La donna medico che già mille anni fa fece cose incredibili nel campo delle malattie sessuali
Medico innovativo e ginecologo lottò per la prevenzione, promuovendo l’idea che l’igiene, l’alimentazione adeguata e l’attività fisica fossero fondamentali per la salute. Studiò come combattere l’infertilità e le malattie sessuali
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Trotula de Ruggiero è un personaggio dai contorni indefiniti ma certamente intrigante. Le sue teorie anticiparono i tempi. Eppure pochi la ricordano. Di questa eccelsa esponente del mondo femminile si sa che è certamente vissuta intorno al 1050 a Salerno e che fu una delle prime donne dell'epoca a specializzarsi in medicina. Nata da una famiglia nobile, ebbe la possibilità di frequentare le migliori scuole. Sposò poi un medico da cui ebbe due figli.
In quel periodo Salerno pare fosse un vero centro avanzato della medicina e della cultura slegato dal ferreo controllo della Chiesa. La scuola era aperta anche alle donne, sia in veste di allieve che di insegnanti. Trotula fu una di queste e sfornò anche delle importanti pubblicazioni, una delle quali (Practica brevis) in collaborazione col marito e i figli.
Le altre grandi medichesse della storia
Trotula si unisce ad altre donne della storia che caratterizzarono fortemente lo sviluppo della medicina. Nell'antica Grecia si può parlare della prima donna medico, Agnodice, unitamente ad Aspasia, Metrodora, Agamede. In Egitto di Peseshet (nata nel 2500 a.C.) e nel mondo islamico di Rufaida al-Aslmia (VII secolo). In Italia si possono ricordare Dorotea Bucca (XIV secolo), Laura Bassi (nel 1732 fu la prima donna a salire in cattedra, a Bologna).
Lottò per la prevenzione
Le cronache dicono che fu una studiosa innovativa che lottò soprattutto per la prevenzione, promuovendo l’idea che l’igiene, l’alimentazione adeguata e l’attività fisica fossero fondamentali per la salute. Si spese anche per rendere la medicina ufficiale del tempo fruibile dai meno abbienti. Una delle specializzazioni dove eccelleva era quella ginecologica e furono tante le donne che ricorsero alle sue prestazioni. Studiò il modo di rendere il parto meno doloroso e di consentire il controllo delle nascite. La sua attività si rivolgeva inoltre alla ricerca sull’infertilità (ponendo l’attenzione all’infertilità anche maschile, cosa insolita per i dettami di quel periodo) e al contrasto delle malattie sessuali.
Le opere principali
I suoi studi vennero condensati nell’opera Sulle malattie delle donne che divenne famosa col titolo di Trotula Major. Da non confondere col Trotula Minor, trattato sui cosmetici e la cura del corpo femminile.
Il primo lavoro ha una importanza storica particolare, essendo una delle prime volte che la pratica medica si occupava esplicitamente di argomenti sessuali senza coinvolgimenti religiosi o moralistici. Soprattutto rivolgendosi alle donne. La disciplina medica di Trotula si basava molto, inoltre, sull’aspetto pratico, in linea con l’insegnamento di Ippocrate e Galeno.
La ricerca cosmetica
Fondamentale - come si accennava - anche la sua trattazione relativa alla cura del corpo e alla sua bellezza. Innovativi risultano i consigli di cosmesi per le donne, perché, a suo avviso, la bellezza è il segno di un corpo sano e dell'armonia con l'universo.
L’ostracismo
I testi di Trotula divennero molto rinomati all’epoca. Ci fu poi un periodo in cui, l’avversione per la figura femminile, portò ad attribuire testi come il Trotula Major ad improbabili autori di sesso maschile. Venne spesso considerato autore del testo, infatti, o solo il marito o un fantomatico scienziato chiamato Trottus. Impossibile, stando alle tendenze incredibile dell'epoca, che una donna toccasse simili vette. Questo fu lo spirito dominate in quel periodo storico, e si spinse fino a negare la possibilità che una donna potesse scrivere un’opera tanto completa e innovativa. Così molti studiosi fecero sparire la figura di Trotula dalla storia della medicina. Furono gli storici italiani dell’ottocento a recuperarne la figura e l’importanza.
(Foto da giornalelirpinia)