Tra uomo e donna ci sono differenze anche in caso di incidente stradale
Un team di ricercatori svedesi ha sviluppato il primo manichino di genere femminile che ha rivelato delle differenze significative in caso di incidente
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Le automobili oggi sul mercato non sono concepite per proteggere tutti gli occupanti allo stesso modo. E’ quanto scoperto da un team di ricercatori svedesi che ora evidenzia delle sostanziali differenze nel caso in cui ad avere un incidente in auto sia un uomo o una donna. Per confermare quelle che inizialmente erano delle teorie, l’equipe ha sviluppato dei manichini di genere femminile, usandoli poi nei propri crash test. Le case automobilistiche, infatti, effettuano le proprie verifiche servendosi di modelli che rappresentano soltanto il 50 per cento della popolazione mondiale, caratterizzati cioè da peculiarità maschili. E le donne? Si da per scontato che in caso di incidente corrano gli stessi pericoli, ma a quanto pare così non è.
Per le donne rischio aumenta del 73 per cento
La ricerca, che si è concentrata per il momento sulla sola figura del conducente, è stata condotta dalla dottoressa Astrid Linder e dal suo team di ingegneri, partendo da uno studio effettuato nel 2019 da un’equipe di ricercatori del Center for Applied Biomechanics dell'Università della Virginia. Questi, dopo una moltitudine di simulazioni al computer, sostennero che, in caso di collisione frontale, le conducenti con cintura avevano il 73 per cento di probabilità in più rispetto ai guidatori di sesso maschile di subire ferite gravi. Una conferma arriva anche dai dati della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) degli Stati Uniti, che mostrano come una donna alla guida, o un passeggero con cintura, abbia il 17 per cento di probabilità in più di morire in un incidente stradale rispetto a un uomo. Il maggior rischio, evidenziano Linder e colleghi, sarebbe causato dalla diversa costituzione.
Le differenze fisiche sono molte
“Conosciamo da tempo le molteplici differenze fisiche che contraddistinguono gli uomini dalle donne, anche dal punto di vista biomeccanico - spiega Jason Forman, ricercatore presso l'Università della Virginia -. Queste differenze modificano sostanzialmente il modo in cui le cinture di sicurezza interagiscono con il corpo e dunque con le strutture scheletriche sottostanti'. Questi fattori influiscono sull’esito di un incidente. I crash test più moderni vengono oggi realizzati basando i risultati su modelli non attendibili. Gli stessi manichini usati per le prove non sono molto diversi dai primi creati negli anni ’60. Linder e colleghi hanno così pensato di progettare un manichino donna, che rappresenta meglio il corpo femminile e le sue complessità. Si tratta nello specifico di un modello alto 160 centimetri e dal peso di 62 chilogrammi. Particolare attenzione è stata poi posta sulle forme. Il team ha modellato il torace e aumentato la rigidità articolare: 'Le donne hanno meno muscoli e una forza complessiva inferiore - evidenzia la responsabile dello studio – e ciò causa una specifica rigidità delle articolazioni'.
Servono nuovi test più inclusivi
'Abbiamo effettuato dei test con diversi sedili – ha aggiunto Linder - e abbiamo scoperto che si potevano ottenere effetti molto diversi a seconda che l’occupante fosse maschio o femmina”. I ricercatori non vogliono colpevolizzare eccessivamente le case automobilistiche e sottolineano come la sicurezza dell’auto sia notevolmente migliorata negli ultimi decenni, ma 'non nessuno ha tenuto conto delle differenze tra un maschio e una femmina', sottolinea Christopher O'Connor, CEO della società che ha sviluppato i nuovi manichini. E’ doveroso quindi aggiornare gli standard di sicurezza, e l’uso del nuovo modello da usare nei crash test sarà fondamentale per una vera inclusività di genere.