Dalla birra per produrre più latte al bagno in mare: gravidanza e falsi miti

Dalla birra per produrre più latte al bagno in mare gravidanza e falsi miti
di Stefania Elena Carnemolla

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Anche la gravidanza e il post-gravidanza, momenti particolari della vita di una donna, vivono di falsi miti. Li ha raccolti l’ Istituto Superiore di Sanità in ISSsalute, il primo portale istituzionale dedicato interamente ai cittadini per una corretta informazione in ambito sanitario. Il portale, di pari passo con i tempi, contiene anche una sezione su falsi miti e bufale, come quelli sulla gravidanza e i momenti successivi alla nascita.

Uno di questi falsi miti vuole che una donna incinta non possa fare il bagno al mare (o in piscina) “per paura che lo sbalzo termico possa far male al bambino”. Un falso mito, spiega il portale, che continua ad imperversare su “vari forum on line di carattere generalista, non scientifico, in cui si condividono preoccupazioni ed esperienze, oltre ai classici consigli della nonna”. La verità è che anche durante la gravidanza si può fare il bagno e che si può anche nuotare: come dimostrato da diversi studi, ricorda il portale, l’attività fisica in questa fase della vita di una donna, purché svolta “in modo corretto”, ha “effetti positivi” sulla salute della madre e del nascituro. Il nuoto, ad esempio, può essere molto utile per la donna in gravidanza poiché “riduce la gravità alleggerendo il carico per le articolazioni di schiena e arti e fornisce una leggera resistenza che favorisce la circolazione ed il ritorno venoso. Lo stile rana potrebbe risultare più semplice per chi ha il pancione”. Con una raccomandazione: non strafare, lasciare all’organismo di “acclimatarsi”, evitare le ore più calde, preferendo una nuotata “al mattino presto o nel pomeriggio inoltrato”.  

Un falso mito riguarda il latte. Ci sono, ad esempio, donne che pensano che bevendo birra produrranno più latte, quando, invece, sono molti gli studi che hanno smentito il ruolo del luppolo e del malto nell’aumento della produzione di latte. “Dopo il parto” spiega il portale “la montata lattea accade fisiologicamente, mentre il mantenimento della produzione di latte si ha soprattutto in risposta alla suzione del bambino. Allattare il piccolo con frequenza e regolarità in risposta alle sue necessità, senza seguire orari dittatoriali, è il miglior modo di mantenere una buona produzione di latte. Non esistono alimenti presunti induttori della produzione di latte”. Il portale ricorda, inoltre, come la produzione della quantità di latte necessaria alle “esigenze nutritive del bambino” sia influenzata da fattori come l’inizio dell’allattamento, il numero delle poppate e l’assunzione di farmaci: “È noto che dopo la nascita il neonato va attaccato spesso al seno consentendo lo svuotamento e la produzione di successivo latte: più il bambino succhia, più latte si produce. Se, invece, il latte rimane nel seno, c’è inibizione della produzione”.

La birra, dal canto suo, non solo non fa aumentare la produzione di latte, ma ne è sconsigliato l’uso a causa della presenza di alcool e questo vale non solo durante l’allattamento, ma anche durante la gravidanza: “se la mamma beve alcol” ricorda il portale “il bambino beve con lei! Sono noti gli effetti dannosi dell’alcol anche durante la gravidanza poiché nel feto, che non è in grado di eliminarlo, può provocare danni ai tessuti in formazione (cervello, fegato) e può determinare neonati di basso peso. In Italia, purtroppo, il 25% delle donne in gravidanza consuma bevande alcoliche”.

Un altro falso mito riguarda, per l’appunto, l’allattamento, con la sottovalutazione che ciò che si mangia passa nel latte e dal latte al neonato. Durante l’allattamento, ricorda il portale, “l’alimentazione della madre deve essere corretta poiché può comportare dei rischi per il lattante. Tra le raccomandazioni principali ricordiamo soprattutto di non bere alcool in quanto esso, arrivando al bambino attraverso il latte materno, può danneggiare soprattutto il sistema nervoso e di limitare il consumo di cibi che possono essere contaminati da sostanze tossiche, come il mercurio che può essere presente in elevate quantità in alcuni pesci (ad esempio pesce spada e aguglia imperiale). Possono, invece, essere consumati alimenti a torto ritenuti pesanti per i lattanti quali aglio, cipolla, legumi, cavoli, carciofi e verdure varie. Con il consumo di questi alimenti il lattante si abitua ad una varietà di sapori ed al momento dello svezzamento gli sarà più facile accettare nuovi cibi”.

Un altro mito da sfatare riguarda l’equivalenza tra latte artificiale e latte materno, ciò che riporta all’importanza dell’allattamento al seno. “Il latte materno” spiega, infatti, il portale “rappresenta il miglior alimento per i neonati perché contiene tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita come, per esempio, alcuni acidi grassi polinsaturi, proteine e ferro assimilabile. Inoltre, contiene anche sostanze bioattive e immunologiche che non si trovano nei sostituti artificiali e che, invece, sono fondamentali sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali, sia per favorire lo sviluppo intestinale”. Il latte materno, ricorda ancora il portale, riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti, il rischio di sviluppare allergie, quello della morte in culla, di obesità in età adulta, protegge dalle infezioni respiratorie, migliora la vista, lo sviluppo psicomotorio e quello intestinale. Allattare, inoltre, fa bene alla madre, proteggendola “dal tumore al seno, alle ovaie e dall’osteoporosi in età avanzata”.

 

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20/03/2018
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