Corsa all’acquisto delle pillole allo iodio contro le radiazioni nucleari dall’Ucraina tra psicosi e rischi del fai-da-te
Nel 1986 dopo il disastro nucleare di Chernobyl vennero utilizzate pillole a base di ioduro di potassio in quanto sostanza capace di bloccare l’assorbimento dello iodio radioattivo da parte della tiroide. Ora che alcune centrali nucleari ucraine sono state coinvolte nel conflitto con la Russia è tornata la paura e c’è chi tenta di prevenire i danni andando a caccia della pillola allo iodio. Un errore?
Leggi più veloce
Da quando il conflitto russo-ucraino ha coinvolto anche alcune centrali nucleari è tornata la paura. Il ricordo del disastro di Chernobyl del 1986 del resto è ancora troppo vivo per non suscitare timore e apprensione. “Come dimostra l’invasione russa dell’Ucraina” ha commentato il Bulletin of the Atomic Scientists “le minacce nucleari sono reali, presenti e pericolose”.
The @iaeaorg said it is aware of reports of shelling at #Zaporizhzhia Nuclear Power Plant (NPP) and is in contact with #Ukrainian authorities about the situation. https://t.co/FzRJhKOyeG
— Bulletin of the Atomic Scientists (@BulletinAtomic) March 4, 2022
LA LEZIONE DELLA SVIZZERA
Tra la popolazione è il panico. La paura di essere investiti da nubi radioattive ha, infatti, fatto scattare la corsa all’acquisto di “pillole allo iodio”. È già avvenuto in Francia, Belgio, Polonia, Croazia mentre in Italia tra Veneto e Friuli Venezia Giulia è partito l’assalto alle farmacie. E si pensa che la psicosi possa allargarsi a macchia d’olio.
Per capire cosa sono queste pillole e quando vanno usate è interessante conoscere l’esempio della Svizzera, un paese che le conosce molto bene, questo perché in Svizzera ci sono cinque centrali nucleari – Beznau 1, Beznau 2, Gösgen, Leibstadt, Mühleberg. Nel paese elvetico le pillole allo iodio vengono, infatti, distribuite dalle autorità alle popolazioni che vivono ad almeno 50 km da una centrale nucleare: “In Svizzera” spiega il Bundesamt für Bevölkerungsschutz, l’ufficio federale della protezione civile “le pastiglie di iodio sono utilizzate come misura di protezione per la popolazione in caso di incidente in una centrale nucleare svizzera o in un paese vicino, quando viene rilasciato iodio radioattivo. Le compresse impediscono che lo iodio radioattivo si accumuli nella tiroide e causi il cancro alla tiroide. In caso di evento, le compresse di iodio devono essere assunte in tempo”.
Pillole, quindi, da assumere solo in caso di reale pericolo radioattivo. Queste pillole non sono, infatti, una misura preventiva tanto che alla luce della situazione attuale, vedi il conflitto russo-ucraino, al momento, ha fatto sapere il Bundesamt für Bevölkerungsschutz, non è “necessario assumere compresse di iodio”.
Nel caso un incidente nucleare si verifichi all’estero l’assunzione delle pillole allo iodio, spiega il Bundesamt für Bevölkerungsschutz, dipenderebbe allora dal luogo dell’incidente e dalle condizioni del vento. Il Bundesamt für Bevölkerungsschutz fa l’esempio dell’Ucraina: “Dall’inizio dell’attacco militare russo contro l’Ucraina vi sono preoccupazioni dovute all’eventualità di una fuoriuscita di radioattività nell’ambiente. Da un lato sono scoppiati combattimenti nella zona di esclusione di Chernobyl, dall’altro l’Ucraina gestisce 15 reattori nucleari in 4 sedi diverse che rappresentano un rischio aumentato in caso di guerra. I timori sono, inoltre, alimentati dal possibile impiego di armi nucleari. In caso di un evento nucleare o di un’esplosione all'estero, l’ordine di assumere le compresse allo iodio sarebbe impartito unicamente sulla base dei risultati della misurazione della radioattività nell’aria, per essere certi che la quantità di iodio radioattivo sia talmente elevata da rendere necessaria l’assunzione delle compresse”.
Le pillole, che sono allo ioduro di potassio, spiega ancora il Bundesamt für Bevölkerungsschutz, hanno dei limiti: non proteggono da altre sostanze radioattive come cesio e stronzio, solitamente assorbiti dal corpo attraverso gli alimenti, né proteggono dalle radiazioni tutto il corpo tanto che in caso di incidente nucleare le misure classiche sono l’evacuazione o il rifugio in un seminterrato. Infine, in caso di radiazioni nucleari, chi soffre di problemi alla tiroide deve consultare il proprio medico prima di poter assumere pastiglie di ioduro di potassio.
MISURE IN ITALIA
Come funziona, invece, in Italia? In Italia la iodoprofilassi con la somministrazione di iodio stabile, in particolare sotto forma di ioduro di potassio meno aggressivo dello iodato di potassio, era già prevista dal Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche del 2010, ora in aggiornamento. Tuttavia la corsa odierna all’acquisto di pillole allo iodio ha spinto l’ Istituto Superiore di Sanità ad emettere una nota sottoscritta anche dalla Associazione Medici Endocrinologi, Società Italiana di Endocrinologia, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica. La nota spiega, in buona sostanza, come le pillole allo iodio non vadano mai assunte in assenza di radioattività e, in particolare, ricorrendo al fai-da-te: “A seguito del conflitto in Ucraina le cronache hanno dato conto di un'accresciuta richiesta di ‘pillole allo iodio’ in alcuni Paesi europei per contrastare gli effetti negativi sulla salute dell’esposizione a radiazioni. A tale proposito si precisa che attualmente in Italia è raccomandato il solo utilizzo del sale iodato per la preparazione e la conservazione degli alimenti, mentre è sconsigliato il ricorso fai-da-te a preparati contenenti elevate quantità di iodio che invece potrebbero determinare conseguenze negative per l’organismo, incluso il blocco funzionale della tiroide. Il continuativo e costante utilizzo di sale iodato in accordo con la campagna del Ministero della Salute POCO SALE MA IODATO, garantisce il normale funzionamento della tiroide e, saturando la ghiandola di iodio stabile, contribuisce anche a proteggerla da una eventuale esposizione a radiazioni. Solo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarà la Protezione Civile a dare precise indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica su base farmacologica per l’intera popolazione”.
Senza dimenticare che in caso di necessità sarà il Ministero della Salute a decidere l’attivazione delle procedure per la distribuzione di iodio stabile nelle zone interessate dall’eventuale emergenza, mentre strumento di riferimento ufficiale rimangono le linee guida dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità per la pianificazione e risposta nelle emergenze radiologiche e nucleari.
ABBIAMO PARLATO DI
Bulletin of the Atomic Scientists Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube
Bundesamt für Bevölkerungsschutz Website | Twitter | LinkedIn
Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche Documento
Istituto Superiore di Sanità Website | Twitter | YouTube | LinkedIn
Associazione Italiana della Tiroide Website
Associazione Medici Endocrinologi Website
Società Italiana di Endocrinologia Website | Twitter | Facebook | YouTube | LinkedIn
Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica Website | Twitter | Facebook
Ministero della Salute Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube | LinkedIn
Iodine thyroid blocking. Guidelines for use in planning for and responding to radiological and nuclear emergencies Documento
Organizzazione Mondiale della Sanità Website | Twitter | Facebook | Instagram | Pinterest | YouTube | LinkedIn
PER APPROFONDIRE
Iodio, alleato della tiroide: come integrarlo con la dieta Articolo Milleunadonna