Gli squallidi centurioni che palpeggiano le turiste sono una pessima pubblicità per Roma
Dopo il restauro, il Colosseo appare ancora più bello, maestoso eppure quasi commovente: la sua gigantesca curva rosata, per chi arriva da via dei Fori Imperiali, si staglia contro il cielo azzurro del mattino, contro il cielo arrossato della sera, e produce emozioni e pensieri sulla Storia che passa e che resta, sulla nostra minuscola e preziosissima vita. I turisti arrivano a migliaia, e se ne stanno a bocca aperta, impressionati, quasi intimoriti di fronte al ricordo concreto di tanta potenza. Ma sotto al Colosseo, i turisti trovano anche poveri Cristi vestiti da centurioni romani che insistono per farsi fotografare accanto a loro. Siamo nel mondo della commedia all’italiana, quella più misera e patetica: i centurioni hanno daghe di plastica, elmi raffazzonati, con la scopa rigirata in cima, sandali da mare, abiti che non sarebbero apprezzati neanche nel più squallido carnevale di provincia.
Per alcuni di loro è l’unica fonte di reddito
E non mollano le loro prede, soprattutto le ragazze più giovani e carine: “A signorì du you like na bella foto co Caio Gregorio? Io sto qui da duemila anni ad aspettà te, nun me poi dì de no!” Insistono, pressano fastidiosamente, cercando di svoltare la giornata. Per un certo periodo erano stati allontanati dal Colosseo, e allora li ritrovavi davanti a Fontana di Trevi o alla Galleria Borghese, incuranti di ogni insensatezza storica, capaci di ogni salto temporale: ma ora sono tornati al luogo d’origine, davanti al “loro” monumento. “E’ un lavoro anche questo”, mi ha detto un centurione della Magliana, “me sento ridicolo vestito così, però qualcosa me devo pure inventà per fa du soldi”.
Una pessima pubblicità per Roma
Il guaio è che, come ha documentato un servizio del Messaggero, troppo spesso si trasformano in pappagalli insopportabili: agguantano le turiste per le foto, le toccano, le palpano, e le poverette non sanno che fare, non capiscono se è uno scherzo o un’aggressione, non sono pronte a difendersi da quei poliponi invadenti. Pensano di portarsi a casa una foto-ricordo e si ritrovano con una mano poggiata sul culo, in un abbraccio sudato e schifosetto. Questi squallidi centurioni non sono certo una bella pubblicità per Roma, con l’armatura di plastica e i calzari di Ostia si sentono invincibili, invulnerabili, sentono di poter spadroneggiare come meglio credono nello spazio davanti al Colosseo. “A barbara, fatte conquistà” grida uno di loro a una turista in short, e le mette la mano sulle spalle, le tocca i capelli, ride sguaiato. No, non va bene per niente. E’ necessario che il “senato romano” metta un freno a questa sfacciataggine insopportabile, che i “consoli” si facciano sentire: “A Caio Gregorio, se non la smetti ti spedisco in Tracia, ti rimando a Centocelle!”.