Biodiversità a rischio, Wwf chiede azioni urgenti

di Adnkronos

Roma, 2 dic. (AdnKronos) - L’erosione della biodiversità procede a ritmi allarmanti: il monitoraggio di 14.152 popolazioni di 3.706 specie di vertebrati dimostra che sono diminuite del 58% tra il 1970 e il 2012. Esempio drammatico è quello dell’elefante africano, stroncato dal bracconaggio alla media di 20.000 esemplari l’anno per l’avorio. Nel 1970 esistevano più di 1.400.000 individui di elefante africano, oggi ne restano intorno a 450.000. Alla vigilia dell’apertura della 13esima Cop della Convenzione per la Diversità Biologica (Cbd), che si terrà dal 4 al 7 dicembre a Cancun (Messico), il Wwf ricorda le stime del recente Living Planet Report e rivolge un appello ai governi, chiamati 'con urgenza ad aumentare le loro ambizioni e ad evitare l’inadempienza degli impegni presi per la conservazione della biodiversità'. La nuova Assemblea di Cancun si rivolgerà - spiega il Wwf - proprio a quelle Nazioni che sono lontane dal rispettare gli obiettivi stabiliti a livello di Nazioni Unite e che scadranno alla fine di questo decennio. Nel 2010, 196 Stati nella Cop 10 tenutasi ad Aichi in Giappone, hanno concordato una serie di impegni per migliorare la condizione dei principali sistemi naturali (quelli di acqua dolce, di foresta e degli oceani) e per sostenere e ridurre i livelli di rarefazione della flora e della fauna del nostro Pianeta. Ma a Cancun solo il 10% di essi si presenterà in linea con gli obiettivi della convezione, noti appunto come 'Target di Aichi'. 'Gli Stati stanno mancando il raggiungimento dei Target di Aichi', afferma Deon Nel, Global Conservation Director del Wwf. 'Il mondo ha un accordo e un piano collettivo su come fermare la perdita di biodiversità, ma ogni singola Nazione non lo ha ancora tradotto in livelli adeguati di ambizione e impegno concreto', sottolinea. Un recente studio del Wwf prevede che entro il 2020, lo stesso anno in cui scadranno i Target di Aichi, le popolazioni di fauna selvatica potrebbero diminuire di due terzi dai livelli del 1970. 'In meno di una generazione abbiamo ridotto la popolazione selvatica a livelli inimmaginabili, per non parlare dei danni a foreste, oceani e acqua dolce, ecosistemi vitali per il benessere umano. Non possiamo ribaltare questo trend in quattro anni, ma dobbiamo andare a Cancun con l’obiettivo comune di raddrizzare fortemente il timone verso la direzione giusta', dichiara Nel.