A scuola di principesse: il corso che insegna alle bambine trucco, parrucco e la camminata sui tacchi. La polemica
Una ludoteca di Rho propone un corso per bambine dai 6 ai 9 anni. Indignazione sui social
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Putiferio e indignazione. A scatenare i social questa volta ci ha pensato la “maison degli eventi” che, tolto il nome ridondante, non è altro che una ludoteca di Rho. E’ bastato un post che pubblicizza un loro corso per scomodare femminismi e lotte di genere, rigorosamente dalla poltrona di casa. Ça va sans dire.
COS’E’ SUCCESSO?
Stefania Vadalà Eventi pubblicizza un corso tenuto da una misteriosissima Miss G., è la “Scuola di Principesse” sponsorizzato come “il primo in Italia per diventare una principessa”. Il corso prevede lezioni base di galateo, portamento, camminata con i tacchi, bon ton, dizione, trucco e acconciatura. Tre mesi, tre quarti d’ora a settimana. Alla fine del corso Miss G rilascerà un attestato alle neo principesse. Principesse certificate. Certo manca un dettaglio: il corso è riservato a bambine (ma anche bambini volendo, la pubblicità non lo vieta) dai 6 ai 9 anni.
Gli ingredienti per una bella miscela esplosiva ci sono tutti e infatti il botto è arrivato immediatamente. Commenti, condivisioni, indignazione.
"Ma non vi vergognate?"
"Siamo nel 2023, ci stiamo battendo i tutti i giorni per cercare di cambiare questa cultura sessista e patriarcale con tutti i mezzi possibili, abbiamo femminicidi tutti i giorni perché gli uomini pensano, ancora, che le donne siano cose di loro proprietà, facciamo battaglie per il gap salariale, per incoraggiare le donne a studiare materie scientifiche e tecniche, e potrei continuare"
MA NON VI VERGOGNATE?
I commenti al corso sono tutti in una direzione: "Le principesse, il galateo??? Bambine dai 6 ai 9 anni sui tacchi, il trucco, l'attestato?"
"Io vi denuncerei, altroché.”
"Dovremmo insegnare alle bambine ad essere indipendenti e a studiare. A prendere come esempi donne come Rita Levi Montalcini, Marie Curie e tante altre che hanno lottato per imporsi in mondi maschili andando contro qualsiasi impostazione solo per il fatto di essere donne. Si staranno tutte rivoltando nella tomba visto che lottavano contro tutto questo". E ancora: "Sforniamo sterotipi come se non ci fosse un domani. Insegniamo la remissività, lo stare composte, ad ancheggiare con classe sui tacchi. Tutto sempre per la per compiacenza del maschio. Custodi del patrircato, quanto danno fate".
Subito arriva la replica dell’organizzatrice, che chiaramente non aveva immaginato l’eco mediatico alla quale sarebbe andata incontro: “Io credo che chi in questo momento ci si debba un attimo fermare e capire che si sta esagerando. - scrive in un commento - Questo ‘corso’ nasce per infondere autostima, per capire che non serve un cerone in faccia ma basta un lucidalabbra se si vuole”. Continua poi spedando esattamente cosa succederà nella scuola di principesse “Impareremo a bere il tè sulla sedia in maniera composta, non con le gambe incrociate sotto il tavolo, impareremo a salutare in diverse lingue, impareremo a camminare sui tacchi per i grandi balli. Non pensate a delle Jimmy Choo tacco 12, basteranno delle ballerine luminose di Elsa e Anna. Impareremo che una principessa deve aiutare il prossimo e incoraggiare le persone a rincorrere i propri sogni, impareremo a farci una bella coda, uno chignon o delle trecce… Ma soprattutto impareremo che se una bimba si sente principessa la società non la deve additarla come una montata stupida!”
E poi chiude con una riflessione: “Nessuno dovrebbe mai sentirsi giudicata per quello che magari è un suo sogno nel cassetto, ci sono bimbe che passano ore a truccarsi, travestirsi, mettersi ciocche finte, perché non farlo in compagnia? Essere femminili non è da maschilista, essere libere di fare un ‘corso’ che vuole aumentare un’autostima sana di se stessi non è sbagliato! Trovo maschilista e parecchio ignorante altresì giudicare una cosa cosi leggera come un assurdità e tante altre parole usate”.
Intanto l’organizzazione, nonostante le critiche, ringrazia. Il corso è andato sold-out nel giro di meno di un giorno.
Il chiarimento non ha però placato la polemica. Non si capisce come mai, in un paese dove il gap occupazionale è alle stelle, dove gli stereotipi sono all’ordine del giorno e dove pure ‘il’ presidente del consiglio preferisce la declinazione maschile, il mondo del web pretenda che sia una ludoteca di Rho a fare la rivoluzione culturale.