Alghe tossiche: cosa fare per difendersi dalla Ostreopsis ovata

Alghe tossiche cosa fare per difendersi dalla Ostreopsis ovata

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Nessuna leggenda metropolitana: la Ostreopsis ovata è una microalga di origine tropicale ormai presente anche sulle coste italiane, che può causare più di qualche malessere fisico ai bagnanti. I controlli delle acque e il rispetto di alcune raccomandazioni stilate dagli esperti del settore permettono di tenere sotto controllo il problema che affiora nei mesi estivi.
Questa alga ha dimensioni così piccole da essere invisibile a occhio nudo, eppure è molto insidiosa. Vive nei primi metri vicini alla riva, in acque poco profonde, ancorata alle macroalghe che di solito popolano le scogliere. Diventa visibile e tossica durante la fioritura, quando ogni sua cellula si duplica in breve tempo, formando ammassi filamentosi di colore marrone-ruggine. A volte nei giorni della fioritura rilascia una tossina dannosa per la salute umana.

I rischi a cui si va incontro

A seguito di inalazione o contatto diretto con le tossine rilasciate dalla Ostreopsis ovata si possono avere degli episodi di malessere, come febbre, dolori articolari e muscolari, raffreddore, mal di gola, mal di testa, nausea e vomito, congiuntivite e irritazione cutanea. Questi sintomi si presentano durante l’esposizione o dopo alcune ore (2-6 ore) e regrediscono di norma spontaneamente dopo uno o due giorni senza lasciare complicazioni, ma è importante fare una segnalazione all’Azienda Sanitaria di competenza.
Le persone più a rischio sono i bambini, gli anziani e tutti coloro affetti da patologie dell’apparato respiratorio (asmatici, broncopatici, allergici e così via).

Cosa fare in presenza dei sintomi

Alle prime avvisaglie di malessere bisogna allontanarsi dalla zona costiera. ” Talvolta è sufficiente allontanarsi di alcune decine di metri per eliminare o attenuare il malessere; inoltre, in alcuni casi i disturbi scompaiono rapidamente soggiornando in locali dotati di impianto di condizionamento. Se invece i sintomi persistono o tendono ad aggravarsi è opportuno recarsi al più vicino pronto soccorso”, spiega in una nota l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) del Friuli Venezia Giulia.
Di solito l’Ostreopsis ovata fiorisce nei mesi estivi, grazie al forte irraggiamento solare e dell’elevata temperatura del mare, ma anche il protrarsi di bel tempo, dell’alta pressione e del mare calmo, sono condizioni favorevoli alla sua riproduzione.

Le vie di esposizione

Si può entrare in contatto con le tossine rilasciate dalla Ostreopsis ovata attraverso la cute, il naso e la bocca. “L'uso ricreativo delle acque (bagnanti, sportivi, pescatori amatoriali) e le attività professionali (bagnini, operatori turistici, pescatori, operatori coinvolti in attività di monitoraggio marino costiero, ricercatori che maneggino campioni contenenti la Ostreopsis ovata e/o le tossine prodotte) sono le principali vie di esposizione. Di recente è stata evidenziata anche la possibilità di rischi per la salute connessi alla manipolazione non protetta di coralli da acquario”, si legge in una nota dell’Arpa Toscana.
Un rischio potenziale è poi legato al consumo di molluschi contaminati, tuttavia finora nel bacino del Mediterraneo non sono stati riportati casi di intossicazioni di natura alimentare da consumo di pesce contaminato da questa microalga. “I molluschi (cozze, vongole, arselle e così via) - filtrando grandi quantità di acqua marina -possono accumulare tossine algali, comprese quelle prodotte dalla Ostreopsis ovata. Si raccomanda quindi ai consumatori di acquistare sempre molluschi di provenienza controllata e di rispettare i divieti di raccolta e consumo degli stessi dai banchi naturali, dove esistenti. Considerazioni similari valgono per i ricci di mare che brucano alghe sulle quali la Ostreopsis ovata può formare fioriture”, conclude la nota.

 

 

 

 

13/08/2019
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