Bergamo isola felice per i nuovi nati: 600 parti durante la crisi della pandemia

In neonatologia sono 25 i piccoli nati da mamme Covid, quasi tutti con parto naturale nonostante i rischi

Bergamo isola felice per i nuovi nati 600 parti durante la crisi della pandemia
di Redazione

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La pandemia non ferma i fiocchi rosa e azzurri: dall'inizio dell'epidemia, all'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sono già quasi 600 i bimbi venuti al mondo, di cui 25 da mamme malate di Covid. 'Nella città dove si è registrato un boom di contagi e decessi si è cercato di preservare la naturalità del momento della nascita, con parto spontaneo, papà in sala parto e allattamento al seno'. A raccontarlo è Giovanna Mangili, che dirige il reparto di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale, del primo ospedale in Italia per numero di bimbi nati da mamme positive al Covid.

Neonati infetti

Nel reparto in cui la dottoressa lavora da 30 anni e che dirige da 10, il primo neonato positivo al Sars-Cov-2 è arrivato il 2 marzo e aveva 20 giorni di vita. 'Siamo stati i primi ad avere un bimbo infetto così piccolo in Italia. Da allora ne abbiamo altri 6 e nessuno ha avuto forme gravi. Ma all'inizio però non potevamo saperlo'. Quarto punto nascita in Italia e il secondo in Lombardia, all'ospedale di Bergamo nascono quasi 4.000 neonati l'anno. Un ritmo mantenuto anche in tempi di pandemia, con oltre 323 nascite solo a marzo e 585 dal 23 febbraio, giorno del primo caso Covid ad Alzano, nella bergamasca. 'I pazienti adulti con problemi respiratori che arrivavano in pronto soccorso - racconta Mangili - erano un numero spropositato, le terapie intensive tutte piene e l'intero presidio ospedaliero smobilitato, con punte dell'80% dei ricoverati che erano pazienti Covid. E' un'esperienza che si è abbattuta come un cataclisma sulla città e che nessuno, al di fuori dei bergamaschi può fino in fondo capire'.

I dati

Nonostante il dramma che li circondava, ginecologi, neonatologi, ostetriche e infermieri hanno continuato a lavorare a pieno regime. Il personale è stato subito addestrato all'uso di materiale di protezione, le visite dei parenti drasticamente ridotte e sono stati creati percorsi ad hoc, con sale parto e sale degenza dedicate. 'Temevamo il peggio. Finora - prosegue Mangili - abbiamo avuto 25 mamme con Sars-Cov-2, siamo stati l'ospedale con il numero più alto in Italia. La maggior parte era in buone condizioni'. Tutti negativi al tampone, invece, i nati da mamme positive, tranne uno. A tutti è stata garantita una nascita il più possibile naturale.

Quasi tutti parti naturali

'Ad eccezione di 5 casi, le donne hanno avuto parto spontaneo, diversamente da quanto è stato fatto in Cina, dove le mamme Covid incluse negli studi erano state sottoposte a cesareo'. E, ancora, garantita la presenza del papà in sala parto, il bimbo in camera con la mamma in regime di rooming-in per favorire l'allattamento al seno e poi dimesso con lei, ma con tutte le precauzioni del caso. 'Questo aspetto poteva esser rischioso, ma stiamo seguendo tutti i dimessi ripetendo i tamponi. E finora, a 30 giorni dal parto, non abbiamo avuto nessuna positività. Il che vuol dire che le mamme sono state attente e sono state ben istruite su come proteggere i propri bimbi'. Tutto questo, aveva descritto Mangili su Pediatria, il magazine della Società Italiana di Pediatria (Sip), 'ha fatto di noi una sorta di isola 'felice' nella tempesta che ha sconvolto la città'.

23/04/2020
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