Uccide la moglie dopo 20 anni di violenze e poi va a giocare con le slot machine
Dopo il femminicidio l’uomo è andato a fare spese per costruirsi un alibi. Lei aveva scoperto che lui aveva un’amante e un figlio di tre anni
Rosanna Belvisi, la donna trovata morta domenica nella sua casa in via Coronelli, è stata uccisa da suo marito con 23 colellate. Luigi Messina, di 53 anni, sottoposto a fermo di polizia, ha confessato il delitto e fatto ritrovare l’arma. L’uomo ha ammesso le sue responsabilità a tarda notte, intorno alle 4 di questa mattina, dopo un pressante interrogatorio durante il quale erano già emerse contraddizioni. Dopo la confessione ha fatto trovare il coltello usato per il delitto e gli abiti sporchi di sangue che aveva gettato in un cestino. In principio Messina avrebbe anche cercato di costruirsi un alibi vagando per il quartiere per farsi vedere dai vicini.
Venti anni di violenze
'Alcuni mesi fa Rosanna Belvisi ha scoperto che il marito aveva un'amante con cui ha fatto un figlio tre anni fa. Ieri i due hanno litigato per l'ennesima volta e Luigi Messina l'ha accoltellata. Erano tornati da una vacanza di un mese a Pantelleria'. Così il capo della Squadra mobile, Lorenzo Bucossi, ha spiegato quale sia stata la versione fornita dal marito della donna trovata morta nel loro appartamento in via Coronelli, a Milano. L'uomo, nella sua confessione, ha accusato la moglie, fra l'altro, di 'trascorrere troppo tempo sui social'. 'L'omicidio è la conclusione di venti anni di violenze. Ci risulta che già nel 1995 - ha continuato Bucossi - la donna sia stata accoltellata alla schiena in casa e anche in quell' occasione Messina ha raccontato di aver trovato la moglie ferita rientrando nell'abitazione. Quella volta Belvisi riportò una prognosi di 10 giorni. A novembre, inoltre, le forze dell'ordine sono intervenute due volte per maltrattamenti. La picchiava anche con il bastone della scopa'.
Le coltellate e poi alle slot machine
Dopo aver ucciso la moglie, Luigi Messina ha trascorso le successive tre ore (prima di chiamare il 118) facendo la spesa, comprando pasticcini e giocando alle slot machine. È stato il suo tentativo di crearsi un alibi. La ricostruzione degli investigatori è poi proseguita intorno ad alcuni particolari sulla 'passeggiata' che lo ha portato a circa due chilometri da casa, dove l'uomo ha nascosto in un tombino il coltello usato per l'omicidio e i vestiti sporchi di sangue. 'L'omicidio risale alle 11 del mattino, alle 12 è uscito da casa per depistare gli investigatori - ha detto Lorenzo Bucossi - Poco dopo le 15 è rientrato e ha chiamato per avvertire il 118 di aver scoperto il cadavere della moglie. La donna è stata uccisa con oltre 23 coltellate'. Durante l'interrogatorio Messina si è contraddetto, quando gli investigatori glielo hanno fatto notare è crollato e ha confessato. L'uomo, attualmente disoccupato e con precedenti per resistenza e oltraggio, ha indicato il punto dove recuperare il coltello e gli abiti sporchi.
“Mi martellava per miei tradimenti”
'Mi martellava rinfacciandomi le relazioni extraconiugali', ha detto Messina al pm Gaetano Ruta e agli uomini della squadra mobile. L'uomo dopo aver confessato davanti agli investigatori, è stato interrogato dal pubblico ministero al quale ha ribadito che tra lui e la moglie c'erano in continuazione 'forti tensioni' dovute ai tradimenti di lui e che ieri mattina, in seguito all'ennesima discussione, l'ha colpita ripetutamente con un coltello da cucina. Di queste 'forti tensioni' hanno parlato anche la figlia della coppia e alcuni vicini di casa sentiti come testimoni. L'uomo al pm ha anche detto di 'essere pentito. Solo ora sto cominciando a realizzare quello che ho fatto'.
Questore: donne denunciate di più
'Questo ennesimo femminicidio è un campanello d'allarme e impone una riflessione sulla necessità di una maggiore cultura della denuncia da parte delle donne', ha detto il questore di Milano Antonio De Iesu durante la conferenza stampa per il fermo di Luigi Messina. 'Non bisogna aspettare l'omicidio, bisogna valorizzare le campagne per le donne e avere il coraggio di affidarsi ai centri antiviolenza. Il loro ruolo è fondamentale, come quello delle amiche e dei vicini'. Ma oggi la legge dà la possibilità alle forze dell’ordine di denunciare il violento anche senza la collaborazione della vittima: la storia di Rosanna Belvisi era nota agli agenti ma questo non l’ha salvata.