La scienziata che scopre pianeti è ancora precaria e rischia il posto
Francesca Faedi è l’astrofisica dell’Osservatorio di Catania che fa parte del team internazionale scopritore di un nuovo pianeta simile alla Terra
Italia paese di contraddizioni, di cervelli in fuga e meritocrazia al contrario. Uno degli ultimi casi lo racconta Il Resto del Carlino ed è quello di una ricercatrice che scopre pianeti in giro per il cosmo da un luogo di lavoro precario che rischia di perdere se non le verrà rinnovato il contratto. Francesca Faedi, pesarese quarantenne, è un’astrofisica dell’Osservatorio di Catania che, assieme ad Aldo Bonomo, il suo collega dell’Osservatorio di Torino, fa parte – unici due italiani - di un team internazionale che ha partecipato alla scoperta di un nuovo pianeta, K2-229b, di dimensioni simili alla Terra. Il tutto ufficialmente sancito anche da un articolo del quale la dottoressa pesarese è coautrice e che è stato appena pubblicato sulla rivista internazionale «Nature Astronomy».
La carriera
La dottoressa Faedi ha fatto ricerca in mezza Europa ma è un cervello che vorrebbe restare in Italia, anche perché ha messo al mondo due bimbi: Joshua di tre anni e Zac di due mesi. Proprio per la nascita dell’ultimo arrivato si trova ora in congedo per maternità. «Dopo il liceo scientifico a Pesaro mi sono laureata a Tor Vergata, a Roma, in fisica, la mia passione fin da piccola assieme ad astronomia – racconta la Faedi – e sono partita subito per un master a Tolosa. Di master internazionali ne ho due in astrofisica». Poi «sono stata undici anni a Leicester e a Belfast, fra Inghilterra e Irlanda del Nord fruendo di borse di studio ‘Marie Curie’ dell’Unione Europea».
Il ritorno
Poi il ritorno in Italia: «Nel marzo 2017 sarei rimasta senza lavoro se la ricercatrice Isabella Pagano non avesse bandito un posto per titoli di ‘assegnista’ all’Osservatorio di Catania». Qui è entrata nel gruppo degli scopritori di pianeti, un posto non proprio solido, perché, aggiunge, «sono precaria, anzi precarissima, il contratto di Catania può durare al massimo un anno più uno e poi si vedrà».
Dal telescopio al ristorante?
Insomma ha appena iniziato a lavorare nel suo Paese ma non sa quanto durerà: «Fra l’altro ho due figli, mi dispiacerebbe tanto, ma potrebbe anche capitarmi di dover ripiegare su qualcosa d’altro». Il suo compagno Riccardo, gestisce un ristorante a Mombaroccio e, anche se a malincuore, l’astrofisica potrebbe dover ripiegare sull’idea della ristorazione: «Non è da scartare del tutto. D’altronde le posso dire che quando sostenni l’esame di terza media ottenni una votazione piuttosto bassa, tanto che la mia insegnante mi consigliò di intraprendere studi superiori di natura professionale».