Cosmetici, come leggere le etichette e quali sono le app che ci aiutano a farlo
Simboli, claim, sigle e certificazioni non sempre sono immediati da comprendere per il consumatore, però alcune informazioni di base permettono di orientarsi tra le decine di prodotti cosmetici presenti sugli scaffali, evitando di portare a casa ritrovati potenzialmente pericolosi.
Shampoo, balsami, creme dedicate a varie parti del corpo e poi detergenti, saponi, oli, sieri e un’infinità di ritrovati per il make up: sono tanti i prodotti cosmetici a cui facciamo ricorso ogni giorno, quindi è bene utilizzare referenze di qualità, a basso impatto ambientale e non potenzialmente pericolose per la salute.
La sicurezza è garantita dalle disposizioni di legge, dai test e dalle operazioni di sorveglianza, eppure sarebbe meglio evitare alcune sostanze di sintesi chimica, considerando che di frequente spuntano studi scientifici che rilevano inaspettate fonti di pericolosità.
Ingredienti
Sull’etichetta è obbligatorio riportare la lista degli ingredienti contenuti nel prodotto cosmetico preceduto dalla parola “ingredients”: sono elencati in ordine decrescente di peso, mentre se presenti in percentuale inferiore all’1% possono esseri indicati in ordine sparso.
Le denominazioni degli ingredienti fanno riferimento a un codice internazionale, detto INCI (international nomenclature for cosmetic ingredients), unico per tutti i Paesi dell’Unione Europea e impiegato anche in altri Paesi, con termini in inglese e in latino (se riferiti ai nomi botanici e a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea), invece per i coloranti si utilizzano le numerazioni del Colour Index (ad esempio CI 77999).
I composti odoranti, aromatizzanti e le loro materie prime sono indicati con “parfum” o “aroma”, infine, se alcuni ingredienti sono presenti sotto forma di nanomateriali hanno la dicitura “nano”, seguita dal nome dell’ingrediente.
Sostanze da evitare
Se è vero che è la dose che fa il veleno, è anche vero che sul nostro corpo ogni giorno spalmiamo una decina di ritrovati cosmetici, le cui sostanze vengono assorbite dall’epidermide.
I petrolati sono dei composti gelatinosi derivati dai residui del petrolio, che, oltre a non essere biodegradabili, figurano tra i cancerogeni di gruppo II (cioè quelle sostanze da considerare cancerogene per l’uomo, secondo la classificazione dell’International agency forr on cancer). Di solito i petrolati vengono utilizzati per lubrificare e rendere spalmabili i prodotti; nell’Inci compaiono con i nomi di mineral oil, paraffinum liquidum, petrolatum, propylene glycol, isopropyl, vaselina e cera microcristallina.
I siliconi sono dei composti a base di silicio, come dimeticone, ciclometicone o simeticone e così via.
Super presenti in creme e in trucchi, non si deteriorano con il calore, rendono il prodotto più piacevole da spalmare e donano una sensazione di morbidezza al tatto quando si toccano pelle e capelli, ma è come se venissero avvolti in una sorta di pellicola che potrebbe portare all'occlusione dell'epidermide o della cute e quindi alla desquamazione e alla disidratazione. Non sono sostanze biodegradabili nell’ambiente e si riconoscono quando nell'Inci compaiono nomi che terminano con i suffissi “one”, “siloxane” o “silanol” (ad esempio, dimethicone, cyclomethicone, amodimethicone, cyclopentasiloxane).
I parabeni sono delle sostanze conservanti molto utilizzate dall’industria cosmetica soprattutto per le proprietà battericida e fungicida. Stanno diventando sempre più motivo di discussione scientifica perché potenziali interferenti endocrini, cioè in grado di alterare l'equilibrio ormonale, con possibili ricadute sulla salute. Tra quelli più comuni nelle formulazioni di cosmetici di sintesi chimica spiccano nomi quali methylparaben, ethylparaben, propylparaben, isobutylparaben, butylparaben e benzylparaben.
I PEG, polietilenglicoli, sono derivati petroliferi dai quali potrebbe scaturire la produzione di una molecola piuttosto pericolosa per la salute, il diossano (sostanza potenzialmente irritante per occhi e vie respiratorie, sospettata di arrecare danni al sistema nervoso e ai reni); vengono utilizzati come emulsionanti nei prodotti cosmetici e si individuano nell’Inci col nome di PEG, appunto.
I sali di alluminio sono utilizzati come agenti antitraspiranti in alcune tipologie di deodoranti. Al momento c’è un dibattito sulla loro capacità di penetrare nell’organismo e causare danni, come ad esempio l’insorgenza di tumore al seno. Nell’Inci compaiono con il nome aluminium.
I profumi, molto utilizzati nella cosmesi convenzionale, servono per dare determinati odori ai prodotti più svariati. I profumi di sintesi chimica (più del 90% derivanti dal petrolio) potrebbero causare delle reazioni allergiche a contatto con l’epidermide; nell’Inci compaiono con i nomi parfum o fragrance.
I coloranti sono sostanze cui ricorre una parte dell’industria cosmetica per dare un aspetto più attraente ai prodotti. Alcuni coloranti chimici potrebbe causare allergie, potrebbero essere cancerogeni e potrebbero avere effetti negativi sul sistema riproduttivo umano; nell’Inci sono scritti con la sigla CI seguita da un numero a cinque cifre.
Conservazione
I cosmetici non durano per sempre, ma hanno una data di durata minima indicata con la dicitura “Usare preferibilmente entro...” seguita da mese/anno oppure giorno/mese/anno. Se sull’etichetta ad esempio è scritto 11/2021, vuol dire che il prodotto cosmetico, conservato in modo corretto, mantiene le sue caratteristiche iniziali fino a novembre del 2021. L’indicazione della scadenza non è obbligatoria per i prodotti cosmetici che abbiano una durata minima superiore ai 30 mesi.
Pao
Su alcune tipologie di prodotti cosmetici è indicato il Pao, il periodo di validità dopo l’apertura (dall’inglese period after-opening) cioè il periodo di tempo in cui può essere utilizzato senza rischio di effetti dannosi. Nei Paesi dell’Unione Europea è rappresentato da un vasetto aperto su cui è riportata la durata in mesi, scritta in cifre seguite dalla lettera “M”. Ad esempio, 12 M significa che il cosmetico, una volta aperto, sarà sicuro per 12 mesi nelle condizioni di normale utilizzo.
Logo cruelty free
Oltre al logo del produttore, sulle etichette si possono trovare i simboli delle certificazioni ottenute per quel prodotto, tra cui cruelty free. Nel 2013 in Europa è entrato in vigore il divieto di commercializzare e di importare i prodotti cosmetici con ingredienti testati su animali: una lista ufficiale è riportata sul sito internet della Lav, lega anti vivisezione, nella sezione ”test cosmetici”.
Cosmetici green
Cosmetici 'naturali' e 'bio' sono due concetti differenti. Non c’è una legge che indichi la quantità di ingredienti biologici che devono esserci sul totale affinché un cosmetico possa essere definito nell’uno o nell’altro modo. La normativa stabilisce solo quali sono gli ingredienti consentiti (naturali e non) e le quantità massime che li rendono sicuri per la salute.
I prodotti cosmetici per essere definiti bio devono essere approvati da un organismo di controllo che ne certifica la qualità con uno specifico logo stampato sulle confezioni, inoltre, devono essere rispettati l’elenco degli ingredienti ammessi, i metodi per la loro lavorazione e i limiti del contenuto minimo di sostanze naturali. Alcune referenze contengono una percentuale bassa di ingredienti biologici, mentre altre quasi sfiorano il 100%, in entrambi i casi è legale riportare la dicitura bio sull’etichetta.
A portata di app
Le app semplificano alcuni aspetti della vita, non fanno eccezione i momenti d’acquisto dei prodotti cosmetici naturali.
A velocizzare la lettura dell’Inci c’è Biodizionario: basta avvicinare la lista degli ingredienti alla fotocamera, scattare una foto e in un paio di secondi si potrà sapere se il prodotto ha davvero i requisiti di naturalità ed eco logicità.
Greenity - Bio inci Cosmetici è un’app che conta su un database con oltre 13mila prodotti e altrettanti ingredienti. Attraverso una legenda cromatica riconosce le sostanze dannose e quelle eco-sostenibili.
BioTiful è un’applicazione che contiene un database con più di 25 prodotti e ingredienti e tramite la lettura del codice a barre si può ricercare quello che vogliamo acquistare e avere informazioni sulla qualità delle materie prime, sull’Inci e sulla funzione degli ingredienti