In classe con mascherina e guanti? Gruppo di esperti per il rientro a scuola a settembre
Il governo ha predisposto un nuovo gruppo di esperti, stavolta per predisporre logistica, innovazione e sicurezza nella scuola
Leggi più veloce
Ritornare in classe dopo l'emergenza coronavirus potrebbe rappresentare per i bambini una sorta di trauma con paure, ansie e stress dovute al prolungato lockdown che ha bloccato la normale vita sociale, anche per alunni delle scuole. Ecco perché occorre mettere in atto delle strategie per fronteggiare gli effetti di questa assenza forzata dalle aule e facilitare il ritorno alla normalità nel prossimo anno scolastico. Anche perché, nella Fase 2 probabilmente sarà necessario per i bambini indossare guanti e mascherine. E’ quanto ha affermato Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, a colloquio con il giornalista Giovanni Minoli. “Se servono le mascherine ci devono essere. Siamo in attesa di indicazioni puntuali dal comitato scientifico, poi alla politica compete che ciò che serve deve essere disponibile”.
Azzolina: costruire una scuola migliore
A dettare le linee per la ripresa della scuola a settembre e il miglioramento complessivo del sistema di istruzione sarà un comitato composto da 18 persone e presieduto dal professor Patrizio Bianchi. 'Abbiamo voluto questo tavolo di lavoro - ha spiegato la Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina - per mettere a punto il nostro Piano per il mondo dell'Istruzione. Risponderemo rapidamente a tutti i dubbi e le istanze che ci stanno arrivando, in particolare dalle famiglie. Come Paese abbiamo fatto sforzi importanti in queste settimane per rispondere all'emergenza sanitaria, grandi sacrifici che non possono essere vanificati. Ma, al contempo, dobbiamo cominciare a guardare oltre'.
Adeguare l’edilizia scolastica
Il Comitato - i cui esperti opereranno a titolo gratuito e che resteranno in carica fino al prossimo 31 luglio 2020 - formulerà proposte sull'avvio del prossimo anno scolastico, tenendo conto della situazione di emergenza epidemiologica attualmente esistente; sull'edilizia scolastica, pensando anche a nuove soluzioni in tema di logistica; sull'innovazione digitale; sulla formazione e il reclutamento dei docenti; sulla rete dei servizi dei più piccoli fino ai 6 anni. 'Lavoreremo - ha detto la ministra - anche guardando al dopo, al futuro della scuola che è, necessariamente, il futuro dell'Italia. Abbiamo l'occasione, ora che tutti parlano di scuola e avvertono ancora di più la sua importanza, di intervenire per migliorare ulteriormente il sistema di Istruzione'.
Mai più classi pollaio
Il Comitato, ha spiegato ancora la titolare del dicastero di viale Trastevere, 'è un progetto per uscire dall'emergenza ma guardando oltre. L'emergenza ha evidenziato le criticità che la scuola italiana sconta da anni: troppi anni e troppi ritardi'. Digitalizzazione, formazione, edilizia: sono priorità su cui non può esserci più nessuna esitazione', ha aggiunto la ministra, che ha ricordato il tema, da lei affrontato già da due anni fa in Parlamento senza che i colleghi ne capissero l'importanza e l'urgenza, delle cosiddette 'classi pollaio'.
Le proteste a livello locale
Protestano i Comuni: 'pensare di progettare la riapertura della scuola senza partire dai Comuni - ha fatto notare Cristina Giachi, responsabile scuola dell'Anci - è miope e dannoso'. Nei giorni scorsi anche le Regioni avevano chiesto di essere coinvolte. Auguri di buon lavoro al Comitato sono arrivati invece dalla viceministra all'Istruzione Anna Ascani. 'Spetterà poi alla politica - ha osservato - prendere le decisioni, con trasparenza, perché è ad essa che compete e ad essa i cittadini chiedono, giustamente, risposte rapide ed efficaci'.