Cera calda sulla pelle, frustate e lo stupro: se lo psichiatra diventa il peggiore aguzzino. Il commento di Roberta Bruzzone
È stato condannato per violenza sessuale lo psichiatra Stefano Cogliati Dezza che ha approfittato di una paziente di 27 anni durante le sedute
Quando ci si rivolge a uno specialista per problemi di natura psichica, in genere il rischio è che il terapeuta non sia “uno bravo” o che non comprenda il problema a dovere. Che si possa trasformare in aguzzino sfruttando proprio le debolezze che gli si vanno a confessare è un incubo che ha preso forma durante la terapia di una paziente fragile di 27 anni, in cerca di aiuto per uscire da un momento difficile. Stefano Maria Cogliati Dezza, 72 anni, era un medico rispettato, uno psichiatra affermato che, in base alla sentenza della Corte d’Appello che ha confermato l’accusa, si è trasformato in carnefice. Non solo non ha curato le sue ferite, le ha sfruttate usando la fiducia della giovane come un’arma contro di lei per abusarne durante le sedute. La condanna è stata a 2 anni e 10 mesi per violenza sessuale, riducendo la pena rispetto al primo grado, che lo aveva condannato a 4 anni e mezzo.
“Violentò la paziente per affermare il suo potere"
Per la sentenza, Dezza ha approfittato della condizione della sua paziente per manipolarla e farne una vittima di abusi estremi. In meno di un anno, le sedute si sono trasformate in una prigione di violenze. Il medico aveva impostato il legame su dipendenza e soggezione: un gioco di potere in cui l’uomo sfruttava le insicurezze della ragazza date dal rapporto con il corpo, affermano i magistrati. Le consigliava un trattamento dimagrante e poi le metteva dei dubbi per esercitare su di lei un controllo assoluto che prevedeva una terapia tremenda. La legava, la frustava, colava cera calda sul suo corpo, la bendava e le iniettava antidolorifici per farle sopportare il tutto. E poi pinze, lacci e altri strumenti usati per torturarla con una violenza sistematica.
Il coraggio di raccontare
La giovane si era rivolta a Cogliatti Dezza nel 2019 per risolvere i propri problemi legati a un improvviso aumento di peso. Era stata la sua famiglia a consigliarle il professionista che si era già occupato della sorella, poi morta suicida nel 2007 anche se non per ragioni dovute alle terapie adottate da Cogliatti Dezza. E proprio per la famiglia è stato un colpo durissimo scoprire che la persona cui avevano affidato la figlia, si è trasformato in uno stupratore torturatore. La scoperta, quando finalmente la giovane ha trovato il coraggio di raccontare cosa accadeva in quello studio professionale.
Il commento di Roberta Bruzzone
Le indagini hanno confermato ogni dettaglio del suo racconto. «Siamo soddisfatti della decisione della Corte d’Appello — ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Di Nardo, che assiste la vittima insieme al collega Daniele Di Nunzio — che ha riconosciuto la validità delle due perizie, confermando la responsabilità dell’imputato».
«Avrebbe potuto farmi quello che voleva, purché dimagrassi», ha confessato la giovane al giudice dopo aver denunciato l’uomo che l’ha spinta a rapporti sessuali estremi. Una vicenda commentata così dalla criminologa Roberta Bruzzone che, in questa triste vicenda ha avuto la sua parte: “E anche questa è fatta…complimenti a tutto il team che ha lavorato con me per raggiungere questo importante risultato in qualità di ct della persona offesa”, così in un post su Instagram.