Il pallone bucato è plastica? Ecco cosa bisogna sapere della raccolta differenziata

Corepla, il consorzio per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica, cerca attraverso una campagna social di fare un po’ di chiarezza per essere virtuosi sempre, anche fuori casa

Il pallone bucato è plastica Ecco cosa bisogna sapere della raccolta differenziata
di Redazione

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La bottiglia di acqua minerale, il flacone di detersivo, la vaschetta di prosciutto e quella per alimenti, piatti e bicchieri di plastica, spruzzino (tipo sgrassatore), flacone shampoo: immondizia che deve essere gettata nella raccolta differenziata. Sempre? O qualche volta se ne può fare a meno? Partiamo dallo slogan: “Conserva la bellezza dell’ambiente. La plastica non inquina e non rilascia sostanze nocive, ma quando è abbandonata nell'ambiente è decisamente brutta. Se la trovi in mare, sulla spiaggia o nelle pinete, vuol dire che qualche maleducato ce l'ha lasciata. Raccoglila e collabora anche tu a preservare la bellezza e la pulizia del paesaggio”, dice Corepla, il consorzio per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica. Ma cos'è plastica?

Il pallone bucato è plastica?

Visitare il sito di Corepla può aiutare a lasciare e rendere più pulite spiagge e montagne. Italiani in vacanza alle prese con la raccolta della plastica: l’errore è sempre dietro l’angolo. Per questo Corepla sta provando attraverso una campagna social di fare un po’ di chiarezza per essere virtuosi sempre, anche fuori casa. Le ciabatte in plastica, considerate un vero e proprio must-have dell’estate, non sono un imballaggio. Pertanto, quando non sono più utilizzabili, vanno conferite nell’indifferenziato o portate alla piattaforma ecologica del Comune. In spiaggia, giocare a pallone diverte tutti, grandi e piccoli. E se si buca? Corepla chiarisce: non essendo un imballaggio non può essere conferito nella raccolta differenziata. Idem per braccioli, materassini, ciambelle da mare e palloncini in lattice. Anche i giocattoli in plastica (compresi i pennarelli) non sono differenziabili ma sorpresa delle sorprese, il barattolo delle bolle di sapone sì, come anche le coppette del gelato: non occorre lavarle, basta solo ripulirle per bene.

La plastica monouso

C’è poi la grande questione della plastica monouso. La normativa vigente consente di conferire piatti e bicchieri nella raccolta della plastica. Questo non vale per le posate che sono da destinare al secchio indifferenziato. Si possono, invece, avviare al riciclo della plastica il tubetto vuoto della crema solare, il burrocacao esaurito, il blister dei medicinali e i flaconi di detergenti e detersivi. Attenti, infine, al vecchio spazzolino: non è considerato imballaggio e quindi via nel secco residuo, ovvero indifferenziato. L’ambiente, insomma, va protetto. Il Parlamento europeo – ha spiegato AltroConsumo - ha approvato in via definitiva una direttiva con la quale si mette al bando la plastica monouso. Il provvedimento è stato approvato con 560 voti a favore, 35 contrari e 28 astenuti. Sarà quindi vietata la vendita all’interno degli Stati membri di articoli in plastica monouso, come posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini. I deputati hanno aggiunto all’elenco delle materie plastiche proposto dalla Commissione i sacchetti in plastica leggera, gli articoli di plastica oxo-degradabili, come sacchetti o imballaggi, e i contenitori per fast-food in polistirolo espanso.

L'Europa si adegua

Gli Stati membri dovranno ridurre il consumo dei prodotti in plastica per i quali non esistono alternative del 25% entro il 2025. Tra questi articoli ci sono anche le scatole monouso per hamburger e panini e i contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati. Altre materie plastiche, come le bottiglie per bevande, dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90% entro il 2025. Gli Stati membri della Ue dovrebbero elaborare inoltre dei piani nazionali al fine di incoraggiare l'uso di prodotti adatti ad uso multiplo, nonché il riutilizzo e il riciclo. I deputati hanno convenuto che le misure di riduzione – suggerisce AltroConsumo  - dovrebbero riguardare anche i rifiuti da tabacco, in particolare i filtri per sigarette che contengono plastica. La mole di tali rifiuti dovrebbe essere ridotta del 50% entro il 2025 e dell'80% entro il 2030. Un mozzicone di sigaretta può inquinare tra i 500 e i 1000 litri d'acqua e, se gettato in strada, può richiedere fino a dodici anni per disintegrarsi. Gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire che almeno il 50% degli attrezzi da pesca contenenti plastica smarriti o abbandonati venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio almeno del 15% entro il 2025. Gli attrezzi da pesca rappresentano il 27% dei rifiuti che si trovano sulle spiagge europee. Gli Stati membri dovrebbero garantire che i produttori di tabacco si facciano carico dei costi di raccolta dei rifiuti per tali prodotti, compresi il trasporto, il trattamento e la raccolta dei rifiuti. Lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno contribuire al raggiungimento dell'obiettivo di riciclaggio.

Inquinamento dei mari a causa della plastica

Secondo la Commissione europea, oltre l'80% dei rifiuti marini è costituito da plastica. I prodotti soggetti a queste misure costituiscono il 70% di tutti i rifiuti marini. A causa della sua lenta decomposizione, la plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge dell'UE e del mondo. I residui di plastica si trovano in diverse specie animali come tartarughe marine, foche, balene e uccelli, ma anche in molluschi, pesci e crostacei, quindi anche nella catena alimentare dell’uomo.

05/08/2019
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