Culotte de cheval: i rimedi per eliminarle e vivere più felici
Questo inestetismo non è imbattibile, per sconfiggerlo occorre costanza quotidiana, a partire dall’applicazione di creme ad hoc e dallo svolgere esercizi fisici mirati fino ai trattamenti estetici e, nei casi più problematici, chirurgici.
La battaglia è dura, ma la guerra non è necessariamente persa contro le culotte de cheval: inestetismo democratico che colpisce sui glutei e sui fianchi le donne magre e le donne più in carne. Secondo gli esperti si può avere la meglio, impegnandosi nell’adottare uno stile di vita sano, facendo sport e ricorrendo a qualche trattamento specifico.
Perché si formano le culotte de cheval
Il nome francese culotte de cheval fa simpatia: significa 'pantalone da cavallo'. Prende spunto dai pantaloni che si usavano per andare a cavallo e che avevano uno sbuffo proprio all'altezza del fianco, il che permetteva libertà nei movimenti sia per montare e smontare in sella sia per cavalcare. L’omonimo inestetismo somiglia a questo sbuffo e si forma proprio sul punto più largo dei fianchi femminili.
“Le culotte de cheval sono degli accumuli di grasso tra coscia e gluteo spesso accompagnati da ritenzione idrica. È alquanto fastidioso perché toglie armonia al fisico allargandolo esageratamente sui fianchi e rendendolo sproporzionato. Colpiscono quasi esclusivamente le donne, non necessariamente in sovrappeso. Ci può essere una predisposizione, soprattutto se costituzionalmente si hanno i fianchi larghi, o una circolazione difettosa che non garantisce completamente il ricambio di liquidi e il drenaggio dei materiali di scarto”, spiega Alessia Manteca, biologa nutrizionista. Le culotte de cheval, però, possono dipendere anche da una postura scorretta, una vita sedentaria e un eccessivo uso di tacchi alti che possono portare all’affaticamento del microcircolo. “Il deposito di grasso in questa sede - prosegue l’esperta - ha una motivazione funzionale dettata dagli ormoni sessuali e rappresenta una sorta di scorta energetica finalizzata al mantenimento della specie che la donna tiene da parte, pronta a essere utilizzata per eventuali gravidanze”.
Cosa fare e come agire
Così come per gli uomini è un’impresa liberarsi del grasso depositato a livello addominale, per le donne risulta un’impresa liberarsi del grasso su cosce e fianchi. Per ottenere dei risultati validi bisogna armarsi di costanza, determinazione, e affidarsi a esperti del settore.
Le culotte de cheval possono essere trattate in vari modo: dal dermatologo o dal medico estetico si possono fare sedute di microterapia, criolipolisi, carbossiterapia. Dall’estetista si può richiedere la radiofrequenza, la pressoterapia, oppure ottimi massaggi linfodrenanti per rimodellare e ridurre le adiposità localizzate.
“Affidatevi sempre a professionisti, fatevi spiegare il meccanismo di azione e chiedete se vi sono eventuali effetti collaterali. Verificate inoltre se il trattamento sia di pertinenza medica o può essere fatto anche da un’estetista”, consiglia Manteca.
Aiuta usare tutte le sere creme modellanti o drenanti, applicandole con movimenti lenti e circolari, ma attenzione alla manovre forzate che potrebbero peggiorare i disturbi circolatori.
“Non bisogna illudersi: eliminare massa grassa con soltanto l’azione di una crema è un pensiero magico. Aiutano, ma non sono risolutive. Al momento della scelta bisogna optare per prodotti snellenti gambe che contengano principi attivi utili a incentivare il corretto microcircolo, come centella, rusco, edera, ippocastano, bromelina”, suggerisce Manteca.
Inoltre bisogna praticate sport appena possibile, privilegiando lunghe camminate, nuoto, esercizi aerobici dei muscoli di cosce e glutei. Anche in questo caso non sono da prendere in considerazione i consigli dell’amica di turno, ma meglio quelli di personal trainers esperti. “Esercizi sbagliati oppure esercizi giusti fatti da donne non abituate allo sforzo fisico con danni della matrice e del microcircolo potrebbero peggiorare la ritenzione idrica, aumentare il dolore e favorire l’infiammazione della matrice extra-cellulare. È bene praticare attività fisica almeno tre volte a settimana per circa mezz’ora, per ottenere risultati visibili”, sottolinea Manteca.
Consigli alimentari
Purtroppo non esiste una dieta o un protocollo alimentare in grado di agire nello specifico sulle culotte de cheval. Chi afferma il contrario è un professionista poco competente.
“Per contrastare questo inestetismo bisogna rifarsi ai principi generali in grado di modulare positivamente la ritenzione idrica e il tessuto adiposo. Quindi no a digiuni, diete drastiche, abolizione di carboidrati e sostanze acquistate online senza il controllo di un professionista. Di contro va aumentato il consumo di cereali integrali, frutta e verdura, soprattutto ananas, cocomero, fragole, mirtilli, cetrioli, finocchi, lattuga e asparagi che sono maggiormente drenanti. Non gettare il gambo dell’ananas (la parte centrale che in genere si butta via con gli scarti) perché contiene alte concentrazioni di bromelina, sostanza utile anche alla digestione a a constarare il ristagno dei liquidi”, suggerisce Manteca. Può essere usata nella preparazione di acqua funzionali insieme ad altri aromi a piacere e consumata durante la giornata: in questo modo i principi attivi della frutta e della verdura passeranno nell’acqua. In alternativa si possono usare i gambi dell’ananas per preparare frullati.
“Altro consiglio utile alla causa è di evitare troppo sale e troppo zucchero contenuto in marmellate, succhi di frutta, tè e bevande confezionate. Sì al tè verde preparato in casa e messo a raffreddare: ha un buon effetto drenante e in questo periodo non fa abbassare eccessivamente la pressione. Vanno bene anche i rimedi fitoterapici a effetto drenante come betulla, faggio, frassino, centella, pilosella, bromelina, ma la regola è di chiedere sempre conferma al medico o al farmacista. Potreste avere delle patologie pregresse o prendere dei farmaci per cui l’utilizzo è sconsigliato. Inoltre, specialmente in questo periodo estivo in cui le temperature sono elevate, i drenanti potrebbero abbassare in modo eccessivo la pressione arteriosa. Rivedere il dosaggio, la tipologia e integrare, dove consentito, con sali di magnesio e potassio”, conclude Manteca.