Parla una delle ragazze con l’ombrello: “Non ho fatto niente di male. Non mi sento umiliata”
Daniela Ortolano è una delle giovani che ha riparato dalla pioggia i politici intervenuti al convegno di Sulmona al centro delle polemiche
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Non si aspettava il polverone sulle donne-ombrello, né le accuse di sessismo o, alla meno peggio, cattivo gusto. Mentre reggeva l’ombrello sabato scorso, Daniela Ortolano pensava solo a proteggere da sole e pioggia il professor Carlo Carboni, docente di sociologia economica e relatore del convegno di Sulmona insieme al padrone di casa, il governatore dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso, quello dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, e il ministro per la coesione territoriale e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti.
Polemica inaspettata
Studentessa di Economia all’Università di Pescara, 29 anni, Daniela Ortolano ha deciso di dire la sua dopo avere assistito al gonfiarsi delle polemiche attorno alle sei “ombrelline di Sulmona”. Intervistata dal Corriere della Sera, la giovane ha dichiarato: 'Ora non mi sento umiliata. In fondo io non ho fatto niente di male'. Ma del resto nessuno, fra coloro che hanno trovato “inappropriata” quell’idea di supplire alla mancanza di un palco protetto dalle intemperie, ha mai pensato di incolpare le portatrici di ombrello.
Volontarie e non hostess
Daniela ci tiene a chiarire come siano andate le cose per lei e le altre “donne con l’ombrello”: “Siamo tutte volontarie, non siamo pagate, lo facciamo per passione. Davamo una mano già ai tempi del comitato elettorale al governatore D'Alfonso, con lui negli anni è nato un rapporto di amicizia e di stima. Insomma, quando ha iniziato a piovere non abbiamo minimamente pensato che si potesse scatenare un pandemonio simile. Nessuno ci ha ordinato di farlo. Il nostro staff è composto da 35 ragazzi e 23 siamo donne. In quel momento, poi, all'accoglienza c'eravamo solo noi, così abbiamo chiesto a tutti, anche alle persone del pubblico, c'erano almeno 500 persone, di rimediare degli ombrelli. La gente è andata a prenderli in macchina. Infatti, se ci fate caso, gli ombrelli sono tutti diversi l'uno dall'altro. E quello che reggevo io era bianco e pure rotto. Non so se il professor Carboni s'è bagnato, alla fine comunque mi ha ringraziato”.
Solo la volontà di dare una mano
Insomma sarebbe nato tutto un po’ per caso: “Sabato mattina c’era un gran sole poi però all’improvviso il cielo si è oscurato e ha cominciato a piovere… e allora noi che stavamo all’accoglienza abbiamo pensato di intervenire, perché il palco non aveva la copertura e tutti i relatori avevano le mani già impegnate con fogli, penne, microfoni”. Da tanti quell’immagine è stata letta come un atto servile ma a colpire era che il servilismo fosse solo da parte femminile, visto che casualmente i volontari disponibili erano solo donne e gli ospiti seduti tutti uomini.
Lo stupore delle sei volontarie
Daniela e le sue 5 colleghe, che sono tutte studentesse e qualche volta escono insieme anche per una pizza, hanno letto i commenti sul web nei quali sono state paragonate a ragazze del moto-mondiale o della Formula Uno, che riparano i piloti prima di ogni partenza, ma sono anche state chiamate “geishe” e “ombrelline”. Da due giorni continuano a scambiarsi messaggi tra di loro senza capacitarsi dei postumi di quell’evento. “Alla fine del convegno siamo rimaste a pulire le sedie bagnate, a riporre nelle scatole i pass”, racconta ancora Daniela. Tutto gratis e per amore della politica.
Sul palco pure la figlia del governatore D'Alfonso
La Fonderia Abruzzo è stato un evento organizzato dalla Regione Abruzzo il cui costo è di circa 50mila euro, ed è stato affidato ad una società privata che si è servita, come racconta Daniela Ortolano, dello staff di cui lei fa parte. Tra le ragazze sul palco con l'ombrello c’era anche la figlia del governatore D'Alfonso.