Perdita di capelli negli uomini: cause e i rimedi
Per contrastare la perdita dei capelli bisogna agire subito, appena si manifesta la problematica così da bloccare il meccanismo che atrofizza il follicolo pilifero
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Capelli folti, lucenti, resistenti e idratati? Per molti è un sogno, soprattutto per il 39% degli uomini che in Italia soffre di calvizie. La buona notizia è che le cure esistono e sono anche efficaci se si iniziano al primo manifestarsi della problematica.
La perdita dei capelli o un loro diradamento parziale viene definita dai medici come calvizie, ne esistono varie forme: alcune interessano i capelli e i peli, altre solo i capelli. Questa condizione si concretizza solitamente con il diradamento dei capelli sulla zona delle tempie, della fronte o della parte superiore del cranio e progredisce innalzando la linea della cosiddetta “attaccatura” dei capelli.
Da caduta a problema
In media ogni persona perde fisiologicamente da 50 a 100 capelli al giorno, un numero che potrebbe sembrare alto ma non se rapportato agli oltre 100mila posseduti. Se i capelli cadono ma non ricrescono il follicolo pilifero, cioè la radice del capello, si sta atrofizzando e non è più in grado di generarli. Nella maggior parte dei casi al manifestarsi di questa problematica è possibile intervenire rigenerando i follicoli e favorendone la crescita.
Le cause
La causa della calvizie maschile è soprattutto la predisposizione ereditaria e in questi casi i fattori che provocano la perdita di capelli sono genetici e ormonali: interferiscono con la funzionalità dei bulbi piliferi. Se nella propria famiglia d’origine ci sono parenti che non hanno capelli, c’è un’alta probabilità che si manifesti lo stesso problema, anche se in età e con severità diverse. Ma non è tutto. Tra le altre cause legate alla perdita o al diradamento dei capelli spiccano: le disfunzioni della tiroide; le infezioni del cuoio capelluto; le malattie come il lupus o la psoriasi; le cure chemioterapiche; i farmaci per il trattamento dell'artrite, della depressione e delle cardiopatie; lo shock psicologico o un periodo di intenso sovraffaticamento psicofisico; l’uso di sistemi meccanici o termici per le acconciature; la cattiva alimentazione o le diete drastiche.
Quando avere sospetti di calvizie
I sintomi della calvizie si manifestano in tutta la loro evidenza dopo lo shampoo o durante l'asciugatura oppure passando la spazzola quando sono tanti i capelli che ci ritroviamo in mano. Inoltre si inizia a sentire al tatto la capigliatura sempre più debole e sottile. Da uno studio dell'International Society of Hair Restoration Surgery, nella classifica dei Paesi con il numero più alto di uomini calvi al primo posto c'è la Repubblica Ceca, a metà classifica la Gran Bretagna e l'Italia (con il 39% degli uomini che ha perso i capelli), mentre il Paese con la percentuale più bassa è la Cina con soltanto il 20%. Quindi a livello statico il nostro Paese non è messo male da questo punto di vista.
Cosa fare
Se c’è una predisposizione genetica non è possibile prevenire la calvizie, invece si può agire alle prime avvisaglie. In particolare, se i capelli cominciano a cadere in numero maggiore tutti i giorni e in alcune zone il cuoio capelluto diventa più visibile, è bene andare subito dal dermatologo o dal tricologo. Esistono dei farmaci e dei trattamenti che bloccano la progressione di questa condizione: il principio attivo minoxidil si applica direttamente sul cuoio capelluto e ha un effetto sui follicoli, ispessendo le dimensioni e allungando la vita dei capelli; il principio attivo finasteride invece può essere somministrato per via orale o locale e agisce proprio sul meccanismo ormonale, riducendo la forza degli ormoni a livello del cuoio capelluto, e blocca la progressione della calvizie.
Ci sono anche degli integratori a base di antiossidanti e vitamine, per stimolare la ripresa dell'attività dei bulbi piliferi e in ultima battuta si può ricorrere alla chirurgia, che sfrutta la tecnica del prelievo di bulbi da una cute ancora integra per un trapianto nelle aree senza capelli.