Bambini asmatici ed attività fisica: falsi miti e consigli per praticarla in sicurezza

Bambini asmatici ed attività fisica falsi miti e consigli per praticarla in sicurezza
di Stefania Elena Carnemolla

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I bambini asmatici possono svolgere attività fisica? Contrariamente a quanto si pensa, sì, parola della  Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica: “Quando questa patologia, che colpisce tra il 5 e il 10% della popolazione pediatrica, è tenuta sotto controllo lo sport è benefico per la salute e può essere praticato persino a livello agonistico, previa valutazione funzionale e certificazione del medico dello sport. L’attività fisica migliora l’efficienza cardiorespiratoria e previene l’insorgenza di sovrappeso o obesità”.

Molti sono i genitori con figli asmatici che, presi da “ansie e paure”, tendono a limitare le pratiche sportive se non quando la più semplice attività fisica. Per loro la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica ha raccolto, a cura del professor Giancarlo Tancredi, specialista in medicina dello sport, i cinque falsi miti su bambini asmatici ed attività sportiva ed alcuni consigli per praticarla in tutta sicurezza.

Molti, ad esempio, pensano che i bambini asmatici possano praticare solo nuoto. Falso: possono praticare, spiega il professor Tancredi, la “maggior parte degli sport, anche a livello agonistico”. Sconsigliati, invece, gli sport estremi.

Al primo falso mito, si lega il secondo che vuole che i bambini asmatici non possano, per l’appunto, fare sport a livello agonistico. E invece possono, “previa valutazione funzionale e certificazione del medico dello sport”. Il professor Tancredi fa l’esempio del nuotatore statunitense Mark Spitz, vincitore di sette medaglie d’oro alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972 e di Haile Gebrselassie, ex mezzofondista e maratoneta etiope, recordman e vincitore della maratona di Berlino del 2007 e del 2008 e vincitore di molte medaglie d’oro.  

È opinione comune che lo sport faccia venire l’asma da sforzo. Le cose, in realtà, stanno in maniera diversa: “L’attività fisica” spiega il professor Tancredi “può scatenare l’asma da sforzo, tosse, sibili, affanno, senso di costrizione al torace, e può far pensare ai genitori che il bambino asmatico non debba fare sport. In realtà, questa condizione è un indice di uno scarso controllo dell’asma. Per questi motivi lo sport si può svolgere dopo aver prescritto una corretta terapia per l’asma e l’asma sia sotto controllo”.

Niente piscina, il cloro peggiora l’asma, il falso mito che non t’aspetti. Vero che studi su “nuotatori d’élite e operatori delle piscine” hanno rilevato che il cloro può “aumentare l’iperreattivitá bronchiale ed il rischio di asma”, ma è anche vero, ricorda il professor Tancredi, che la “revisione sistematica” della letteratura scientifica sul tema ha evidenziato che “il nuoto è ben tollerato nei bambini e negli adolescenti con asma stabile”, migliorando, al tempo stesso, “funzionalità respiratoria” e “fitness cardiopolmonare”.

L’ultimo falso mito riguarda i farmaci per la terapia dell’asma, come salbutamolo e coricosteroidi, assunti per via inalatoria, giudicati come doping: “Negli atleti asmatici” precisa il professor Tancredi “il salbutamolo somministrato per via inalatoria fino ad un dosaggio giornaliero di 1600 mcg ed i CSI non costituiscono doping. È vietato l’uso degli stessi farmaci per via sistemica o dosaggio elevato (salbutamolo>1600 mcg/die)”.

Come praticare, pertanto, in tutta sicurezza l’attività sportiva e fisica, in genere?

È importante, innanzitutto, rispettare la terapia prescritta dal medico per “tenere sempre sotto controllo l’asma”. Prima di iniziare un’attività fisica, procedere al riscaldamento, non dimenticando di respirare con il naso, ciò che aiuta a ridurre il contatto con gli allergeni. L’attività fisica va, inoltre, praticata in “ambienti poco inquinati” e “con bassi livelli di concentrazione allergenica”, come acari e pollini. Andranno, quindi, evitate le “fasce orarie più calde”, a causa, soprattutto, della presenza di ozono, le discipline sportive in “situazioni ambientali sfavorevoli” – il professor Tancredi fa l’esempio dell’esposizione ad “aria fredda e secca” –, nonché “sport estremi e immersioni subacquee”.

Vietato, invece, praticare attività fisica in presenza di sintomi dell’asma come tosse, sibili e affanno o durante una crisi asmatica.  

 

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17/04/2018
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