lo attraversano, immerso in una natura splendida. I servizi ci sono tutti, garantisce l’assessore al Comune: il medico viene ogni settimana e poi c’è la funivia che porta a Chamois che passa ogni mezzora, dalle 7 del mattino alle 22.25, con prolungamenti di orario in alcuni periodi dell’anno, ad esempio durante le festività, per permettere alle persone di muoversi con maggiore comodità. “Volendo, si arriva anche in aereo – aggiunge Vernazza - qui c’è un altiporto, tra i più alti d’Italia, che può essere utilizzato da piccoli aerei guidati da piloti di alta montagna”.
Un mezzo elettrico del comune garantisce i trasporti, lo smaltimento dei rifiuti urbani e la filiera alimentare avvengono tramite una teleferica parallela alla funivia. Tutto perfetto, quindi? “Il problema sono i giovani, quelli che si fanno una famiglia preferiscono ‘scendere al piano di sotto’, per questo stiamo cercando di trovare delle soluzioni per farli rimanere a Chamois, altrimenti il paese rischia di morire”, aggiunge l'assessore.
Anticamente basato su un’economia prevalentemente agricola, oggi a Chamois restano piccole colture, qualche allevamento e produttori di formaggi tipici della Valle d’Aosta. La grande risorsa è il turismo e conta su un albergo 4 stelle con centro benessere, un rifugio alpino, un ostello, due b&b, un affittacamere. “Siamo belli sia d’inverno che d’estate - sottolinea Vernazza - qui si possono fare passeggiate con le ciaspole e con le bici, sciare e fare snowboard, seguire i tracciati di sci-alpinismo”. Ora poi “c’è anche un tentativo di produrre orzo per fare la birra, questo è stato il primo anno in cui siamo riusciti a ottenere una quantità di orzo sufficiente e quindi potremmo riuscire ad avere la ‘Birra di Chamois’”.