Schiena a pezzi, dolori al collo e fastidi agli occhi: sopravvivere allo smart working in dieci mosse
Fare una pausa ogni 30 minuti e avere una sedia adeguata sono fondamentali per un sano “lavoro agile”
L’emergenza Coronavirus ha costretto milioni di persone, in Italia e all’estero, a lavorare da casa ma il lavoro da remoto, come sarebbe più giusto chiamarlo visto che per lo più ha ancora poco di “smart”, resterà una realtà per tanti anche dopo la fine della pandemia. Le cifre nazionali parlano di mezzo milione prima della pandemia Covid, 8 milioni con il lockdown secondo l'indagine promossa dall'Area politiche di genere della Cgil e realizzata insieme alla Fondazione Di Vittorio. Una modalità di lavoro diventata necessaria per le misure di sicurezza anti-contagio, che un lavoratore su sei vorrebbe proseguire anche dopo l'emergenza. Possibilità che affascina più gli uomini rispetto alle donne per le quali, invece, lavorare da casa risulta più pesante.
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Il famoso “tech neck”
In generale però, quella soluzione che all'inizio è sembrata comoda ai più, a lungo andare ha lasciato tutti con la schiena a pezzi e problematiche posturali dovute a un periodo prolungato d’inattività. Secondo una ricerca della World Health Organization pubblicata sul portale britannico Daily Mail il 72% dei lavoratori intervistati ha ammesso di soffrire di lombalgia, acutizzatasi in quarantena. E ancora, l’utilizzo scorretto di smartphone e PC provoca a lungo andare quello che i britannici chiamano “tech neck”, ovvero il collo segnato dalla postura tipica di chi china il capo e che colpisce soprattutto i millennial. Problematiche che ottengono grande risalto anche sui social: da un monitoraggio su Instagram è emerso come l’hashtag #Backpain abbia oltre 1 milione di menzioni e #Techneck oltre 12mila.
Dieta e sedie ergonomiche
Ma quali sono i consigli degli esperti per prevenire e curare le patologie legate allo smart working? La prevenzione inizia a tavola con un regime alimentare sano ed equilibrato per combattere la sedentarietà e continua prestando attenzione all’utilizzo di sedie ergonomiche adeguate al tratto lombare, facendo inoltre delle brevi pause almeno ogni 30 minuti di lavoro.
Pause e postura
Fondamentale è anche compiere esercizi di allungamento per la mobilità muscolare e seguire una routine rilassata. “L’emergenza sanitaria ha drasticamente cambiato lo stile di vita di milioni di italiani soprattutto in relazione allo smart working che ha causato un aumento della sedentarietà e delle problematiche posturali – ha spiegato la dott.ssa Angela Amodio, fisioterapista specializzata in neuroriabilitazione – Rimanere seduti per ore e ore in una posizione scorretta provoca un intorpidimento muscolare che può portare a patologie più acute come cervicalgia, crisi vagali, nausee e vertigini. Per questo motivo è consigliabile fare una pausa almeno ogni 30 minuti e muoversi all’interno della propria abitazione, munirsi di una sedia ergonomica che valorizzi il tratto lombare e compiere una serie di esercizi finalizzati ad allenare la mobilità muscolare. Attenzione anche alla salute oculare: durante lo smart working lo schermo va tenuto all’altezza degli occhi per evitare ulteriori problematiche alla vista. Per curare le numerose problematiche posturali, infine, un valido aiuto arriva dalla Theal Therapy, che grazie alle sue lunghezze d’onda agisce direttamente sulla componente infiammatoria, riducendo alla radice il dolore associato”.
Problemi a occhi e colona vertebrale
Ma quali sono le problematiche più diffuse a causa dello smart working prolungato? Al primo posto spicca la lombalgia, spesso dovuta a posture scorrette su sedie che comprimono in maniera eccessiva le vertebre lombari. A seguire le crisi vagali accompagnate da senso di nausea, spossatezza e vertigini, e cervicalgie, che provocano intorpidimento e formicolio al collo. Ma non è tutto, perché fissare lo schermo di dispositivi elettronici per un periodo di tempo prolungato può causare disturbi astenopici come secchezza oculare, affaticamento, senso di bruciore e visione offuscata.
Le 10 regole
Ecco quindi i consigli degli esperti per prevenire e curare le più frequenti patologie legate allo smart working:
1. Fare una pausa almeno ogni 30 minuti e muoversi in giro per la casa: è fondamentale per evitare una stasi muscolare legata a prolungati periodi di inattività e rimettere in moto la circolazione sanguigna.
2. Munirsi di una sedia adeguata al tratto lombare: le posture scorrette sono spesso dovute a postazioni non ergonomiche. Utilizzare una sedia da ufficio oppure autotrattarsi con cuscini o rialzi che allineino le vertebre è utile a prevenirle.
3. Attenzione allo sguardo fisso rivolto verso il PC: lo schermo andrebbe tenuto alla stessa altezza degli occhi in modo da evitare disturbi astenopici e rigidità nel tratto cervicale.
4. Effettuare esercizi dinamici di mobilità: compiere il cosiddetto “allenamento da scrivania” innalzando le braccia verso l’alto o effettuando degli squat aiuta a mantenere attivo il comparto muscolare.
5. Creare uno spazio di lavoro adeguato: è consigliabile lavorare seduti con le braccia appoggiate sulla scrivania, favorendo il giusto distanziamento tra i polsi ed evitando di lavorare sulla poltrona o sul letto.
6. Non sottovalutare l’importanza di un regime alimentare equilibrato: la prevenzione inizia a tavola con una dieta sana che prediliga fibre, frutta e verdura in modo da combattere la sedentarietà prolungata e il rischio di sovrappeso.
7. Creare una routine mattutina rilassata: è consigliabile mantenere ritmi e orari regolari, iniziando a lavorare o studiare all’orario consueto e terminando alla stessa fascia oraria.
8. Idratarsi è fondamentale: tenere sempre a portata di mano una bottiglietta d’acqua aiuta a regolare la temperatura corporea, favorisce la digestione e l’eliminazione di tossine in eccesso.
9. Assumere una giusta postura anche a letto: riposare bene aiuta a essere meglio concentrati e produttivi. Per questo motivo è consigliabile dormire in posizione supina con un cuscino sotto le gambe oppure di fianco con un cuscino tra le gambe.
10. Un valido aiuto arriva dalla laserterapia: grazie al processo di fotobiomodulazione è possibile recuperare in tempi brevi da lombalgie e altre problematiche posturali.