'La fine del mio matrimonio ha segnato la fine di tutte le mie aspettative'

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 Domanda - Sono una donna di 43 anni, ho un figlio di 8 anni,  il mio compagno mi ha lasciata quattro anni fa alla vigilia del mio 39° compleanno, dopo 16 anni insieme. Da allora non riesco a essere felice della mia vita. La fine del mio matrimonio ha segnato la fine di quasi tutte le mie aspettative, avrei voluto avere altri figli, avrei voluto seguire la mia famiglia, mi piaceva cucinare, avrei voluto costruire qualcosa, essere indipendente, avrei voluto essere amata da un compagno di vita. Adesso invece mi sento sola, non realizzata, costretta dalle necessità economiche a svolgere un lavoro che non avrei voluto fare ma che è l'unico che ho e so fare, costretta a vivere con mia madre e a sottostare ancora alle sue regole; costretta dalla salute, dal tempo che passa  e dal fatto che sono sola a rassegnarmi a essere la mamma di un figlio unico. In questi anni, sia da sola che con l'aiuto di figure specializzate, psicologi, sono riuscita a riconquistare il mio amor proprio lavorativo, un minimo di autostima fortemente usurata dal mio exmarito. Ancora oggi ammetto di esserne innamorata dato che non riesco a odiarlo e ne avrei di motivi per odiarlo. Col tempo ho riconquistato la mia salute (l'ultimo anno di matrimonio dovetti fare 6 trattamenti antibiotici perchè mi ammalavo in continuazione e avevo le unghie diventate di burro), ma non completamente (mangio troppo, cerco nel cibo conforto). La mia infelicità attuale deriva dal fatto che mi sento sola, sola perchè di una compagnia maschile, priva di amore, ma non sola sessualmente, ma sola come donna e non riesco a uscire da questa condizione. Ho provato a fare nuove conoscenze ma da che ho iniziato a cercare (circa tre anni),  ho collezionato solo delusioni. Difficile mettere insieme tutto! Attrazione fisica, cervello e uomo. Non sono una bellezza sono la classica matrona con seno grosso, spalle larghe, bassetta, quadrata (sicuramente ho il problema che io esteticamente non mi piaccio).  A 43 anni non è facile trovare un compagno: i miei coetanei guardano le trentenni, quelli un po' più giovani guardano alle donne come me come a un'ottima soluzione per trovare sesso disinibito a buon mercato; e i più grandi di me solitamente sono uomini rimasti soli perchè hanno qualche problema. Attendo una risposta, grazie e cordiali saluti. Donatella

Risposta - Cara Donatella, forza! È il momento di ricominciare a pensare a te in tutti i sensi. Il tuo obiettivo non è trovare un uomo, ma dedicare del tempo alla cura di te stessa e del tuo corpo. Devi imparare a piacerti. Anche nel rapporto con il tuo ex marito tutta la tua attenzione era dedicata a lui e non a te come persona con i tuoi interessi e le tue passioni. In questo modo si creano solo rapporti di dipendenza totale e di annullamento che quando finiscono lasciano la persona più debole completamente annullata, in quanto priva della sua ragione di vita. Adesso devi imparare a svolgere attività che ti fanno stare bene. Ad esempio, mi scrivi che non ti piaci fisicamente. Fai qualcosa per risolvere questo problema. Come pensi di piacere ad altri se non piaci nemmeno a te stessa? Fai attività fisica, iscriviti ad una palestra, cura il tuo abbigliamento e fai attenzione all'alimentazione. È frequente che chi è deluso dalla fine di un amore usi il cibo come sfogo per riempire un vuoto. Hai 43 anni, sei giovane e hai ancora una vita davanti. Perchè sprecarla? Vedrai che quando ti piacerai fisicamente, anche il tuo umore ed il tuo approccio verso gli altri cambieranno. A quel punto sarà giunto il momento per cercare qualcuno con cui condividere il resto della tua vita.

Domanda - Sono una donna separata di 44 anni che convive da dieci con un uomo separato di 48 che ha un figlio viziato, maleducato, strafottente e chi più ne ha più ne metta. Ho cercato di instaurare un rapporto con lui di educazione e rispetto da quando aveva 3 anni, impossibile rimane sempre lo stesso. Comunque questo ragazzino ogni weekend, feste comandate e ferie è sempre con noi e io lo accetto a malincuore ma lo faccio. Premetto che anch'io ho una figlia di quasi 17 anni che non ne vuole sapere né del moccioso né del mio compagno e viceversa, faticano ad andare d'accordo! Per vederla sono io che vado a trovarla, lei vive con il mio ex. Comunque io e il mio compagno ci siamo sempre tenuti un paio di settimane all'anno, ogni sei mesi circa, per andarcene per i fatti nostri senza il moccioso. Quest'anno novità nella nostra solita settimana di ottobre di ferie dove ci rechiamo a Roma, vuole venire anche il piccolo mostro. In ferie se ne era parlato per 3 minuti a cena una sera, ora mi ritrovo che il mio compagno ha già detto con la sua ex che il figlio viene con noi a Roma e io lo so solo ora senza averne parlato più. Io ho provato a dire con il mio compagno che per me andare a Roma è il modo di stare con lui e ho finora dei bellissimi ricordi, che non voglio rovinare tutto per il mostricciattolo, ma ormai la frittata è fatta. Cosa devo fare? Mi dia un consiglio. Io sono stufa di subire la presenza di suo figlio sempre e di non aver più un angolo solo nostro in cui rifugiarmi anche solo nei ricordi. La prego mi aiuti non ne posso più, amo il mio compagno alla follia e non so più che fare. Ho paura che prima o poi questo amore si trasformerà in odio per colpa di suo figlio e della sua ex! Grazie mille del suo aiuto in anticipo. Manuela

Risposta - Cara Manuela, cambiare le cose ora dopo 10 anni di convivenza non è affatto semplice. D'altra parte il ruolo del genitore separato è sempre molto difficile, perché si tendono ad avere sensi di colpa che portano ad accontentare i figli in tutto senza considerare le conseguenze a livello educativo, come ad esempio crescere un bambino viziato e strafottente. Non solo, il genitore separato metterà sempre al primo posto il figlio, nonostante stia vivendo un'altra storia importante. Mi rendo conto che avete da anni l'abitudine di questa settimana fissata solo per voi, ma perchè a questo punto non la dedica solo a se stessa, lasciando il suo compagno con il figlio ribelle? Potrebbe andare con un'amica a visitare una bella città, in un luogo termale oppure in campagna. Sarebbe una settimana dove potrebbe coccolarsi e fare ciò che più le piace. Rinuncerebbe a stare con il suo compagno, ma eviterebbe di rovinarsi completamente questa vacanza a causa del bambino. In questo modo anche i bei ricordi di voi due a Roma resterebbero intatti. Chissà che poi il suo compagno vedendola così indipendente, non si penta della sua decisione affrettata e magari la prossima volta sarà più attento anche alle sue esigenze.

Domanda - Talvolta mi capita di pensare che vent'anni fa avrei potuto fare delle cose che non ho fatto e che quindi mi sono perse. Penso anche che probabilmente fra vent'anni penserò che vent'anni prima, cioè oggi, avrei potuto fare cose che non ho fatto e che mi sono perse. Il fatto è che oggi, per quanto mi sforzi di pensare, non riesco a capire cosa potrei fare affinchè fra vent'anni non mi capiti di dire che vent'anni prima, cioè oggi, non ho fatto cose che avrei potuto fare. Non riesco neanche a capire cosa avrei potuto fare vent'anni fa affinchè oggi non mi dicessi che non le ho fatte. Mi puoi aiutare a capire? Ti ringrazio e ti saluto cordialmente.

Risposta - Caro lettore, tutto dipende da come tendi ad approcciarti alla vita e su che basi fai le tue scelte. Magari ponderi troppo a lungo i pro e i contro di tutte le situazioni che ti si propongono durante la giornata o nel corso dei mesi e degli anni. D'altra parte mi scrivi anche che non sai cosa avresti potuto fare 20 anni fa per non pentirti oggi di eventuali occasioni perdute. Si può essere restii a cogliere le occasioni che la vita ci propone per paura, timidezza, ansia, pensieri negativi, diffidenza, ecc. Ma in questo modo continuerai per tutta la vita ad avere il dubbio di ciò che avresti potuto fare e non hai fatto e di come tutto ciò avrebbe potuto cambiare la tua vita. È un pensare continuamente a “se avessi fatto...”, “se avessi detto...”. La vita non può essere coronata di dubbi, ma piuttosto deve essere vissuta pienamente, senza rimorsi né rimpianti con obiettivi di serenità e fiducia.

Domanda - Sono Rosella, una signora di 62 anni (mi pare ben portati) sposata da 39 con un marito che ho sempre definito affettuoso, gentile abbastanza premuroso nei miei confronti, ma che evidentemente nasconde un'anima molto diversa da quella che mi immaginavo. Ne sono sempre stata innamorata, è stato il mio unico uomo. Recentemente, dopo una serie di fatti casuali, ho scoperto che alcuni anni fa è stato con delle prostitute, dapprima per caso (in seguito ad un autostop richiesto) e poi cercata. Dopo un paio di volte molto gradite, sembra che questa ragazza sia sparita dalla circolazione. Allora si è rivolto ad un'altra che però, a suo dire, l'aveva un po' ripugnato. Al che si è fatto venire i sensi di colpa. Però se non avessi avuto sensazioni di qualche cosa che non andava (non manifestava più desiderio nei miei confronti, strane telefonate che lui spergiura di non conoscere) probabilmente la cosa non sarebbe uscita. Lui assicura che si è trattato di un breve periodo di cui si è strapentito, che è sicuro che non succederà mai più, che mi ama sempre, ma io non riesco più di tanto a perdonare. Per qualche giorno mi sembra di poterlo fare e tutto sembra anche meglio di prima, poi però all'improvviso mi viene una rabbia e lo rifiuto e ferisco. Cosa fare?

Risposta - Cara Rosella, pensa che il vostro rapporto sia esaurito a causa di questi tradimenti oppure ritiene che ci siano dei margini per ripartire da capo ed investire nuovamente nell'altro? Perdonare un tradimento è molto difficile perchè va a toccare aspetti intimi della persona, come l'autostima e l'orgoglio. Si prenda del tempo per riflettere senza avere fretta. Se decide di intraprendere la strada del perdono, deve lasciarsi tutti i rancori e la rabbia alle spalle senza che vi sia un clima di sospetto e tensione e cercare di ricostruire qualcosa di positivo con suo marito. Faccia una valutazione tra i vantaggi e gli svantaggi delle varie possibili soluzioni che ha in mente e delle motivazioni che possono aver spinto suo marito a tradirla. Se alla fine il bilancio del rimanere insieme è comunque positivo, insieme createvi degli spazi comuni e cercate interessi da condividere. Magari fate un viaggio insieme che suggelli il desiderio di ricominciare.

 

17/10/2011
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