Minori insensibili e violenti? Sono il risultato di una mancanza di educazione all'empatia
I recenti casi di cronaca che hanno per oggetti giovanissimi violenti e baby-gang andrebbero affrontati con precisi progetti educativi
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Il considerevole aumento di fatti di violenza anche estrema e inspiegabile, l'assenza di empatia da parte degli esecutori, le conseguenti parole di orrore, esecrazione, sconcerto, puntano, o dovrebbero puntare, l’attenzione sull'urgenza di aumentare in ciascun cittadino la consapevolezza del disagio sociale che stiamo vivendo e sulla necessità, ormai improcrastinabile, di porvi rimedio. Consigli e suggerimenti profusi da professionisti, seppure nobili, potrebbero perfino disorientare, demotivare, scoraggiare, se non si ha l'opportunità di apprendere come metterli in pratica!
“Non chiedo mai a quale razza appartiene un uomo. Mi basta che sia un essere umano: nessuno può essere qualcosa di peggio”. Mark Twain
Citazione, illuminante o meno, di MarK Twain a parte, appare chiaro che, se non abbiamo il coraggio di lavorare tutti insieme, media, istituzioni, enti, per il benessere individuale e collettivo, forse non abbiamo neppure il diritto di indignarci e scandalizzarci se stiamo andando in malora.
In diversi Paesi, per esempio nella Danimarca, l’acquisizione, a partire dalla primissima infanzia, delle abilità esistenziali, ascoltare empaticamente, comunicare empaticamente, negoziare, si è dimostrata così efficace che verrebbe da chiedersi: perché in Italia non ce ne occupiamo affatto?
Perché sembra che molti non abbiano la capacità di comprendere l'importanza di essere educati a interagire in modo appropriato con gli altri? Si pensa di fare educare alla socialità i cuccioli di cani, perché non si pensa di fare altrettanto con gli esseri umani?
Eppure, dovrebbe apparire chiaro che, per costruire relazioni gratificanti con il partner, i figli, le altre persone, è necessario acquisirne le capacità e acquisirle con la pratica e l'allenamento, così come si fa quando si vuole imparare a guidare un'auto, ballare, fare sport, svolgere con competenza una qualunque professione di chirurgo, ingegnere, insegnate, idraulico...o una qualunque attività educativa, didattica, politica, commerciale,...
L'intelligenza emotiva non è una dote innata, come non lo è l'empatia che fa parte del nucleo delle 10 capacità emotive, sociali e pratiche, neppure queste innate, indicate nel Documento WHO'93 emanato nel 1993 dall'OMS e che andrebbero insegnante precocemente alle nuove generazioni.
Imparare ad usare le emozioni come un patrimonio di ricchezza straordinaria, a vantaggio nostro e della collettività, imparare ad agire per scelta e non per dipendenza da altri e da eventi che accadono, appare l’unica strategia possibile per l’evoluzione etica e sociale della razza umana.
In famiglia e a scuola, l'educazione alla socialità e alla sessualità, viene, per lo più, demandata alla buona volontà di genitori e insegnanti e con risultati non particolarmente incoraggianti.
Una soluzione, dunque, è quella di offrire a genitori e insegnanti l'opportunità di partecipare a laboratori esperienziali dove acquisire tali competenze da trasmettere, poi, alle nuove generazioni. Come nel classico prendere due piccioni con una fava: dare uniformità ai messaggi educativi rivolti ai giovani e orientare il dialogo famiglia scuola oltre il conflitto.
L'Associazione Bambino Oggi…Uomo Domani, sta realizzando da 10 anni il progetto Comunichiamo PositivaMente ideato in base all'Intervento Emotionally Focused Therapy EFT della dott.ssa Sue Johnson, testato e validato dai Centri di Ricerca di Ottawa e di San Diego in oltre 30 anni di studi attorno alla Teoria dell'Attaccamento infantile. Il Format è rivolto agli adulti, in particolare a genitori e insegnanti, gratuitamente nelle scuole. I risultati sono concreti, ma la partecipazione è inferiore all'1%, ma abbiamo un sogno e non vogliamo fermarci!