Curare l’acne e i suoi disturbi al riparo da falsi miti e bevande miracolose
Acne, che fastidio! Come curarla e a chi rivolgersi? I metodi alternativi, anche quelli naturali, funzionano davvero tutti? I pericoli della pseudo medicina
No, dentifricio e bicarbonato non curano i brufoli, un falso mito ricordato da ISSalute, portale dell’ Istituto Superiore di Sanità pensato per la salute del cittadino: “Applicare una piccola quantità di dentifricio sui brufoli da trattare illudendosi di seccarli, di eliminare impurità e sperando di raggiungere concreti benefici, è del tutto errato, nonché dannoso. Oltre, infatti, a non migliorare la situazione, l’utilizzo del dentifricio, specialmente se prolungato, potrebbe ulteriormente danneggiare la pelle già irritata dall’acne. L’illusione di un miglioramento nasce forse dalla sensazione di leggero bruciore dovuta all’applicazione del dentifricio sulla pelle, che potrebbe far pensare ad una sua azione curativa sul brufolo. Nulla di tutto questo! Il dentifricio e la sua composizione chimica nascono per cercare di raggiungere utili risultati solo nel campo dell’igiene orale e non certo per essere utilizzati in altri settori come la cura dell’acne. Inoltre, la composizione del dentifricio potrebbe al contrario contenere sostanze non solo non curative, ma addirittura irritanti per la pelle con conseguente peggioramento della situazione.
Anche il bicarbonato viene spesso erroneamente scelto, in quanto prodotto economico e semplice da usare, come terapia casalinga e naturale per curare l’acne. La convinzione che asciughi i brufoli, riduca il sebo in eccesso, abbia proprietà antinfiammatorie e antisettiche in realtà non è scientificamente provata, anzi a volte il suo utilizzo può aumentare il rossore e l’irritazione della pelle”.
Acne e bevande miracolose
C’è chi per curare l’acne si spinge oltre, lasciandosi affascinare da prodotti, in realtà pericolosi per la salute, venduti come miracolosi. Parliamo del Miracle Mineral Solution o Miracle Mineral Supplement o più semplicemente MMS, una vecchia conoscenza dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità e, in Italia, del Ministero della Salute, che lo scorso luglio ha emanato l’allerta con una circolare, dei NAS, i nuclei antisofisticazioni e sanità dell’ Arma dei Carabinieri e dell’ Agenzia Italiana del Farmaco. Il suo inventore, Jim V. Humble, un passato nel settore aerospaziale e in quello minerario, dice di aver scoperto una bevanda contro la malaria dopo un viaggio in Guyana, in Sud America, di averla perfezionata al ritorno, di averla, quindi, spedita ad alcuni amici in Africa, di essere andato in Africa invitato da alcuni missionari per curare la malaria, di aver curato personalmente con la sua bevanda oltre 2000 persone colpite da malaria con altre 75.000 e più curate da quelli che aveva addestrato. Un video del dicembre 2012, diffuso da Jim V. Humble e i suoi seguaci, spiega che 154 casi di malaria sarebbero stati curati in Uganda dagli operatori della locale Croce Rossa, che compaiono nel video mentre curano i malarici con la pozione.
Alla bevanda di Jim V. Humble molti altri s’affidano per curare anche raffreddore, influenza, cancro, tubercolosi, autismo, Aids, epatite, morbo di Crohn, asma, bronchite, enfisema, sclerosi multipla, febbre dengue, tachicardia, forfora, chikungunya, legionella e, per l’appunto, acne. Una pseudo-scienza e falsa medicina, com’è stata definita, veicolata anche dal libro di Jim V. HumbleThe Miracle Mineral Supplement of the 21st Century. Il prodotto è commercializzato, così come i libri di Jim V. Humble, dall’organizzazione Genesi II Church of Health & Healing, una chiesa-non-chiesa per la salute e la guarigione, attraverso il suo sito e altri siti collegati. Partecipano al commercio anche altri siti, fra cui famosi siti di e-commerce. Ad amplificare la sua fama i social, dove esistono pagine e gruppi dedicati alla bevanda miracolosa. Un meccanismo classico: non ci si rivolge alla medicina e ai medici, ma ai social, con la certezza di trovarvi chi condivide credenze simili.
Di cosa è fatta questa bevanda? Il 28% è di clorito di sodio - tristemente famoso per scatenare l’insufficienza renale cronica - in soluzione acquosa. Il preparato, spiega la circolare del Ministero della Salute, viene fornito con un attivatore, l’acido citrico, con le istruzioni che parlano anche di acido cloridrico, succo di limone o aceto. Mescolando la soluzione con l’attivatore si genera biossido di cloro che rappresenta il componente attivo “i cui effetti sono reclamizzati senza alcuna evidenza scientifica”. Per rendere la bevanda più appetibile viene consigliato di aggiungervi succo di frutta. Se la somministrazione classica è per via orale, le istruzioni invitano ad applicare il ritrovato sulla cute in combinazione con dimetilsulfossido, usando un clistere, instillando gocce nelle orecchie se non quando utilizzando la borsa di gas MMS con l’utilizzatore che avvolge la propria pelle “in un’ampia borsa di plastica al biossido di cloro in forma gassosa”. Accanto alla bevanda, c’è un prodotto alternativo, MMS2, commercializzato in capsule contenenti ipoclorito di calcio.
A mettere in guardia dalla bevanda anche l’Agenzia Italiana del Farmaco in un opuscolo sui rischi dell’acquisto dei farmaci on line: “La MMS è venduta in internet da vari distributori indipendenti e, sebbene i nomi siano gli stessi, l’aspetto dell’etichetta può cambiare. Questo prodotto mette a grave rischio la salute dei consumatori che scelgono una cura fai-da-te invece di ricorrere ai trattamenti regolarmente autorizzati. Le istruzioni del prodotto indicano di miscelare la soluzione al 28% di clorito di sodio contenuta nel flacone incluso nella confezione con un acido debole, quale ad esempio il succo di limone. Dopo questa miscelazione si produce diossido di cloro, un ossidante ancora più potente e tossico, utilizzato solo a livello industriale per la decolorazione dei tessuti e per il trattamento delle acque. La pericolosità di questa ‘soluzione miracolosa’ di clorito di sodio al 28% è immediatamente percepibile tenendo presente che la comune ‘varechina’ (ipoclorito di sodio) normalmente non supera una concentrazione del 25%. Una dose elevata di questo veleno, qual è quella che le istruzioni del prodotto raccomandano di assumere, può causare nausea, vomito, diarrea e, per la disidratazione che ne consegue, una ipotensione tanto grave da mettere in pericolo la vita”.
Conoscere l’acne
Cos’è l’acne? C’è l’acne volgare, tipica dell’età adolescenziale ma che può interessare anche l’età adulta, e ch’è una dermatosi infiammatoria che colpisce l’apparato pilo-sebaceo, con la pelle tradizionalmente interessata da eruzioni cutanee chiamate brufoli. Contemporaneamente, spiega ISSalute, possono presentarsi punti neri, punti bianchi, papule, pustole, noduli e cisti. C’è, quindi, l’acne rosacea o più semplicemente rosacea, ch’è una malattia cronica infiammatoria della pelle.
Sull’acne volgare esistono diversi luoghi comuni, ad esempio che sia dovuta a una cattiva alimentazione: “Non è vero” spiega ISSalute “non esiste una correlazione stretta tra l’assunzione di uno specifico alimento e la comparsa di singole lesioni ma consumare alimenti con un elevato indice glicemico, cioè contenenti zuccheri, porta al peggioramento dell’acne”. O ancora che sia provocata da una scarsa igiene della pelle: “È una falsa credenza perché non è la mancanza di pulizia a causare brufoli o punti neri. Lavare il viso più di due volte al giorno, invece, potrebbe aggravare le condizioni della pelle”. O che per liberarsene basta spremere brufoli e punti neri: “Non è vero poiché questa pratica, se eseguita autonomamente a casa (ad esempio con piccoli strumenti), può peggiorare le manifestazioni e potrebbe addirittura lasciare cicatrici sulla pelle”.
Acne e prevenzione
Contro l’acne volgare importante è la prevenzione. Per la sua cura e anche per evitare il peggioramento dei sintomi ISSalute consiglia di lavare accuratamente le mani per ridurre il rischio di infezioni; di non lavare per più di due volte al giorno le zone della pelle colpite; di utilizzare detergenti delicati e acqua tiepida; di evitare di spremere i punti neri; di scegliere prodotti cosmetici non comedogenici, che non favoriscono, cioè, l’occlusione dei pori; di lavare spesso i capelli, soprattutto se tendono a diventare grassi, evitando che vengano a contatto con la pelle del viso; infine, di radersi con delicatezza.
Per prevenire, invece, l’acne rosacea ISSalute consiglia di non consumare cibi bollenti o speziati; di non bere alcoolici; di applicare creme solari con fattore di protezione di almeno SPF 30 per proteggersi dai raggi UVA e UVB; di evitare di esporsi al sole nelle ore più calde della giornata; di abbassare la temperatura del viso con nebulizzazioni di acqua fresca; di non sottoporsi ad attività fisica continua e intensa; di applicare creme idratanti non profumate, in particolare in caso di pelle secca e sensibile; di non utilizzare sul viso farmaci topici, in particolare se a base di steroidi; di non usare saponi profumati per la pulizia del viso; infine, di limitare lo stress.
Cura dell’acne
L’acne volgare si cura, innanzitutto, con la terapia medica adattata a seconda della gravità. C’è poi il trattamento cosmetologico con il cosmetico, spiega AIDECO, l’associazione italiana di dermatologia e cosmetologia, cui obiettivi sono completare la terapia medica, ridurre i possibili effetti collaterali delle terapie farmacologiche, rispristinare il buono stato fisiologico della pelle, quindi svolgere le necessarie azioni igieniche.
Ci sono, quindi, i metodi estetici come la terapia con luce pulsata e la radiofrequenza. La prima, spiega AIDECO, “è un trattamento non invasivo basato sull’emissione di fasci di luce ad alta frequenza che in caso di acne, agiscono regolarizzando la produzione di sebo e contrastando la proliferazione dei batteri responsabili di questa malattia (come ad esempio il Propionibacterium acnes). Con questa metodologia è possibile anche promuovere una riduzione degli antiestetici esiti cicatriziali che questa malattia può lasciare sulla pelle, specialmente quando si presenta nelle forme più gravi. Le sedute, il cui numero viene stabilito dal medico in base alle condizioni del paziente, sono indolori e non determinano effetti collaterali”.
La radiofrequenza, spiega sempre AIDECO, “generando un aumento di temperatura nei tessuti cutanei, aiuta a stimolare i fibroblasti a produrre nuove fibre collagene, contribuendo a rendere meno evidenti le fastidiose cicatrici post-acne. Inoltre il calore generato dalla radiofrequenza esercita un’azione sebo-normalizzante, mentre contrasta la flora batterica coinvolta nella patogenesi dell’acne”.
Tra i metodi non farmacologici ISSalute ricorda, invece, l’uso dell’estrattore di comedoni, uno strumento a forma di penna con cui vengono rimossi punti bianchi e punti neri; il peeling chimico con lo strato superficiale della pelle rimosso attraverso sostanze dal potere esfoliante; infine, il peeling meccanico per la rimozione dello strato superficiale della pelle attraverso sfregamento, impiegando presidi o apparecchiature mediche.
Per la cura dell’acne rosacea ISSalute ricorda, invece, la prescrizione di antibiotici, antinfiammatori o l’impiego di sostanze emollienti, mentre per la correzione dei danni estetici si può ricorrere alla terapia laser, a quella con luce pulsata, alla dermoabrasione, all’elettroterapia e alla chirurgia plastica.
Acne e propoli
Nella cura dell’acne volgare possono essere d’aiuto anche ingredienti naturali come la propoli, prodotto dell’alveare che in cosmesi, spiega AIDECO, viene utilizzata in emulsioni con acqua sospesa in olio (A/O), olio sospeso in acqua (O/A) o idrogel e in particolare, grazie alle sue proprietà decongestionanti e lenitive, “nel trattamento topico di pelli problematiche” come quelle con tendenza all’acne o predisposte alla comparsa di dermatiti.
Acne e limone
Fra i trattamenti naturali viene frequentemente citato il limone, a fette o con il succo da applicare direttamente sulla pelle - anche aiutandosi con un panno umido - o semplicemente bevendolo, con la promessa che aiuterà a bruciare i brufoli e a ridurre macchie e cicatrici dovute a uno sfogo di brufoli. Davvero il limone è una panacea? Come spiega il professore Marcello Monti, dermatologo e già docente di Dermatologia sul magazine dell’ Istituto Clinico Humanitas, quello del limone è un falso mito: la sua “presunta” azione antisettica “è molto limitata” perché l’acido citrico, una volta a contatto con la pelle, “viene subito tamponato dalla cute” come dimostra, ad esempio, il fatto che “il limone sulle piccole ferite della pelle brucia, ma solo per poco”. Il professor Monti spiega anche che il ricorrere al limone potrebbe rivelarsi una “mossa azzardata” a causa delle cumarine, sostanze fotosensibilizzanti di cui gli agrumi sono particolarmente ricchi, tanto che se la pelle non viene risciacquata bene “c’è la probabilità che si formino macchie scure”.
La fama del limone contro l’acne è tale che c’è chi ne ha fatto un ingrediente di saponette allo zolfo, un minerale tradizionalmente impiegato come antinfiammatorio, disinfettante e disintossicante per la cura di psoriasi, dermatite seborroica e acne. C’è, invece, chi ne consiglia l’olio essenziale mescolato a olio di cocco con l’aggiunta di olio essenziale di bergamotto.
Acne, olio d’oliva, timo, té e pomodoro
Un produttore di olio d’oliva suggerisce, invece, di fare un peeling mescolando un cucchiaino di olio e due di sale grosso con cui massaggiare le zone del viso più a rischio come mento, fronte e naso. Lo stesso produttore consiglia, quindi, di strofinare il viso con un impacco a base di tre cucchiaini di bicarbonato – riecco il bicarbonato! – e uno di olio.
C’è, invece, chi consiglia di ridurre l’acne applicando succo di pomodoro direttamente sul viso; di usare olio essenziale di tea tree, olio dell’albero del tè, mescolato a un decotto di amamelide, pianta molto usata in erboristeria o ancora olio essenziale di timo accompagnato da applicazione di gel di aloe per contrastare gli effetti “leggermente irritanti” sulle pelli più sensibili del timo. C’è, infine, chi consiglia di fare impacchi di tè verde o bevendolo regolarmente.
I consigli della Bonomelli
Alcuni rimedi naturali contro l’acne si trovano nel libro sulle piante officinali della Bonomelli, la storica azienda italiana di camomille, infusi e tisane. Ad esempio la ricetta alla betulla per la cura depurativa dell’acne e delle pelli grasse con eccesso di sebo: “Per cicatrizzare i foruncoli ed evitare l’espandersi delle impurità, applicare un cataplasma direttamente sulle zone interessate. Fare cuocere qualche foglia e alcune gemme in pochissima acqua fino a quando evapora completamente; togliere quindi dal fuoco e lasciare intiepidire; stendere l’impacco sul viso lasciandolo agire per 20-25 minuti e poi sciacquare con acqua tiepida. In alternativa, lavare molto bene le zone colpite con un infuso di foglie e gemme (una manciata in una tazza di acqua bollente); bagnare più volte il viso utilizzando delle garze sterili”.
O alla camomilla contro l’acne e la rottura dei capillari: “Con azione purificante, dopo essersi lavati il viso, sciacquare con l’infuso”. O quella all’ortica contro l’acne e le malattie cutanee in genere, in particolare eczemi: “Bere 2-3 tazze di infuso nel corso della giornata, o una tazza di decotto al mattino a digiuno, oppure assumere 10-15 gocce di tintura al giorno, diluite in un poco d’acqua. Per uso esterno, spalmare un poco di pomata sulla pelle alla sera, prima di andare a dormire”. O alla valeriana per la cura della pelle con acne ed esantemi: “Sciacquare il viso più volte al giorno con il decotto di radice leggermente tiepido”.
Contro foruncoli e brufoli il libro consiglia l’echinacea, pianta erbacea perenne dai grandi fiori: “Come cura interna, assumere tutti i giorni, fino al miglioramento dei sintomi, 2-3 tazze di decotto di radice, oppure prendere da 0,5 a 1 g di polvere di radice (3 compresse) al giorno, mescolata a un poco di miele oppure disciolta in una tisana di bardana; in alternativa, come depurativo, prendere da 15 a 20 gocce al giorno di tintura, disciolta in una tazza di infuso di acetosa”.
I consigli della Fondazione Campagna Amica
Tra i rimedi naturali contro i brufoli, anche per apportare sollievo, Fondazione Campagna Amica di Coldiretti consiglia il miele, il latte, lo yogurth e l’aglio. Il miele per le sue proprietà antisettiche e microbiche: “Immergi un batuffolo di cotone in puro miele e applicalo sulla pelle colpita. Lascia agire per 15-20 minuti e poi lava con acqua tiepida”.
Il latte per mantenere la pelle pulita grazie agli alfaidrossiacidi: “Applica il latte sul brufolo con un batuffolo di cotone, lascia riposare per 10 minuti e poi lava la zona con acqua tiepida”.
Lo yogurth per mantenere l’equilibrio del pH cutaneo e per rigenerare i tessuti grazie all’acido lattico e alla vitamina A: “Prendi una dose di yogurt e spalmala sul viso. Lascia in posa 15 minuti circa e poi risciacqua con acqua tiepida”.
L’aglio per le sue proprietà antibatteriche: “Strofina metà di un suo spicchio sulle zone infiammate per qualche minuto. Lascialo agire tutta la notte e al mattino lava bene il viso”.
Acne e cosmesi naturale
Anche la cosmesi, infine, da tempo si è rivolta agli ingredienti naturali fra cui la radice di bardana, la gommoresina estratta dalla corteccia dell’incenso indiano, gli acidi della frutta, il rosmarino verbenone, il mentolo, estratti di piante marine, il burro di karitè, estratto di canapa, olio extravergine di oliva, olio essenziale di menta, limone e lavanda.
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