Diabete infantile, boom di casi in Italia: la decisione della Camera. Le cause e il rimedio che potrebbe ritardarne l'insorgenza
L’Europa attende l’approvazione del monoclonale che ritarda l’insorgenza della malattia: si tratta del primo farmaco in grado di ritardare dai 3 ai 5 anni l'insorgenza del diabete di tipo 1 nei bambini
Il diabete sta diventando sempre più un problema sanitario globale. Il numero delle persone che sviluppa tale condizione è in continuo aumento, anche tra i giovanissimi. Almeno 20mila i bambini e i ragazzi che convivono con la patologia metabolica cronica autoimmune, nella quale il pancreas non è più in grado di produrre insulina: è la malattia endocrina più frequente in età pediatrica., e i casi aumentano di anno in anno. Pochi giorni fa anche l’Aula della Camera ha espresso il proprio interessamento alla questione dando il via libera (quasi all’unanimità) alla definizione di un programma diagnostico per l'individuazione del diabete di tipo 1 (come anche della celiachia) nella popolazione pediatrica. La proposta di legge punta a definire un programma di salute pubblica di diagnosi tramite screening destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, individuata nel range di età dagli 1 ai 17 anni, per identificare i soggetti a rischio. Grazie alla diagnosi precoce, infatti, si spera si possano ridurre le numerose complicanze, alcune delle quali potenzialmente mortali, derivanti dalla malattia.
Che cos'è il diabete
Il diabete mellito, o più semplicemente diabete, è una patologia scatenata dall’aumento dei livelli di zucchero nel sangue (glicemia). Il termine mellito deriva dal fatto che le urine diventano “dolci” a causa della grande quantità di glucosio eliminato dall’organismo. Alla base della comparsa del diabete c’è una insufficienza più o meno grave nella quantità d’insulina prodotta dal pancreas, oppure uno scorretto funzionamento biologico dell’ormone che non riesce più a controllare bene i livelli di glicemia. Esistono diversi tipi di diabete, che vengono classificati in base ai livelli alti di glicemia.
- diabete di tipo 1 (insulino-dipendente);
- diabete di tipo 2 (non-insulino-dipendente);
- diabete gestazionale;
- diabete monogenico (MODY, maturity-onset diabetes of the young)
- diabete secondario ad altra patologia (dovuto a malattia del pancreas o dall’uso di farmaci come il cortisone)
Il diabete di tipo 1 rappresenta appena il 5/10 per cento dei casi - circa 22milioni in tutto il mondo -, e colpisce per lo più bambini e ragazzi (440mila) di età inferiore ai 14 anni, con due picchi di incidenza: uno attorno ai 5 anni e uno più importante tra i 10 e i 12 anni, durante lo sviluppo puberale. Le diagnosi mostrano che è in atto una vera e propria emergenza, con numeri che aumentano annualmente del 3 per cento.
I sintomi del diabete di tipo 1
All'esordio del diabete si ha un aumento della frequenza delle minzioni e della quantità di urine emesse e la madre può essere turbata soprattutto dal fatto che il bambino si svegli sempre più spesso di notte per urinare. Un altro sintomo da non sottovalutare è rappresentato dall'improvviso dimagrimento. Dunque, all'esordio i sintomi sono sete intensa e frequente bisogno di urinare; perdita di peso rapida, nonostante la fame aumentata; perdita di zuccheri nelle urine (glicosuria). Nella fase più avanzata e più grave si arriva inoltre a manifestare respiro pesante e faticoso; alito acetonemico (con odore di mele marce o vinoso); stanchezza; stato soporoso; perdita di coscienza.
- aumento della quantità di urine
- aumento della frequenza con cui i bambini fanno pipi;
- sete eccessiva;
- fame smisurata (spesso) associata a perdita di peso
- respiro pesante e faticoso;
- alito acetonemico;
- stanchezza;
- perdita di coscienza.
Questi sintomi dovrebbero portare un genitore a rivolgersi tempestivamente al pediatra o in alternativa al medico di famiglia.
Le cause
Alla base dell’insorgenza della malattia c’è in primis una predisposizione genetica. I geni HLA espongono da soli ad un rischio (e non certezza di sviluppare la malattia) del 50 per cento. Anche i fattori ambientali possono contribuire a innescare la risposta immunitaria che genera il diabete di tipo 1. Difficile però identificare i fattori ambientali coinvolti.
Come diagnosticarlo
La diagnosi di diabete si fa attraverso semplici esami del sangue, anche attraverso l'analisi di una semplice goccia di sangue o un campione di urine.
Non è possibile attuare alcun tipo di prevenzione
Allo stato attuale non esiste alcun tipo di “prevenzione” possibile. I soggetti a rischio sono identificabili con un semplice prelievo di sangue. L’ospedale San Raffaele è l’unico Centro italiano che sta partecipando ad uno degli studi più grandi e noti del mondo che si chiama TrialNet ad oggi però sono possibili solo protocolli sperimentali, l’efficacia dei quali deve essere ancora dimostrata.
Come si cura
La terapia si basa sulla somministrazione di insulina integrata in una programma nutrizionale e di attività fisica individualizzata.
Un monoclonale potrebbe ritardare il diabete giovanile
E' in fase di revisione dalle autorità di regolamentazione dei medicinali nell'Unione Europea (Ema) il primo farmaco in grado di ritardare dai 3 ai 5 anni l'insorgenza del diabete di tipo 1 nei bambini. L'approvazione, pochi mesi fa negli Stati Uniti, di anticorpo monoclonale al cui sviluppo ha contribuito la ricerca italiana ha aperto la strada ad il suo utilizzo anche in Europa. L'immunoterapia, con teplizumab, è stata approvata dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA) e sembrerebbe in grado di rallentare la distruzione di β-cellule. Per i diabetologi "si apre una nuova era, sia dal punto di vista scientifico che di quello della sanità pubblica". Per la prima volta, chiarisce Lorenzo Piemonti, direttore del Diabetes Research Institute dell'Irccs Ospedale San Raffaele, "abbiamo la possibilità di intervenire in una fase precoce, prima che compaia la malattia clinica. Si tratta di una delle novità più importanti nel campo".