Accumulare oggetti fino a riempire la casa: la disposofobia è una patologia. Sintomi e terapie
Conservare tutto ed essere circondati da disordine, sporcizia e mancanza di spazio dove si vive è una patologia che va affrontata con un terapeuta per superare la paura di buttare via gli oggetti inutili che si tende ad accumulare
Si chiamava Sepolti in casa il docu-reality statunitense che volgeva l’attenzione agli accumulatori seriali, persone che hanno difficoltà a lasciar andare gli oggetti conservandoli per sempre. Di tanto in tanto a ricordarci della loro patologia c’è qualche articolo di cronaca su decessi avvenuti in appartamenti pieni zeppi di roba, frutto di accumuli decennali. Si tratta di una condizione patologica nota come disposofobia che spinge il paziente a raccattare compulsivamente i beni, accumulandoli in casa senza mai buttarli via né utilizzarli, così a lungo andare diventa impossibile vivere in quelle abitazioni. Cassetti, armadi, librerie, sedie, divani, pavimenti, davanzali delle finestre, insomma in ogni spazio utile sono stoccate cose di ogni genere e valore, di cui non si ricorda neanche l’esistenza.
La patologia
Chi soffre della sindrome dell’accumulo eccessivo conserva tutto in casa: dagli scontrini ai biglietti del cinema, dai sacchetti vuoti ai rifiuti. È quasi impossibile per i familiari o gli amici convincerli a buttar via queste cose inutili, ma nella maggior parte dei casi coloro che hanno sviluppato la disposofobia vivono da soli e non ricevono nessuno in casa, tanto che capita di scoprire la malattia al momento del loro decesso.
Si tratta per lo più di persone che tendono a diradare i rapporti sociali, isolandosi. L’attività principale nel quotidiano è accumulare, raccogliendo cianfrusaglie nei cestini dell’immondizia, dandosi allo shopping compulsivo o rubando se non si hanno possibilità economiche. Il bottino si porta poi in casa e si stocca in ogni dove.
Sintomi
Conservare alcune cose è normale, così come collezionare o accumulare oggetti e ricordi. Si sfocia nella patologia se c’è il costante bisogno di acquisire questi beni senza utilizzarli o gettarli via e non si ha più spazio in casa per lavarsi, riposarsi, cucinare, pulire il luogo dove si vive e addirittura diventa impossibile girare nelle stanze proprio perché i passaggi sono invasi dalle cose. In queste persone si sviluppa la paura di buttare via ciò che si colleziona, auto convincendosi che potrebbero rivelarsi utile un domani, ma ciò non accade. Del resto a cosa potrebbero servire centinaia di biglietti del bus usati, ad esempio? In queste persone si sviluppa anche un forte attaccamento emotivo agli oggetti nonché il bisogno di mantenere una sorta di controllo su di essi, tanto che nessuno deve toccarli o buttarli. Ma non finisce qui. Il solo pensare a cosa eliminare, genera ansia e angoscia molto forti.
Cosa fare
Coloro che soffrono di disposofobia possono essere aiutati da sedute di psicoterapia cognitivo-comportale attraverso cui saranno istruiti su come fare per resistere alla tendenza da accumulo. Spesso il terapeuta deve anche entrare nell’appartamento per ridurre il numero di oggetti e abituare il paziente a liberarsene gradualmente. Molti non si rendono conto dell'impatto negativo che questa problematica ha sulla loro vita o non credono di aver bisogno di cure. Nel percorso terapeutico si interviene sulla correzione delle abilità di organizzazione dei propri beni, per aiutare il paziente a decidere quali scartare e a capire il vero motivo per cui ci si sente il bisogno di accumulare.