Quattro influencer assassinati: intervista a Nicola Lecca sulle terribili conseguenze dei social
Il misterioso avvelenamento di un gruppo di pseudo-scrittori: influencer, modelli e star del porno, anima le pagine dell'autore sardo intervistato dallo psicoteraputa Enrico Maria Secci
Quattro giovanissimi influencer e autori di bestseller trovati privi di vita in una villa a Manarola, perla delle Cinque Terre. I sospetti ricadono sull’unica superstite tra gli inquilini della dimora: Antonina Pistuddi, una scrittrice vera ma ormai decaduta nonostante i riconoscimenti prestigiosi del passato. Questa la premessa del giallo insolito e irriverente “Scrittori al veleno - Mistero alle cinque terre” con cui Nicola Lecca torna in libreria per Mondadori. Chi avrà ucciso quei ragazzi al culmine della notorietà e del successo editoriale? E perché?
Il mistero pian piano svelato da Nicola Lecca attraverso la voce ironica e lo sguardo analitico sulla sola indagata. La dottoressa Pistuddi, sarda verace, pagina dopo pagina si addentra impietosamente nella psicologia degli pseudo-scrittori assassinati rivelando le ombre e gli abissi celati nella loro maniacale visibilità.
Come solo uno scrittore autentico e originale sa fare, Nicola Lecca ci regala un romanzo profetico sulle conseguenze nefaste del fenomeno degli influencer sulla psiche, la propria e quella altrui, sulla società e sul fragile ecosistema dell’arte e della letteratura. Ma “Scrittori al veleno” è anche uno scrigno che dona immagini meravigliose dei luoghi in cui è ambientato grazie al talento sinestesico e potente del narratore.
Ho avuto il piacere di intervistare Nicola Lecca per Milleudonna sulle sfumature psicologiche di “Scrittori al veleno - Mistero alle cinque terre”:
1. La protagonista del tuo romanzo è Antonina Pistuddi, una scrittrice sarda pluripremiata, con una laurea in psicologia. Secondo te, in che modo le conoscenze di uno scrittore in materia psicologica possono contribuire alla qualità un libro?
Enormemente: lo spessore psicologico dei personaggi - insieme alla psicosensorialità delle descrizioni e all'esattezza del linguaggio - rendono la scrittura ipnotica e capace di far passare ore in un minuto.
2. Hai scritto un giallo caustico e sorprendente sul misterioso avvelenamento di un gruppo di pseudo-scrittori: influencer, modelli, pornostar. Ma un delitto ancora più grande sembra ispirare “Scrittori al veleno” e permearlo, qual è?
Come dice la protagonista del romanzo alla giornalista inglese Lady Coleman, che la intervista alla BBC, "L'unica a essere stata avvelenata, qui, è la letteratura".
3. Nonostante la celebrità, il denaro e i privilegi conquistati a suon di follower e di copie vendute i giovani personaggi di “Scrittori al veleno” risultano apatici, vacui e a tratti profondamente disturbati. Di che cosa soffrono?
Hanno la mente frammentata da migliaia di notifiche. Non riescono a riflettere, né a fermarsi, né a scegliere una rotta. Sono alla deriva: in preda a umori impulsivi e viscerali, trasportati nel mare magnum dell'apparenza e stregati dalla fama beffarda dei social.
In loro è persa l'innata capacità di prendere la decisione più vantaggiosa.
4. Sei un artigiano della parola e uno scrittore nomade. Non leghi il tuo lavoro alla fretta e alla performance e questo ti ha reso l’onore di riconoscimenti inestimabili. Come ti trovi in un mondo dove sempre di più, come scrisse Oscar Wilde, la gente conosce il prezzo di tutto e il valore di niente?
Mi nascondo nei miei cantucci di incanto al riparo dalla pioggia tossica delle apparenze. Conosco il mio valore e so riconoscerlo negli altri. E questo mi basta.
5. La scrittura è un’arte altamente psicoterapeutica: può guarire chi scrive e chi legge. Se fosse la dottoressa Pistuddi a prescriverlo, chi dovrebbe acquistare “Scrittori al veleno”?
Più che "acquistare" direi "leggerlo. Non so cosa direbbe Antonina, ma io lo consiglio a chi non ne può più dell'abisso di sciatteria in cui siamo precipitati. Ma soprattutto a chi vuole fare un viaggio incantevole nelle Cinque Terre.