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Le recenti parole che Vittorio Feltri ha usato per screditare la neoparlamentare europea Ilaria Salis, “era vestita come una cameriera di Catanzaro, proprio la cosa più bassa che si possa immaginare”, hanno fatto infuriare il sindaco del capoluogo calabrese Nicola Fiorita, che ha minacciato querela, ma pure il direttore del Quotidiano del Sud, Massimo Razzi. Feltri è infatti riuscito nella rara impresa di fare esercizi di body shaming e di classismo contemporaneamente, alimentando le ire di un’intera città.
La reazione a Catanzaro
“Lo porteremo in tribunale per le sue inaccettabili offese alla nostra città e per le sue frasi razziste”, aveva enunciato il primo cittadino di Catanzaro, seguito a ruota da Razzi che ha risposto con un editoriale che già dal titolo, “Vittorio Feltri, vaffa… dalle donne di Catanzaro”, è tutto un programma. Il direttore ha poi spiegato le motivazioni dell’invettiva in un post su facebook: “Scusate se parlo di me. Da neanche tre mesi sono direttore del Quotidiano del Sud, l’unico giornale che si fa e si stampa tutto in Calabria. Oggi, per la prima volta in 40 anni, ho usato nel mio editoriale parole dirette per mandare dove secondo me merita, Vittorio Feltri. La sua battuta sulla Salis che si veste “come una cameriera di Catanzaro, che è il livello più basso possibile” è davvero insopportabile e insulta tutte le donne calabresi. Ma, se gli avessi parlato di body (o dress) shaming e di razzismo avrebbero risposto: ecco il solito appello al politically correct del solito buonista pidiota. Così ho scelto la strada più diretta e comprensibile”.
Le scuse di Feltri
Non basta che Feltri abbia fatto le sue scuse, il nervo del razzismo che colpisce spesso i meridionali è scoperto da tempo. Ieri, infatti, nel corso della puntata de La Zanzara su Radio 24, il noto giornalista si è scusato e lo stesso primo cittadino Fiorita ha attenuato la sua posizione ma senza dimenticare l’offesa. “Avere ricevuto le scuse da Vittorio Feltri in diretta dai microfoni de La Zanzara - scrive Fiorita con un post sui suoi profili social - considerata la spigolosità del personaggio, non cancella l’amarezza e l’indignazione ma quanto meno le attenua. Feltri non chiede mai scusa... Mi basta. Ma non dobbiamo commettere l’errore di abbassare la guardia nella difesa della nostra terra e dei nostri figli. Orgoglioso delle nostre splendide donne che con dignità, eleganza e professionalità ogni giorno svolgono un lavoro molto importante per l’accoglienza e per le famiglie. Anche per loro ho l’obbligo di andare avanti nella mia battaglia, assieme a tanti sindaci calabresi, perché ci sia una sola Italia, solidale, dove tutti i cittadini debbono avere le stesse opportunità”.
Le parole di Feltri
Insomma, le parole di Feltri bruciano ancora. Il direttore del Giornale le aveva espresse in un video pubblicato sul profilo TikTok della testata, descrivendo l’abbigliamento sfoggiato da Ilaria Salis e commentando una foto in cui indossa un abito estivo bianco a fiori e dei sandali a zeppa. «Una fotografia sensazionale», afferma Feltri ironico. «Di solito si dice che l’abito non fa il monaco, però fa il cretino», aggiunge il giornalista che scade poi nel più bieco body shaming: «Dal vestito spuntano due belle gambotte robuste, da atleta, ma il resto è inguardabile». Come se di un eurodeputato si dovesse giudicare l’aspetto fisico e come quel fisico viene vestito.