Aggressività e violenza: quali sono le cause che le determinano?

Aggressività e violenza quali sono le cause che le determinano

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Ogni giorno assistiamo attoniti ad episodi di violenza che lasciano senza parole. Perché si concretizzano così tanti atti di irruenza? Gli psicologi studiano l’aggressività per cercare di capirne le origini. Alcuni studiosi affermano che l’aggressività è solo un tipo di comportamento influenzato dalle norme e dalle regole di ogni cultura. In quest’ottica la violenza dei gruppi giovanili va calata nel contesto di regole e norme che essi considerano appropriate al comportamento. Le ricerche hanno dimostrato che, ad esempio, i membri di una banda commettono atti aggressivi quando questi sono visti come “la cosa giusta da fare” in una data situazione (Moghaddam, 2002).  

Secondo la teoria dell’apprendimento sociale, il comportamento viene appreso attraverso l’osservazione, l’imitazione, le ricompense e le punizioni che riceviamo, mettendo in luce la parte appresa del comportamento aggressivo. In tal senso i mass-media, in particolare la televisione, sono una fonte di modelli per i bambini. Se ad esempio un bambino vede l’eroe di un cartone o di un telefilm che picchia e uccide una banda di persone che lo minacciano, poi potrà valutare di usare quel copione come guida per il proprio comportamento nelle situazioni in cui gli pare appropriato.

La valutazione su ciò che è giusto o meno fare dipende anche dall’educazione e dalle spiegazioni che i genitori danno ai figli riguardo a determinate scene di violenza (Moghaddam, 2002). Rimanendo sempre nell’ambito della famiglia, in genere i bambini fisicamente aggressivi hanno avuto genitori fisicamente punitivi che hanno impartito loro la disciplina mediante un modello aggressivo, con urla, schiaffi e percosse. Questi genitori hanno spesso avuto a loro volta genitori fisicamente punitivi. Tale comportamento punitivo può giungere fino al maltrattamento e, sebbene la maggior parte dei bambini maltrattati non sviluppi comportamenti criminali o non si trasformi in un genitore che maltratta i propri figli, il 30% finisce per adottare comportamenti violenti (Myers, 2009).

Anche l’eredità genetica influenza la sensibilità del sistema neurale alle sollecitazione aggressive. Il nostro temperamento, ossia il nostro livello di intensità e di reattività emotive, ci viene in parte donato alla nascita ed è influenzato dalla reattività del nostro sistema nervoso. Il temperamento di un individuo osservato durante l’infanzia di solito perdura anche in età adulta. Un bambino non aggressivo a 8 anni sarà molto probabilmente anche a 50 anni un uomo non aggressivo (Myers, 2009).

L’aggressività può anche essere stimolata dall’ambiente (caldo, rumore, sovraffollamento e inquinamento). Il fattore climatico più irritante è il caldo e le persone possono diventare più nervose quando il tempo è afoso. Il disagio connesso a una temperatura climatica elevata alimenta direttamente l’aggressività? Sebbene la conclusione possa essere plausibile, la correlazione tra temperatura e aggressività non costituisce una prova.

La presenza di alcuni composti chimici nel sangue può essere un altro fattore che influenza la sensibilità neurale alla stimolazione aggressiva. Molte ricerche indicano che il consumo di alcol scatena l’aggressività quando gli individui vengono provocati. L’alcol incrementa l’aggressività riducendo l’autoconsapevolezza delle persone e la loro capacità di valutare le conseguenze; infatti esso funziona da disinibitore, in altre parole riduce le nostre inibizioni sociali. Pertanto, sotto l’influsso dell’alcol, emergono con più forza le tendenze primarie di una persona, per cui chi è portato a mostrare affetto diventerà più espansivo e chi tende alla violenza diventerà aggressivo. Analogamente, dopo l’ingestione di alcol, le persone che sono soggette alla pressione sociale verso l’aggressività o che sono frustrate o provocate, avvertono minori restrizioni o inibizioni a commettere atti violenti (Aronson, Wilson e Akert, 2010).

Altri ricercatori sostengono che la frustrazione, cioè qualsiasi cosa che impedisca di raggiungere uno scopo, evoca uno stato di istigazione ad agire in maniera aggressiva e che l’aggressività è sempre preceduta da un qualche tipo di frustrazione. Non è detto che l’energia aggressiva esploda direttamente contro ciò che l’ha originata. Secondo il meccanismo della dislocazione, si impara a inibire le ritorsioni dirette, soprattutto quando altri potrebbero disapprovarci o punirci, e a trasferire l’ostilità dislocandola su bersagli più sicuri.

D’altra parte quando una persona cova ira o rancore a causa di una precedente provocazione, persino un’offesa insignificante può innescare un’azione dirompente eccessiva. Questo fenomeno di aggressività dislocata aiuta a comprendere perché una persona precedentemente provocata e ancora in preda all’ira, una volta alla guida della sua auto, potrebbe rispondere a gesti o a comportamenti lievemente offensivi di altri guidatori con vere e proprie reazioni di rabbia intensa e con gesti sconsiderati oppure compiere atti violenti in seguito a lievi critiche da parte del coniuge (Myers, 2009). Molti sono gli studi in corso in questo campo, ma non dimentichiamo che spesso la violenza genera altra violenza.

02/12/2011
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