“Era l’amore della mia vita, invece mi ha solo rubato i soldi”: cosa sono le truffe romantiche e come riconoscerle
L’ultima inchiesta della polizia postale che ha portato all’arresto di 8 persone, fornisce l’esempio di come funzionano le truffe romantiche: profili falsi e richieste di denaro che hanno fruttato 400mila euro in 3 anni
I social sono sempre più spesso il luogo dove si cerca un rimedio alla solitudine e se grande è il bisogno e il vuoto da colmare, spesso è altrettanto intensa la delusione. Si viene contattate da un uomo single e affascinante, il corteggiamento può durare mesi e dare origine a una relazione virtuale anche di anni ma a un certo punto arriva la richiesta di soldi. Spesso le vittime pagano convinte di prestare dei soldi al proprio fidanzato e invece entrano in un vortice di sfruttamento. È successo alla donna la cui denuncia ha dato origine all’inchiesta che portato la polizia di Stato ad arrestare otto persone per i reati di truffa aggravata, riciclaggio e sostituzione di persona. Si tratta delle cosiddette truffe romantiche in cui questi otto personaggi utilizzavano falsi profili social, con descrizioni e foto affascinanti, per convincere le vittime a inviare loro denaro.
Cosa sono le truffe amorose
“Era l’amore della mia vita, mi ha annebbiato la mente fino a farmi credere a una relazione stabile. Doveva raggiungermi in Italia e dovevamo sposarci”, racconta la donna la vittima della truffa romantica, una signora contattata su Facebook da tale "Larry Brooks", sedicente ufficiale dell'esercito statunitense, di stanza in Siria, con la foto del profilo raffigurante un affascinante uomo di mezza età. Tra i due si era instaurata una vera e propria relazione sentimentale tanto che la vittima, credendo alla promessa di un futuro insieme, si è convinta ad effettuare diversi bonifici per consentire all'uomo di far fronte alle difficoltà economiche che gli impedivano di congedarsi e giungere finalmente in Italia.
Cosa sono gli scammer
Truffatore in inglese si dice scammer ed è questo il termine che si usa per indicare chi opera truffe online sotto un falso profilo e contattando la sua vittima su una piattaforma internet come Facebook. L’ impostore inizia dapprima con lo scambiare messaggi personali con la sua preda e poi solleva il tiro fino ad arrivare al portafogli. In questo caso, per rendere più verosimile la truffa architettata, i criminali si spingevano a creare fittizie identità di studi legali che confermavano, utilizzando comunicazioni via mail, le esigenze ed urgenze economiche di "Larry Brooks".
Molte le donne vittime di profili fake
I primi accertamenti effettuati in rete e sui flussi finanziari confermavano i sospetti che il profilo fake avesse mietuto molte vittime e truffato decine di donne; nel corso delle indagini sono emerse 32 vittime accertate con un provento illecito di circa 400.000 euro nel periodo dal 2018 al 2021. Di queste, però, solo 8 hanno formalizzato una denuncia. La lunga attività investigativa è stata condotta affiancando tecniche classiche di investigazione ad attività di analisi del traffico delle comunicazioni internet e dei flussi finanziari ed ha consentito di identificare nel Lazio gli odierni indagati.
Profili falsi e sostituzione di persona
Sui conti correnti riferibili al gruppo criminale sono transitate somme di denaro provento delle truffe, inviate direttamente dalle vittime, per poi essere incassate, o trasferite su conti nelle disponibilità dei complici, in molti casi con rimesse di denaro all'estero, per la condivisione dei proventi della truffa. Agli indagati è stato contestato anche il reato di sostituzione di persona; difatti "Larry Brooks" esiste realmente negli Stati Uniti e la foto utilizzata nei profili falsi è di un avvocato statunitense che ha presentato denuncia alle autorità americane.