Separazione e divorzio simultaneo: le nuove regole che rivoluzionano i tempi per dirsi addio
Dal 28 febbraio partirà la riforma del processo civile che ha l’obiettivo di ridurre i tempi. Per violenza familiare corsia preferenziale, ma servono verifiche
Nonostante tutte le ultime modifiche alle regole sul divorzio siano andate nella direzione di una accelerazione dell’addio per le ex coppie, per una separazione poteva accadere che ci volessero fino a 12 anni, come testimonia l'avvocata della Casa Internazionale della Donna di Roma Domenica Santarcangelo. Anche per il nuovo divorzio voluto dalla riforma Cartabia si accorciano i tempi ma arriva la novità della separazione e divorzio in un unico procedimento. Entro 90 giorni il giudice istruttore dovrà fissare la prima udienza, anche se aumenteranno i documenti da presentare. Dovrà essere fatta, come già avviene, una paronamica sulla situazione reddituale e sarà prevista una condanna per risarcimento danni per il genitore o il coniuge che dovesse eventualmente celare i propri redditi. Altre novità sono che le coppie con figli dovranno presentare un piano genitoriale con tutte le attività dei minori e un piano di visite; inoltre anche i minori verranno ascoltati per i provvedimenti che li riguardano.
La riforma
Dal 28 febbraio partirà la riforma del processo civile che ha l’obiettivo di ridurre i tempi delle cause e la mole degli arretrati (riforma inserita tra quelle previste dal Pnrr). E per snellire gli iter della giustizia civile una delle novità più importante riguarda proprio la fine dei matrimoni, con la possibilità di proporre in un solo atto e davanti allo stesso giudice sia la richiesta di separazione sia il divorzio. Dal primo marzo, dunque, addio ai due procedimenti distinti, come stabilito dalla riforma del diritto di famiglia dell’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che il governo Meloni ha deciso di anticipare.
Riduzione dei tempi a 90 giorni
La riforma prevede un’attesa massimo di 90 giorni per fissare la prima udienza, cosa che permette di accorciare i tempi procedurali a circa 8 mesi. Questa procedura velocizzata comporta la presentazione di qualche documento in più, soprattutto in caso di figli, per i quali viene previsto un piano genitoriale, ma dovrebbe valerne la pena visto che secondo l’Istat un divorzio contenzioso dura circa un anno e mezzo, mentre secondo i dati del ministero della Giustizia, un divorzio senza accordo può superare i 680 giorni. Riguardo l’accorpamento in un’unica domanda di separazione e divorzio, l’obiettivo finale è l’istituzione di un giudice specializzato. Entro ottobre 2024, infatti, dovrebbe essere attivo il nuovo tribunale “per le persone, per i minorenni e per le famiglie”, destinato a tutte le materie ora divise fra tribunale ordinario, tribunale per i minorenni e giudice tutelare. Il tutto per garantire unitarietà di giurisdizione e tempi più snelli.
Unificazione di separazione e divorzio
Gli esperti del settore sembrano non avere dubbi sull'unificazione di separazione e divorzio, semmai i problemi nasceranno - fanno notare - su come i tribunali riusciranno effettivamente a smaltire i carichi di lavoro. Sulla carta, sottolineano, i tempi si dimezzano, ma nella realtà bisognerà vedere "in corso d'opera". "Di sicuro non capiterà più che soltanto per una separazione - dice l'avvocata della Casa Internazionale della Donna di Roma Domenica Santarcangelo - ci vogliano 12 anni come avvenuto per una coppia romana. Ora stiamo iniziando la pratica di divorzio". Quando il divorzio si "complica" come in questo caso dove il marito dapprima ha accettato di lasciare l'abitazione a moglie e figlie, poi ha cambiato idea costringendo tutti ad una coabitazione forzata, sono quindi seguite violenze in casa e controdenunce da parte della moglie. La vicenda si è conclusa con l'intervento del forze dell'ordine che lo hanno costretto a lasciare il tetto coniugale.
La media dei tre anni
"I figli - dice Santarcangelo - li vedo diventare adulti nel corso della separazione. Attualmente per una separazione senza particolari problemi tra coniugi servono circa 3 anni. Speriamo con la nuova normativa si arrivi in un anno e mezzo". "Nella mia esperienza l'80% dei separazioni - sottolinea l'avvocata della Casa Internazionale delle Donne - avviene per violenza domestica. Quindi in questo caso come si regola il tribunale? La riforma prevede una forma di tutela particolare con dei percorsi specifici, ma bisogna vedere come intende organizzarsi il Tribunale. Quali sono gli strumenti che ha messo in campo? Devo depositare le denunce o bastano le dichiarazioni delle parti? Devo presentare una prova testimoniale?"
In caso di violenze in famiglia
Anche l'avvocato Barbara Felici di Differenza Donna ricorda che nella riforma "c'è un canale a parte per i fascicoli che meritano un attenzionamento perché con allegazioni di violenza di genere. Questo ci permette di accedere ad un canale diverso. Bisogna vedere come sarà attuato. Ci fa buon sperare che si possa partire dal racconto della donna, ma solo in corso d'opera vedremo se questo processo improntato sulla celerità si concilia con l'accertamento dei diritti". Non ha alcun dubbio su un'unica istanza per separazione e divorzio la fondatrice della Rete per la Parità, Rosa Oliva: "Tra l'altro pochi sanno che in Polonia, Paese molto cattolico e conservatore, praticamente non esiste la separazione ma si va direttamente al divorzio. Ben vengano tempi più brevi ma ho delle perplessità nell'ascoltare anche i figli minori".