Cestaio, un lavoro green che non passa di moda
La buona notizia è che l’arte di intrecciare materie prime naturali, rispettando i giusti momenti stagionali, per dar vita a cesti di tutte le dimensioni non appartiene solo al passato, ma anche al presente. La cattiva, invece, è che si può essere cestai per passione, ma non per professione perché di questo mestiere non si vive.
'Gli intrecciatori lungo lo Stivale non sono in via di estinzione, anzi se ne scoprono sempre più sia in zone di campagna sia in contesti urbani. E la cesteria non appartiene al passato di un mondo contadino che sta scomparendo', commenta Lorenza Garau, una delle fondatrici del sito web Cesteria in Italia, nato per creare una rete tra gli attori del settore. 'Le competenze legate a questo mestiere sono sì custodite nelle mani di meno persone rispetto a decine di anni fa, ma c’è la voglia di diffondere l'arte e di salvaguardare le conoscenze, per evitare che cadano nel dimenticato nazionale e internazionale'.
Dietro a un cesto si nasconde un mondo infinito di competenze ed esperienza, di abilità manuale e di conoscenza profonda della natura. L’arte dell’intreccio è legata ai luoghi e alle piante tipiche di ogni territorio come rami di salice, di nocciolo, di vitalba, di olmo, di castagno, di olivo e così via. I momenti della raccolta e quelli dell’intreccio, inoltre, dipendono dal rispetto del giusto calendario lunale e dal clima stagionale per non rovinare le piante e per evitare che il cesto tarli. L’obiettivo è creare dei contenitori utili e resistenti nel tempo. Nessuna vernice per dare colore ai manufatti, cui pensano le tonalità naturali dei materiali utilizzati. E quando si rompono tornano alla natura, degradandosi completamente con l’aiuto della terra, dell’acqua e del vento.
Come diventare cestai? 'Si può iniziare seguendo le indicazioni di un cestaio, guardando libri o video, partecipando a un corso, osservando un anziano cestaio al lavoro, provando a seguire l'intuito. E poi con pazienza si continua, affinando la propria manualità, imparando a conoscere i diversi materiali e i loro segreti, confrontandosi con altri intrecciatori, scoprendo nuove tecniche e nuovi intrecci, sperimentando la lentezza e l'umiltà dell'esperienza. Anche gli anziani intrecciatori, bravissimi, dicono c'è sempre qualcosa da imparare per un cestaio', sottolinea Garau.
Degli ostacoli, però, ci sono e riguardano la sfera economica. Attualmente, è difficile praticare la cesteria per professione. 'In Italia i pochissimi che lo fanno sono incastrati in un modello economico che non è pensato per questo mestiere: i prezzi devono essere bassi perché c’è la concorrenza cinese, ma le tasse da pagare per l’attività commerciale sono alte. Così la maggior parte dei cestai lo sono per pura passione', aggiunge.
Eppure, quest’arte antica e a basso impatto ambientale andrebbe salvaguardata e diffusa, anche in virtù dei positivi trend di crescita che sta registrando la green economy.'In primo luogo sarebbe necessaria un'azione di educazione culturale che faccia comprendere l'importanza dei prodotti locali e naturali, che permetta di riconoscere e apprezzare le qualità di un oggetto sostenibile e duraturo, e dall’altra, valorizzare il lavoro manuale di chi lo produce, scardinando la logica dominante del mercato che spinge ad acquistare oggetti di basso costo, di provenienza sconosciuta e di scarsa qualità', spiega l’esperta. Sarebbe poi necessario sostenere il lavoro di ricerca e di documentazione per salvare il patrimonio di conoscenze e di tecniche legate alla cesteria che rischiano di sparire con i cestai anziani, che spesso non hanno potuto trasmettere, come accadeva in passato, il proprio bagaglio di esperienza a un giovane cestaio.'
'Intrecciare è un'attività completa – conclude Garau - che permette sia di avvicinarsi all'ambiente naturale e ai saperi locali, riscoprendo l'attesa e la pazienza, sia di sviluppare attenzione, coordinazione, fine manualità e creatività'.