Vedi Barbie e poi lo lasci: perché molte coppie scoppiano dopo avere guardato insieme il film
Il film Barbie sta aiutando alcune donne a cambiare prospettiva, mettendo in luce le dinamiche stereotipate nei rapporti uomo-donna che loro stesse vivono
Se hai una relazione tossica, se il tuo compagno ha una mascolinità tossica. Se vai a vedere il film Barbie pensando sia una pellicola demenziale e poi scopri che non si tratta semplicemente di un film ma di una "esperienza", come ha fatto notare qualche utente sui social. Allora può anche capitare che uscirai dalla sala consapevole che l'uomo con cui hai visto il film e con cui hai una relazione, non è esattamente la persona con cui vuoi condividere le prossime "esperienze". Perché è veramente così quando diciamo che questo film dovrebbero vederlo tutti i Ken del pianeta.
E' quello che sta accadendo ad alcune coppie nel mondo e lo sappiamo perché sono loro stesse a raccontarlo sui social. Ovviamente da prospettive diverse. Per i maschi è un pericolo, per le femmine una sorta di liberazione inaspettata. Alcune utenti per esempio raccontano che l'aver ascoltato i loro partner sminuire le difficoltà delle donne e l'aver empatizzato col Ken maschilista della seconda parte del film, ha loro aperto gli occhi sull'uomo con cui stavano insieme. Stavano perché in alcuni casi hanno preferito tornare single.
Alcune testimonianze
"Oppenheimer è solo un film, Barbie è un'esperienza" scrive su Hinge l'utente Allison Panetta. "Grazie, Barbie, per avermi dato potere", scrive una ragazza su Twitter, "per avermi dato la fiducia necessaria, per avermi fatto capire che merito di meglio". "Se vai a vederlo con un ragazzo che ti dice: 'Ken non ha fatto niente di sbagliato, il patriarcato è una cosa positiva', allora devi sbarazzartene", sostiene la Tiktoker Megan Gotham,"Greta Gerwig sta cercando di salvarci tutte, attraverso Barbie!". "Penso che, se un ragazzo ha una forte reazione negativa solo all'idea di vedere il film perché troppo femminile", aggiunge Panetta parlando con l'HuffPost, "allora è una red flag". "Barbie sembra aver toccato un nervo scoperto con uomini che si sentono minacciati dalle critiche brillanti e davvero divertenti del film al patriarcato", commenta su Metro Jennifer Maytorena Taylor, regista e professoressa all'Università della California specializzata in cinema e femminismo, "questo è un segnale di quanto la mascolinità veramente e profondamente tossica sia basata sulla fragilità maschile".
Greta Gerwig è riuscita nel miracolo
Un film tutto rosa su una bambola considerata dal femminismo tradizionale un gioco che confermava gli stereotipi ed era un ottimo alleato del patriarcato, sta invece regalando consapevolezza a tutte quelle ragazze e adulte che non hanno accesso ai discorsi progressisti e alla letteratura di genere. Il cinema arriva anche dove le famiglie, i libri, l'educazione, la militanza non può. E' democratico soprattutto se non usa un linguaggio semplice e non si autodefinisce colto. Una vera trappola per molti uomini maschilisti che sono stati smascherati dalla regista e che recandosi al cinema con le loro compagne hanno, senza neppure immaginarlo, firmato la condanna a morte della loro relazione. Una sorta di vendetta che ci ricorda quell'altro straordinario film, Una ragazza promettente, diretto da Emerald Fennell che in Barbie recita il ruolo (non a caso) di Midge, la Barbie incinta poi messa fuori produzione dalla Mattel.
Leggi anche:
Barbie-terapia: il fenomeno Mattel arriva fino alle Rsa, così cura pazienti affette da Alzheimer