Come stabilizzare un rapporto nato da un incontro sessuale

di Roberta Giommi

Oggi diventa sempre più frequente che sia il sesso la prima forma di conoscenza. Ci si conosce in luoghi diversi: discoteca, vacanze in luoghi caratterizzati dalla vita notturna, ci si conosce in rete scambiando fotografie in cui si allude alle proprie competenze fisiche e sessuali, si cerca di ottimizzare i tempi per dare inizio ad una conoscenza nuova, ad una relazione possibile. Nel fare sesso al primo incontro si può dimostrare paura e nello stesso tempo sfida: paura perché si teme di perdere una occasione, sfida perché si vuole sperimentare una emozione immediata e dimostrare che siamo disinvolti. I problemi portati nella consultazione psicologica e sessuologica, sono spesso prodotti dalla delusione. In genere ci si trova di fronte ad una grande falsificazione del reale: si mostra molta maschera, disinvolture poco presenti, paure non raccontate, attese importanti, sensazioni di vuoto e di ansia. Il comportamento caratterizzato dal “qui e ora” è più facile per chi vive  la  filosofia del “fare esperienze”, in un periodo che vissuto come iniziazione alla vita sessuale.

Se al contrario dentro la scelta di fare sesso si nasconde la voglia di creare un legame, se le attese sono di dare vita ad una relazione e ad una coppia, questo approccio immediato può determinare delusioni. E’ doloroso scoprire il giorno dopo che  il telefono tace, che se chiamiamo noi ci sono scuse e allontanamenti. Nel momento in cui abbiamo creato il nostro profilo, messe le foto, dovremmo già operare una scelta. Mostrarsi, confidarsi, lanciare segnali è già un predisporre un copione che crea possibili confusioni sia al maschile che al femminile. Simona ha 30 anni e ha chiuso da due anni una storia lunga con una ragazzo con cui pensava di sposarsi, poi  ha avuto paura di chiudersi troppo presto e si è creata un gruppo di amiche con cui esce e va in vacanza. Dopo avere vissuto diverse esperienze sessuali anche piacevoli che non si sono mai trasformate in un rapporto di coppia, ha iniziato a sentire la solitudine e la rabbia di trovarsi invischiata in storie poco importanti che alla fine hanno creato in lei una crisi del desiderio sessuale. Il suo ex ragazzo nel frattempo si è sposato e sta aspettando un figlio con la sua nuova compagna. Nonostante abbia solo trenta anni, Simona teme per il suo futuro,  dubita che sia possibile per lei trovare la persona giusta negli ambienti che frequenta. Simona chiede un colloquio per capire cosa le sta succedendo.

La prima fase dei colloqui serve per  creare una barriera ai pensieri negativi rispetto alla possibilità di pensare ad una coppia stabile e ad un figlio. La seconda fase serve per organizzare le risorse. Si esamina insieme l’ambiente di vita:  il luogo di lavoro, le conoscenze create intorno ad interessi sportivi e culturali. Si definisce una rete relazionale. La costruzione della rete permette a Simona di incontrare le persone in modo neutro, senza la fretta della prestazione sessuale.  E’ come se comparisse una persona diversa, meno aggressiva e disponibile, più consapevole. Le esperienze fatte sono valorizzate perché  hanno calmato  la sua paura di essere diventata grande troppo in fretta. Il recupero adolescenziale ora superato permette a Simona di scegliere con più cura le persone da frequentare e di decidere l’incontro sessuale guardando ad altri lati del carattere e del comportamento. il cambio vita passa dalla sua ritrovata fiducia in se stessa. 

Leone ha avuto piccole storie e ora ha 26 anni. Bravo nel sesso ha ricevuto complimenti e vissuto proposte e richieste da ragazze piacevoli e disponibili. Negli ultimi tempi accusa una fatica a mettersi in gioco, si sente come un vibratore e sente che viene valutato molto di più per come fa sesso piuttosto che come persona. Ha incontrato di recente Carlotta che gli piace molto, ma anche con lei ha avvertito  che quello che gli veniva richiesto era  di produrre orgasmi. Quando ha chiesto una storia, Carlotta ha detto di no e lui nel successivo incontro Leone  ha vissuto una difficoltà dell’erezione. In consultazione il deficit erettivo viene interpretato come l’espressione  di una ribellione: fallire potrebbe segnalare che non viole essere solo un uomo capace sessualmente, vuole essere visto. La disfunzione ha creato in Carlotta uno strano sentimento di rabbia e di voglia di aiutarlo.

Consultano insieme per capire se il problema può essere risolto.  Viene spiegato, prima a lui e poi a lei,  il significato relazionale del sintomo e come possa essere risolto abbassando l’ansia da prestazione e vivendo una relazione di tipo affettivo. La costruzioni di piccole regole rassicuranti, il lavoro sulla relazione permette a Leone di riappropriarsi della competenza sessuale, non scissa dal suo essere una persona. Ogni fase della nostra esperienza ha un valore, ma in genere in un tempo diverso da persona a persona, è anche necessario valutare i nostri obiettivi e i relativi comportamenti appropriati per non incorrere in stati di malessere sia del tono dell’umore che della sessualità.  Il sesso è una risorsa importante, ma bisogna collegarlo al nostro stile di vita, ai nostri bisogni di esperienza e di progetto, ascoltando sempre il nascere del disagio. Ogni 3-4 anni in genere sentiamo il bisogno di costruire un cambiamento, per la nostra salute psicologica è importante ascoltare  la nascita di nuovi bisogni e desideri e metterli in relazione ai nostri legami affettivi e al nostro stile di vita.