"Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima": la poesia rilanciata dalla sorella di Giulia diventa virale
Questo è il momento in cui le parole possono fare la differenza. E a dettarle è la sorella di Giulia Cecchettin, Elena che condivide i versi di una poesia dell'attivista peruviana. In poche ore sono migliaia i post che la rilanciano. Il testo integrale
Cosa possono fare le parole davanti a tanto dolore? A cosa servono le parole di fronte a una cattiveria così grande? Che cosa riescono a spostare, a evitare, a scoprire, che non si sia già detto? Davanti alla morte di Giulia Cecchettin siamo in tante e in tanti a sentirci sopraffatti da un film già visto troppe volte, un film di cui l’orribile trama è solo una piccola variante su un finale già scritto. Troppo giovane, Giulia, per andarsene così. Troppo dolce quel suo sorriso mentre abbraccia gli alberi o gioca davanti allo specchio con la sua immagine riflessa; troppo crudele che alla sua giovane vita, già segnata dalla morte della mamma, sia stata negata la gioia di autodeterminarsi nello studio, di intraprendere la sua strada, di colorare ancora tanti fogli con i suoi fumetti; troppo struggente quella sua ultima fotografia nella quale si rifugia nell’abbraccio della mamma.
Quando le parole fanno la differenza
Eppure è proprio questo il momento in cui le parole possono fare la differenza. Proprio ora che per una volta in questo Paese così litigioso tutti siamo invasi dagli stessi sentimenti, siamo uniti nel dolore con una famiglia ammirevole nella dignità con cui se lo porta sulle spalle, è forse il momento di trovarle queste benedette parole. E a venirci incontro è Elena Cecchettin, un’altra giovane donna dalla personalità così forte da riuscire a trovare le parole nel momento più duro, quello della presa di coscienza che la sua sorellina non c’è più. Lo ha scritto sui social, con sfrontatezza, forza e coraggio. “Io non starò mai zitta, non mi farete mai tacere”. E mentre detta la linea, mentre chiama in piazza in una delle tante manifestazioni che in questi giorni si stanno organizzando per debellare questa piaga della violenza contro le donne, mentre rilancia la notizia di un’altra ragazza scomparsa ad appena 16 anni (poi per fortuna ritrovata) scrivendo “vi prego non di nuovo”, sceglie le parole di una poesia di Cristina Torres Caceres, attivista peruviana e scrive: "Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima". Bastano poche ore e quella poesia diventa di dominio pubblico, viene rilanciata da centinaia di post, diventa il nuovo grido di battaglia.
Il testo integrale della poesia
E allora eccola per intero questa poesia scritta nel 2011. Perché le parole, anche quando rimaniamo a bocca chiusa e con un groppo in gola, bisogna trovarle lo stesso.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza,
che era il modo in cui ero vestita, l'alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma,
che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo
quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima.