Capacità di adattamento o sopportazione? Come evitare che l'abitudine renda sopportabili le cose spaventose
Leggi più veloce
“E chi se lo aspettava, è successo tutto all’improvviso!” Quante volte lo avete detto o lo avete sentito dire da parenti e amici in riferimento a episodi apparentemente imprevisti?
A meno che non siano legati ad eventi inaspettati o programmati, alcuni cambiamenti nella vita e nelle relazioni, il più delle volte, sfuggono alla coscienza e rischiano perciò di non essere facilmente considerati. Successivamente sono avvertiti come improvvisi e generano stupore, insieme alla percezione di non poter più fare molto oppure di dover investire in uno sforzo molto grande per riuscire ad invertire la tendenza.
Mi affido alla famosa metafora della “rana bollita” che aiuterà a rendere tutto più chiaro:
Immaginiamo una pentola colma di acqua e una rana che nuota beatamente al suo interno. Tutto fila liscio fintanto che viene acceso un fuoco sotto la pentola. L’acqua si riscalda a poco a poco e, in tal modo, non si manifesta un reale problema immediatamente, la rana infatti avverte una leggera sgradevolezza nel cambio graduale di temperatura e continua a nuotare tranquilla. Più tardi però, nonostante l’acqua raggiunga un calore insopportabile la rana è talmente tanto indebolita dall’aumento di temperatura che non ha più la forza di reagire, si abbandona, sopporta il calore e finisce morta bollita.
Cosa sarebbe successo se l’acqua fosse stata fin da subito bollente?
Probabilmente la rana non sarebbe mai entrata nella pentola o se fosse caduta dentro accidentalmente avrebbe provato a fare un balzo per salvarsi.
Questa storia ci consente di fare alcune importanti riflessioni:
“Un viaggio di mille miglia inizia con un primo passo” – Lao Tzu
Un cambiamento, sia positivo che negativo, è un processo costituito da tante piccole e a volte impercettibili trasformazioni. Una relazione di coppia non finisce mai dall’oggi al domani, un adolescente non manifesta un disagio da un giorno all’altro e un traguardo si raggiunge compiendo un passo per volta. Pertanto, riuscire a rendersi conto in tempo di quelli che a volte tendiamo a valutare come segnali irrilevanti, ci offre il vantaggio di poter agire in anticipo, ricercando delle soluzioni adattive.
“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti” – Darwin
È il confine tra la capacità di adattamento e la tendenza alla sopportazione che molte volte ci confonde. Chi si adatta ad una situazione, non si adagia passivamente, ma agisce e opera sull’ambiente, è flessibile, valuta e decide che cosa è conveniente modificare per sopravvivere. Chi sopporta e resiste invece è passivo, subisce la condizione che comporta addirittura degli svantaggi e non fa nulla per cambiarla, sperando che qualcosa o qualcuno possa mutarla al posto suo.
“L’asino di Buridano morì tra due fasci di fieno” – Proverbio
Prendere una decisione implica l’abbandono di una vecchia condizione considerata apparentemente sicura per sceglierne delle altre, contemplando il rischio di ciò che è sconosciuto. La paura dell’ignoto può bloccare la spinta a scegliere, nell’illusione che di rimanere in quella zona di comfort che tanto confortevole non è e che invece conduce alla resa definitiva. Ostinarsi a rimanere immobili di fronte ad un leone conduce a morte certa, piuttosto è meglio attaccare o fuggire ed avere almeno una possibilità di salvarsi.
“L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose” – Esopo
Proprio come per la rana l’assuefazione all’aumento progressivo di calore l’ha portata a finire bollita, così gli individui rischiano di abituarsi anche alle situazioni peggiori, lasciando passare in sordina quelle avvisaglie che, appena si manifestano appaiono come roba di poco conto e che successivamente si cristallizzano, diventando una consuetudine che risulterà poi ancora più difficile da scardinare.
Per evitare di finire lessi, è utile quindi cominciare a tener presente alcuni pratici consigli:
- Tenere un diario e ogni sera, prima di andare a letto, concedersi 5 minuti per fare un bilancio della giornata ponendosi la domanda: “è successo qualcosa che mi ha fatto stare male?”
- Se ogni mese la stessa cosa si è manifestata più volte, allora è necessario cominciare a drizzare le antenne e monitorare la situazione.
- Cosa fare per migliorare o cambiare gli eventi? Provare a frammentare il problema in più pezzi affrontando poi un pezzetto alla volta.
- Non aspettare, ma agire! Piuttosto che sperare che qualcuno spenga il fuoco sotto la pentola, prendere in mano il timone e trovate il modo di fare qualcosa per salvarsi.