“Tornate a fare le casalinghe”: il consigliere torinese zittisce così le colleghe che dissentono. È polemica

Dopo le accuse di molestie sessuali, il noto ginecologo Silvio Viale di nuovo al centro di una polemica, stavolta in Consiglio comunale a Torino

di Redazione

Dopo essere stato per anni il paladino di uno dei diritti fondamentali per le donne come quello all’aborto, il famoso ginecologo Silvio Viale si è reso protagonista di vicende quantomeno controverse. Nelle vesti di consigliere dei Radicali +Europa a Torino, Viale, già in passato al centro delle polemiche per i suoi modi sopra le righe e per un'inchiesta su presunte molestie, che lo coinvolge nella sua veste di ginecologo, ha nuovamente scatenato la bagarre in Sala Rossa. Nella seduta di ieri, durante la discussione di un atto sulle donne migranti, come anticipano i quotidiani Stampa e Corriere, si è rivolto ad alcune colleghe, in particolare all'ex compagna di gruppo Elena Apollonio (DemoS), dicendo: "Se l'aspetto dell'antipatia personale prevale su quello politico avete sbagliato lavoro, tornate nei vostri quartieri a fare le casalinghe".

Misogina travestita da ironia

E alla richiesta di scuse da parte della vicepresidente Ludovica Cioria, ha risposto "mia moglie è orgogliosamente casalinga, fare la casalinga non è un titolo di demerito". Sul fatto che fare la casalinga non sia un demerito non ha torto, peccato che invece lui abbia usato la locuzione proprio per schernire chi, in quanto donna, dovrebbe “tornare” (come in un passato maggiormente apprezzabile, si immagina) a occuparsi di piatti e panni anziché amministrare la cosa pubblica.

Politica sessista

"Non accetto che vengano utilizzate in aula determinate diciture e appellativi rivolte a colleghi e colleghe, come se chi sta qui non avesse titolo a farlo e a parlare, è inaccettabile", ha detto Cioria, prima di sospendere la seduta. Per Apollonio "è la violenza nelle parole e nei modi esercitata soprattutto nei confronti delle donne a darci la misura di quanto sessismo e misoginia siano ancora presenti in politica".

Zittire le donne rimandandole “in cucina”

Contro la frase del consigliere si è schierata tutta la maggioranza, con un comunicato di condanna e richiesta di scuse pubbliche sostenuto anche dalle colleghe M5. "Sentire nel 2025, in un'aula istituzionale, usare parole che mirano a delegittimare il lavoro e i ruoli delle donne, sia che facciano le consigliere nelle istituzioni sia che si occupino di lavori di cura familiare - dicono - è gravissimo e dimostra che tentare di zittire le donne è una pratica ancora in voga".