La dieta del gene magro, cosa c’è di efficace
In natura esistono degli alimenti ricchi di speciali proteine che hanno anche la funzione di accelerare il metabolismo, favorendo la perdita di peso. Realtà o illusione?
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Con la dieta del gene magro si perde peso, questo è certo. Secondo i nutrizionisti che l’hanno ideata, l’efficacia è legata a delle proteine presenti nell’organismo, chiamate sirtuine, che stimolerebbero il metabolismo. Ma non ci sono evidenze scientifiche a riguardo. Di fatto, seguendola si dimagrisce perché è molto restrittiva, anche se non viene percepita tale.
Particolarità della dieta del gene magro
La dieta del gene magro, conosciuta anche come SIRT, sta avendo un certo successo grazie ai vip. Tanto per citare personaggi molto noti, è il regime alimentare adottato dalla cantante Adele, che sostiene aver perso oltre 30 kg, o da Pippa Middleton, che ne è una fan. È stata ideata da due nutrizionisti inglesi, Aidan Goggins e Glen Matten, e prende il nome dalle sirtuine, una classe di proteine naturalmente presenti nell’organismo che, secondo i due esperti, sarebbero in grado di stimolare il metabolismo del corpo favorendo una rapida perdita di peso, fino a 3 chili a settimana.
“Le sirtuine sono degli enzimi regolatori che hanno il compito di modulare un’ampia gamma di processi cellulari tra cui la produzione di insulina e glucosio, il metabolismo lipidico, la sazietà, la degenerazione cellulare durante il processo di invecchiamento, i processi tumorali e la longevità. La dieta SIRT si basa sull’assunzione regolare di alcuni alimenti che andrebbero ad attivare queste proteine”, spiega Alessia Manteca, biologa nutrizionista.
Nello specifico i cibi SIRT sono: grano saraceno, capperi, sedano, cacao amaro, caffè, peperoncino, olio extra vergine di oliva, tè verde, cavolo riccio, datteri, prezzemolo, radicchio rosso, cipolla rossa, vino rosso, rucola, soia, fragole, curcuma e noci. L’assunzione giornaliera aumenterebbe il metabolismo e questa dieta è basata proprio sull’introduzione quotidiana obbligatoria di tali sostanze.
“Parliamo principalmente di 2 oppure 3 centrifughe durante la prima settimana, a cui va aggiunto un pasto solido. Ergo, non si superano le 1000 calorie giornaliere e si riescono a perdere almeno 3 Kg nei primi sette giorni. In seguito, le calorie da assumere aumentano, diventano circa 1500, e diminuisce l’assunzione di succhi SIRT in favore di pasti solidi”, osserva Manteca.
Una giornata tipo della prima settimana di dieta prevede più o meno tre succhi verdi (ad esempio a base di sedano, rucola, prezzemolo, mela verde, succo di limone) più un piatto di spaghetti di grano saraceno con gamberoni, poi un caffè e due quadretti di cioccolato fondente. La seconda fase, detta di mantenimento, si basa sul fare pasti equilibrati e bere un succo verde SIRT al giorno.
Efficacia della dieta SIRT
È efficace perché è molto restrittiva. Su questo non ci sono dubbi. È una dieta che impone un certo rigore e una restrizione calorica degna di nota, per cui, specialmente all’inizio, è quasi scontato che il peso scenda piuttosto velocemente. “Più che alle sirtuine, però, il merito andrebbe alla restrizione calorica. Mille calorie al giorno sono ampiamente inferiori al metabolismo basale di un individuo adulto in buona salute, di conseguenza si perde molto di più rispetto a una dieta mediterranea”, sottolinea Manteca.
È dimostrato dalla letteratura scientifica che tali proteine siano implicate nella produzione di insulina e glucosio, nel metabolismo lipidico, nella sazietà, nei processi di invecchiamento. “Nello specifico, se la concentrazione di sirtune è bassa, la loro attività è compromessa; aumenta il rischio di sindrome metabolica, diabete, obesità e si aggravano le condizioni generali dell’individuo favorendo processi di infiammazione sistemica. Ciò che non è riportato in letteratura scientifica, però, è il fatto che tali proteine possano essere attivate semplicemente con il consumo di determinati alimenti. Non esistono al momento studi clinici rigorosi e ben strutturati”, precisa Manteca.
Rischi per la salute
La dieta SIRT non ha particolari controindicazioni, ma bisogna tener presente che si tratta di un regime fortemente ipocalorico e con un contenuto molto basso di carboidrati. Semaforo verde se viene seguita per brevi periodi di tempo. “Non è una dieta raccomandabile per periodi superiori a tre mesi. Come prima cosa è poco sostenibile: la dieta deve riuscire a cambiare abitudini, cioè deve diventare col tempo uno stile di vita e non una parentesi momentanea con un giorno di inizio e un giorno di fine. Specialmente se non si è monitorati da un professionista, bere in continuazione estratti, tra l’altro ricchi di zuccheri e poveri di fibre, fa perdere il gusto del cibo e le belle sensazioni che evoca, legate alla condivisione e alla convivialità, oltre che favorire uno stato di malnutrizione. In secondo luogo, le diete molto restrittive non danno risultati a lungo termine perché il metabolismo si abbassa oltremodo e si riprendono a stretto giro tutti i chili persi con enormi sacrifici”, conclude Manteca.
La dieta non deve essere mai standard come spesso capita nel caso di trovate pubblicitarie. E non può essere la stessa per uomini, per donne, per età diverse, per presenza di patologie concomitanti ed eventuali carenze. Quando si vuol intraprendere un nuovo protocollo alimentare è sempre bene rivolgersi a un medico oppure a un nutrizionista per rimettersi in forma nel modo giusto.