Dagli occhiali in lana di pecora ai jeans invecchiati nella paglia: gli Oscar Green
Leggi più veloce
Tra i vincitori dell’ultima edizione di Oscar Green, il concorso di Giovani Impresa di Coldiretti che premia le idee innovative dei giovani agricoltori, c’è la pugliese Fabiana Fassi per il suo orto internazionale gestito da rifugiati e dove viene praticato il co-living contadino che coinvolge gruppi sociali provenienti da diverse aree del mondo. L’idea ha vinto il premio nella categoria Agri You. Qui, dove fino a pochi anni fa c’era “uno dei tanti relitti architettonici abbandonati del sud” e dove sorgeva una comunità di recupero per tossicodipenendti “divorata dalla vegetazione e dall’incuria”, Fabiana Fassi ha creato Luna, il suo laboratorio rurale dove vengono riscoperte antiche colture come la canapa, lo zafferano ed erbe aromatiche e dove si pratica anche yoga, si organizzano concerti, si beve in compagnia un caffè nell’orto, si scambiano vestiti usati, si insegna musica e, ai bambini, a conoscere la natura.
Pugliese è anche Donato Mercadante, dell’azienda agricola Masseria la Calcara, premiato per la categoria Fare Rete, per i primi occhiali contadini in lana di pecora creati in collaborazione con Pecore attive, start-up di Filippo Clemente, con cui erano già nati portavasetti, pantofole e gomitoli colorati. Gli occhiali, dal design moderno e in lana ricca di fibre “garantita dai lunghi pascoli e da un mix di foraggio a secco che restituisce all’animale benessere e un prezioso nutrimento”, hanno fasce di lana intarsiate dentro una struttura in acetato, mentre i colori sono quelli naturali del vello di pecora.
Il campano Vito Pagnotta è, invece, il vincitore della categoria We Green per il suo jeans invecchiato nella paglia e “strofinato costantemente” per consumarlo e dargli un “tocco vintage” e che non viene sottoposto a trattamenti o lavaggi. Il tessuto è lavorato con una macchina da cucire giapponese a pedale che non usa energia elettrica.
Dalla Campania in Liguria, dove a Savona Davide Busca ha ideato, con altri tre amici, il primo take-away marino, vincitore della categoria Campagna Amica, con l’aperitivo servito direttamente in barca. Pensato in un’ottica anti-spreco, il take-away viene fatto con il pesce di scarto che molti pescatori rinunciano a portare a terra. Da questo pesce “povero” nascono, così, hamburger, fritture miste in cono, bottarghe, salatura di acciughe ed insaccati.
Vincitore della categoria Crea il lombardo Stefano Chiesa che ha inventato, alternativa a quelle sintetiche, una biovernice ricavata dalla buccia di pomodoro con cui verniciare dall’interno le latte alimentari. L’idea sembra piacere tanto che alcuni paesi hanno già “manifestato l’interesse di affrancarsi dalla vecchia latta”, mentre in futuro la biovernice al pomodoro potrebbe diventare anche uno smalto naturale per le unghie.
Inventore di Geoessence, sale in spray aromatizzato, è l’abruzzese Emanuele Grima, vincitore della categoria Impresa 2.terra. Il sale, con il 70% in meno di sodio, è un bouquet di spezie o erbe aromatiche nato in un laboratorio campagnolo tra “alambicchi e vapori” dove “le erbe aromatiche diventano oli essenziali che si traducono in prodotti iposodici e nutraceutici” cioè “con basso contenuto di sodio e con elevate capacità antiossidanti, antitumorali e antidegenerative”. Spruzzandolo sulle pietanze si ha di volta in volta il profumo del pepe, del rosmarino o delle spezie con cui si vuole condire un piatto. Il sale in spray, ideale per chi soffre di ipertensione e disturbi cardiovascolari, ha solleticato gli appetiti di case farmaceutiche e prodotti nutraceitici che hanno già “bussato alla porta” di Geoessence. Infine, una curiosità: l’olio contenuto nella boccetta spray non è quello che normalmente si ottiene lasciando macerare l’erba aromatica, ma quello che “secerne la pianta stessa, ottenuto per distillazione per una vita olfattiva molto lunga”.
Tra le idee finaliste, accanto ad una stalla hi-tech, vendita di prodotti dell’orto a domicilio, affettato superleggero di coniglio, una scuola di musica contadina, arte del giardinaggio come riscatto sociale, prodotti a base di lentisco, noto elisir di lunga vita, c’è Papilbò, un papillon ricavato dal legno delle botti dismesse, impreziosito da stoffa e dai colori sgargianti od eleganti. L’originale accessorio nasce in Toscana da un’idea di Giacomo Satta, che viene dal mondo delle cantine, e di Federico Socci, che viene, invece, da quello artigiano e che ha un fratello falegname ed una madre sarta.
In Calabria Pasqualina Tripodi, altra finalista, ha creato, invece, Pasly, i gioielli d’Aspromonte, monili ricavati da un nocciolo, da una pigna, da un rametto, da cera d’api, cortecce, frutta e foglie.
Il lucano Rocco Giannonte, della cooperativa agricola Predium, ha invece pensato al benessere creando un cuscino con granella di cereali e lavanda. Il cuscino, in sostituzione dei benefici della borsa d’acqua calda, può andare nel microonde, questo perché i semi di cereali assorbono il calore, rilasciandolo lentamente, da qui l’idea di impiegarlo nella termoterapia. Il cuscino funziona allo stesso modo con il freddo: lo si può mettere in freezer e utilizzarlo per una seduta di crioterapia. A seconda che sia caldo o freddo, il cuscino ai cereali e lavanda aiuta a decontrarre i muscoli, abbassare la febbre, riscaldare il letto. In arrivo si dice ci sia anche il “cuscino della salute pet”, pensato per i cuccioli di casa.
Per gli amanti della melagrana da consumare anche quando si passeggia, in casa, in ufficio e dopo aver fatto sport, il veneto Andrea Barbetta e il suo team hanno inventato Super food snack, “tanti chicchi di melograno freschi, sgranati e pronti da mangiare”, con l’imballaggio in bioplastica ricavata dal guscio con ancora gli scarti dei chicchi.
Il marchigiano Mattia di Nicolò, che ha lasciato l’archeologia per la campagna, ha creato Biochar, un “carbone magico” ottenuto dalla combustione degli scarti agricoli come residui di potatura o di stoppie, da usare come concime per gli ortaggi. L’idea è quella di una spugna che “trattiene le sostanze nutritive nel terreno mantenendole a disposizione delle piante e incidendo in questo modo sul sapore dei prodotti”, tanto che, spiegano gli organizzatori di Oscar Green “non è sbagliato sostenere che l’ortaggio si nutre di se stesso grazie al potenziale nutritivo del carbone vegetale”, con lo speciale concime, frutto dell’agricoltura rigenerativa, pensato per dire “basta” a “fitofarmaci, concimi chimici, nitrati o nitriti”.
In Piemonte Fabrizio Agosto ha riscoperto la tradizione del tetto di paglia, creando, dopo aver girovagato per le Alpi, un tetto di paglia antisismico, buono anche come isolante termico e se, costruito con la giusta pendenza, resistente al dilavamento dell’acqua e ideale per far scivolare la neve. Il tetto, interamente ecologico, si ottiene con la segale coltivata vicino all’abitazione di cui si vuole costruire la copertura. Una volta tagliata e lavorata, la segale viene collocata sul telaio. “Fabrizio” spiegano gli organizzatori di Oscar Green “insegna la tecnica che chiude la filiera dalla semina della segale, al taglio, fino alla realizzazione dei fasci, i covoni rigorosamente legati a mano, con la parte appunto meno nobile, ovvero la paglia. Quindi la battitura per eliminare la granella che va alla macinazione, la pettinatura per una ulteriore selezione, la pareggiata e la posa del tetto vero e proprio”.
Abbiamo parlato di:
Giovani Impresa – Coldiretti Website Twitter Facebook Google+
Oscar Green Website