'Perché non si è vaccinata?' Anziana convocata dalla polizia per un’indagine misteriosa
Una 66enne è stata chiamata dalla polizia di Trieste per sapere per quale motivo non avesse fatto il vaccino antinfluenzale. L’azienda sanitaria locale non sa nulla dell’indagine
Leggi più veloce
Mai come negli ultimi tempi i vaccini e le campagne di immunizzazione hanno originato tante polemiche come negli ultimi tempi. Ecco l’ultima: come racconta Il Piccolo, nei giorni scorsi una sessantaseienne, S.K. le sue iniziali, ha ricevuto una telefonata della polizia e l’invito a recarsi in questura per “accertamenti sui vaccini antinfluenzali”. Alla signora è sembrato una scherzo ma dall’altro capo del telefono non c’era ironia. La chiamata è partita effettivamente dall’ufficio di un agente in conseguenza di un’indagine in corso proprio sui vaccini. Alla richiesta di spiegazioni della signora non ne sono arrivate: le forze dell’ordine non possono fornire alcuna spiegazione. «Segreto istruttorio», ha affermato un funzionario di polizia.
Indagine su chi non si vaccina
Pare, in ogni caso, che quello della signora non sia un caso isolato. Sarebbero stati contattati anche altri cittadini, come avrebbe confermato il medico curante della diretta interessata che racconta: «Sono stata chiamata telefonicamente dalla questura di Trieste per un’indagine sul vaccino antinfluenzale». L’agente che l’ha chiamata le ha chiesto «di presentarmi addirittura alla Squadra per comunicare il motivo del mio rifiuto a sottopormi alla predetta vaccinazione. Si tratta dunque di un’inchiesta su chi non si è vaccinato? Possibile? In mancanza di conferma di appuntamento, che ho preso comunque per prendere tempo, l’addetta mi intimava di presentarmi», continua la donna. «Al mio rifiuto mi riferiva testualmente “altrimenti vengo io da lei”. Capirai - si è detta la donna - la polizia non ha altri problemi che mandarmi una volante per informarsi sulla mia salute...». A questa prima telefonata ne segue un’altra: «La questura mi ha ritelefonato successivamente chiarendo che c’è un’indagine in corso e che da me volevano sapere se sono stata vaccinata o no». La sessantenne decide allora di rivolgersi al proprio avvocato anche se alla «prima richiesta telefonica della questura mi è stato detto testualmente che non serve l’assistenza dell’avvocato».
Nessun coordinamento con l’Azienda sanitaria
La signora si è rivolta anche all’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, l’Asuits, per avere delucidazioni che però non ha avuto: l’Azienda sanitaria non ne sa nulla. Arriva pure la risposta del Dipartimento di prevenzione: «Egr. Sig.a K., come già telefonicamente comunicato, Le preciso che da questa Azienda non è partita alcuna richiesta relativa a quanto da Lei rappresentato, e, come verificato, neppure dalla questura. Di tanto è stata data informazione all’Autorità competente. Le chiedo quindi cortesemente di trasmettermi, come già da Lei comunicato, il numero telefonico della persona che l’ha contattata, in modo che io possa poi trasmetterlo all’Autorità competente. Altrimenti La invito a recarsi presso la più vicina stazione dei carabinieri a deporre una denuncia in tal senso».
Un giallo che ha per soggetto proprio la polizia
Il numero di telefono dal quale la signora ha ricevuto la chiamata con l’invito a recarsi in questura è quello della prefettura che condivide lo stesso centralino con la polizia. Il problema è che il dipartimento dell’Azienda sanitaria afferma che dalle forze dell’ordine non è partita alcuna richiesta. E invece è partita. La questura, infatti, conferma: «La signora effettivamente è stata contattata, stiamo facendo degli accertamenti - fa sapere un funzionario della polizia - sui quali però non si può dire nulla perché le informazioni sono sottoposte al vincolo del segreto procedimentale. Siamo a un livello di indagine preliminare». Non filtra nulla neanche dalla Procura e il mistero si infittisce.