“Perché nessuno riceva mai più una sentenza di morte come la mia”: la raccolta fondi e una via per ricordare Sofia
Sofia Sacchitelli era una studentessa iscritta al quinto anno di Medicina che lavorava proprio in tandem con il Policlinico San Martino e che si è ammalata di un tumore rarissimo
Lo sguardo di Sofia ci guarda ancora nei suoi social e nelle varie pagine che le sono state dedicate, ed è uno sguardo che emana una bellezza straordinaria, solarità, dolcezza, amore, cuore. Ecco, tutto quello che ho raccontato è sintetizzabile in “Sofia nel cuore” e sarebbe un’espressione perfetta anche se non fosse diventato il marchio di un’associazione per la raccolta fondi per le malattie rare che nel suo primo anno di attività ha raccolto 300mila euro destinati alla cura delle malattie rare, all’Ospedale San Martino, il più grande d’Europa e all’Italian Sarcoma Group.
La sua storia
Sofia Sacchitelli era una studentessa genovese, iscritta al quinto anno della facoltà di Medicina, che lavorava proprio in tandem con il Policlinico San Martino, che un giorno si è sentita diagnosticare un angiosacroma cardiaco. Un tumore al cuore, raro e incurabile, a 23 anni. “Ma come è possibile?” chiese Sofia al medico che le dava la notizia. “Signorina, è sfiga”.
Le due strade
A quel punto, Sofia aveva due strade: la prima era prendersela con la “sfiga” diagnosticata dal dottore, urlare contro il destino cinico e baro, e piangersi addosso, perché era una ragazza splendida e non se lo meritava. Poteva chiudersi in se stessa, contando su un mondo fantastico che la circondava: mamma, papà, sua sorella Ilaria che è quasi la sua gemella diversa di Bellezza, in tutte le declinazioni che la parola sa avere.
Il sodalizio con la sorella Ilaria
Non a caso, proprio su Mileunadonna, raccontammo la forza di essere sorelle e di vivere in simbiosi a partire dal caso di Sofia e Ilaria. La loro Bellezza è la Bellezza del principe Myskin nell’”Idiota” di Dostoevskij, la “Bellezza che salverà il mondo”, quella che le ha fatto decidere di dedicare tutto quello che sarebbe rimasto della sua vita, che sapeva che sarebbe stata breve, alla ricerca, in cui aveva “profonda fiducia”. “Ilaria ci stai?” Chiese a sua sorella, che ovviamente c’è stata, perché è come lei e porta avanti il nome di Sofia nel migliore dei modi, come una venditrice porta a porta delle positività, della speranza, del bene.
Sofia nel cuore
Così nacque “Sofia del cuore”, ”per tutte le persone e le famiglie che si sono sentite spaventate, abbandonate e sconfortate al momento della diagnosi, come è capitato a noi, perché nessuno riceva mai più una sentenza di morte come è capitato a me e a tutte le persone che hanno lottato contro la stessa malattia”. Da lì è iniziata anche la raccolta che in soli dodici mesi è già arrivata a 300mila euro, ma anche l’adozione di Sofia da parte di un’intera città.
Una via con il suo nome
In questi giorni il consiglio comunale di Genova sta discutendo una mozione del capogruppo di Fratelli d’Italia Franco De Benedictis, per intitolare una via a Sofia nel parco scientifico e tecnologico sulla collina degli Erzelli, dove sorgerà uno dei principali ospedali italiani dedicati alla ricerca medica, che si auspica venga approvata all’unanimità da tutte le forze presenti in consiglio. E le due squadre di Genova hanno dedicato una speciale maglia a Sofia, che era tifosissima blucerchiata, ma in questo caso società e i tifosi non hanno vissuto in alcun modo con rivalità questa cosa, se non come un derby per la ricerca e per continuare a far vivere ogni giorno Sofia, anzi “Sofia nel cuore”.
Le parole di Sofia
Il miglior modo di raccontare questa storia è farlo con le parole di questa splendida 23enne, che ha affrontato sui suoi social tutto il suo dramma, trasformandolo in un viaggio utile per tutti, senza nulla per farsi compatire, ma addirittura dando lei coraggio agli altri: “Il 10 novembre 2021 ho scoperto che l’atrio destro del mio cuore ospitava un’enorme massa di cellule tumorali maligne chiamata angiosarcoma cardiaco, tumore molto aggressivo e attualmente considerato a prognosi infausta. Mi ci sono voluti diversi mesi per riuscire a pronunciare quell’orrenda parola senza la voce tremolante e senza essere percossa da un brivido lungo la schiena”.
Il nuovo inizio
Poteva essere la fine, è stato un nuovo inizio: “Dopo un iniziale momento di rabbia e sconforto, ho cercato, tra un ciclo di chemioterapia e l’altro, di continuare a condurre una vita il più normale possibile, per il bene e la salute mentale mia e della mia famiglia. Già la vita è breve e se la mia lo è ancora di più, meglio godersela e fare ciò che ti rende felice. La malattia mi ha permesso di provare sensazioni mai conosciute prima, non solo negative; di scoprire la personalità e la profonda sensibilità di alcuni, a differenza di altri che invece si sono tirati indietro, non sapendo come affrontare la situazione, ma che comunque non condanno”.
La comprensione e la sofferenza
Ecco, in quel “ma che comunque non condanno” c’è un’altra prova, l’ennesima, della Bellezza di Sofia: “Oggi non sono qui a lamentarmi di quanto il cancro faccia soffrire o quanto sia stata sfortunata ad esserne colpita perché purtroppo ogni giorno migliaia di bambini, ragazzi e giovani adulti come me combattono duramente le loro battaglie non ho mai avuto rimpianti e grazie al sostegno e ai sacrifici dei miei genitori sono sempre riuscita a fare tutto ciò che mi rendesse felice e mi facesse stare bene”.
La commozione
Più si va avanti, più la tastiera si riempie di lacrime raccontando la splendida forza di questa ragazza che a ogni parola ci dà una lezione: “Il destino purtroppo mi ha impedito di realizzare tutti i progetti che avevo in mente: diventare medico, sposarmi, avere dei bambini, passare dei momenti con le persone che amo, andare a vedere la Samp con mio papà e mia sorella, viaggiare, accudire i miei genitori da anziani e invecchiare. Il pensiero più angoscioso e tormentoso per me rimane il fatto che due genitori rimarranno senza la loro creatura, una ragazza senza la sua adorata sorella minore e un ragazzo senza l’amore della sua vita; a questo non riuscirò mai a trovare una giustificazione che mi dia pace”.
Ogni parola che scrive Sofia, ci sentiamo piccoli piccoli, di fronte a una ragazza che è un gigante assoluto: “Il mio unico vero desiderio sarebbe quello di fare anche solo un piccolissimo passo avanti nella ricerca e sulle conoscenze di una malattia estremamente rara come l’angiosarcoma cardiaco. Perché tutto questo ovviamente è alimentato dal fatto che sono una studentessa di Medicina e dalla mia profonda fiducia nella ricerca. Magari non darà risultati grandiosi, ma vorrei comunque provarci". Sta dando risultati grandiosi.