Greta Thunberg e Papa Francesco, l'alleanza che non ti aspetti. La scelta della Caritas
Sulla scia dell’enciclica del papa Laudato Si’, per la Giornata del Creato interessanti iniziative del Movimento Cattolico Mondiale sul clima per disinvestire dai combustibili fossili. Tra i primi in Italia l’esempio di Caritas.
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Mentre Greta Thunberg sbarcava a News York per prendere parte alle iniziative ONU per la difesa del clima, la Caritas italiana ha reso pubblico di essersi disimpegnata a disinvestire totalmente (proprietà, azioni, fondi misti combinati contenenti azioni, obbligazioni societarie e ogni altra attività) da qualsiasi Compagnia di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale).
In particolare dalle 200 società quotate in borsa che detengono la maggioranza delle riserve di combustibili fossili. Una iniziativa non isolata dal momento che stanno realizzandola tanti altri organismi e realtà che aderiscono al Movimento Cattolico Mondiale per il Clima.
Questo Movimento è un network internazionale di individui ed organizzazioni Cattoliche che intendono rispondere all’appello per la cura del Creato di Papa Francesco nella Laudato Si’. Fondato nel 2015 conta adesso più di 400 organizzazioni membri e migliaia di cattolici che agiscono attraverso campagne innovative per mettere in pratica l’enciclica del papa. E’ noto che questa enciclica, ormai celebre, presenta clima e questione sociale strettamente collegate.
“Salvaguarda il creato e tutti coloro che lo condividono impegnando la tua istituzione a disinvestire dai combustibili fossili” è l’obiettivo primario che viene promosso in tre modi concreti: “ Liberati di tutti i tuoi investimenti in combustibili fossili. Impegno vivamente consigliato. Liberati di una parte dei tuoi investimenti in combustibili fossili. Se non disponi di alcun investimento in combustibili fossili, impegnati a non effettuarne in futuro”. Gli impegni devono essere attuati entro 5 anni.
Nel corso dell’anno il Movimento ha preso parte attiva a diversi appuntamenti sul clima e prenderà parte il prossimo 23 settembre al summit sul clima delle Nazioni Unite convocato dal segretario generale Antònio Guterres sul tema “Una gara che possiamo vincere. Una Gara che dobbiamo vincere”. Il summit si propone di far avanzare l’azione sul clima ai più alti livelli di governi ed industrie, focalizzandosi sulla transizione energetica, finanziamento per il clima, carbon pricing, transizione industriale, soluzioni basate sulla natura, azione locale e cittadina, e resilienza.
L’annuncio della campagna per i disinvestimenti dai combustibili fossili a livello internazionale sarà dato in occasione dell’evento Financing the Future (10 - 11 Settembre 2019) che si terrà a Città del Capo, in Sudafrica. Il valore simbolico del gesto, considerato profetico, viene paragonato con il movimento di disinvestimento anti-apartheid.
Come il disinvestimento dalle Compagnie che hanno investito o hanno intrattenuto rapporti commerciali con il regime dell'apartheid in Sudafrica è stato uno strumento per smantellare l’apartheid, così – si lascia intendere dai promotori dell’iniziativa - il disinvestimento dai combustibili fossili è uno strumento per contrastare la crisi climatica che sta danneggiando in maniera ingiusta le popolazioni più povere e vulnerabili che hanno contribuito ad essa in maniera minore.
Tra i tanti leader internazionali che sostengono l'evento, vi è anche Monsignor Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo e Presidente della COMECE (Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea). Parecchi sono gli episcopati nel mondo sensibili ormai alla questione ambientale. E da 14 anni anche l’episcopato italiano in occasione della Giornata per la Custodia del Creato dell’1 settembre diffonde un messaggio.
Tema di quest’anno è la biodiversità da custodire. “La Giornata per la Custodia del Creato è allora quest'anno per la Chiesa italiana – si legge all’inizio del messaggio episcopale - un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca. Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa – fino al calore del Mediterraneo”.
E’ singolare che proprio quest’anno sembra realizzarsi una sensibilità visionaria di Francesco su cui il papa gesuita ritorna spesso immaginando un’alleanza tra generazioni, tra giovani e anziani, per un futuro migliore.
“Da un po’ di tempo porto nel cuore un pensiero. Sento – ha ripetuto in diverse circostanze - che questo è ciò che il Signore vuole che io dica: che ci sia un’alleanza tra giovani e anziani. Questa è l’ora in cui i nonni devono sognare, così i giovani potranno avere visioni. Ne ho avuto la certezza meditando il libro del profeta Gioele, dove si dice: «Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni».
Un richiamo buono per la Chiesa, ma anche per la società in generale dove giovani e anziani più che ascoltarsi propendono a competere o ignorarsi. Gli anziani parlano molto dei giovani, ma poi faticano a valorizzarne la voce e cambiare le cose. I giovani spingono e tendono a spazzare via gli anziani. L’interesse e l’ascolto che anche a livello alto delle istituzioni nazionali e internazionali si sta manifestando per l’assennata e determinata Greta sul clima, è un segnale che potrebbe essere moltiplicato portando alla normalità da parte degli adulti, la partecipazione dei giovani a decisioni importanti per il futuro dell’umanità.