Studentesse avvelenate in Iran, il vice ministro: “C'è chi vuole le donne fuori dall'istruzione”. Una 11enne morta
Ma cosa sta accadendo nel Paese degli Ayatollah ? Si pensa a una serie di attacchi chimici contro le studentesse. Molte – in varie scuole – avevano parlato di strani odori. Poi si erano ammalate
Ci sono organi di informazione internazionale che parlano di oltre 600 ragazze avvelenate nelle scuole, in Iran, da sostanze ancora da certificare. Una delle studentesse sarebbe addirittura morta. Il vice ministro della Salute avrebbe detto: “C'è chi vuole le donne fuori dall'istruzione".
Teheran è per questo nell’occhio del ciclone a livello internazionale. La studentessa deceduta a Qom – fa sapere un servizio della Rai – si chiamava Fatemeh Rezaei, e alla sua morte fa riferimento una serie infinita di hashtag su Twitter. Pare avesse solo 11 anni e frequentasse una prestigiosa scuola religiosa della Repubblica islamica. La sua famiglia sarebbe stata minacciata per impedire la divulgazione della notizia ma questa sarebbe trapelata per opera degli amici della vittima.
Ma cosa sta accadendo nel Paese degli Ayatollah? Sembra ci siano in atto una serie di attacchi chimici contro le studentesse. Molte – in varie scuole – avevano parlato di strani odori. Poi si erano ammalate. Le prime ad aver problemi le allieve della città di Qom, finite ricoverate in ospedale. Poi la cosa si è ripetuta in varie città come Borujerd, Ardebil, Sari e Teheran. Almeno 35 studentesse sono state quindi portate in ospedale dopo avere inalato gas tossico alla scuola superiore Khayyam di Pardis, una città vicina a Teheran.
Gli episodi di questo tipo sono diventati insomma sistematici. Video diffusi sui social media mostrano ambulanze arrivare nella scuola superiore di Pardis per soccorrere le studentesse.
I casi di Qom
Negli ultimi mesi a Qom, una delle principali città sante iraniane, qualcuno ha avvelenato centinaia di alunne nel tentativo di provocare la chiusura delle scuole femminili. Dalla fine di novembre, i media locali hanno riportato casi di avvelenamento respiratorio di centinaia di bambine di circa 10 anni nelle scuole della città. Secondo l'agenzia Irna, il 14 febbraio i genitori si sono riuniti davanti al governatorato della città per "chiedere spiegazioni".
Domenica il viceministro della Salute Youness Panahi ha implicitamente confermato che "l'avvelenamento è stato intenzionale", ha scritto Irna. Da fine novembre centinaia di studentesse iraniane sono rimaste intossicate dopo avere inalato gas mentre si trovavano a scuola. Almeno 400 ragazze sono rimaste intossicate a Qom, città a sud di Teheran, mentre oltre 135 sono state portate in ospedale dopo avere inalato gas tossico in tre diverse scuole nella provincia occidentale di Boroujerd.
Problemi respiratori
Le studentesse hanno sofferto di problemi respiratori, nausea, vertigini e debolezza. Il gruppo religioso estremista di Hazarehgera Mohammadtaghi Fazel-Meibodi, docente presso il seminario di Qom, ha detto al quotidiano riformista Shargh che, secondo alcuni rapporti non confermati ufficialmente, un gruppo religioso estremista chiamato Hazarehgera, che ha sedi non solo a Qom ma anche a Isfahan, è probabilmente responsabile degli incidenti perché ritiene che le ragazze non dovrebbero ricevere istruzione. Secondo denunce di attivisti sui social media, le studentesse sono vittime di una vendetta a causa delle proteste anti governative nelle scuole che si sono susseguite da settembre dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia perché non portava il velo in modo corretto. Alcuni hanno paragonato la situazione a simili episodi avvenuti in Afghanistan tra il 2010 e il 2015 quando in alcune scuole del Paese dove studentesse sono rimaste intossicate dopo avere inalato gas.