Scrive parolaccia per insultare una consigliera durante il voto per la Giunta. Chiesta perizia
“Irma la tr…”, è questo il messaggio scritto su una scheda di voto, destinataria la consigliera comunale di Bari Irma Melini
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Ci sono occasioni in cui un aula consiliare riesce ad essere peggio di una delle scuole elementari: botte, insulti e parolacce scritte su biglietti di carta. Proprio quest’ultimo è il caso verificatosi durante una seduta del consiglio comunale per le elezioni a scrutinio segreto dei componenti della giuria popolare di Bari. “Irma la tr…”, è questo il messaggio scritto su una scheda di voto, destinataria la consigliera Irma Melini.
Una macchia per tutta l’istituzione comunale
Forse neanche i bambini arriverebbero a tanto durante l’elezione del capoclasse. Invece un adulto rappresentante dei cittadini baresi è riuscito ad insultare la consigliera eletta nel 2014 con Forza Italia, poi confluita nel gruppo misto, approfittando dello scrutinio segreto. Segreto che però non lo salverà perché, dopo la denuncia dell’offesa, si procederà con una perizia grafologica.
Depositata denuncia in Procura
Due giorni fa, Irma Melini e il sindaco Antonio Decaro hanno presentato denuncia contro ignoti per vilipendio all'istituzione comunale, offesa a pubblico ufficiale e diffamazione aggravata. Nella querela la consigliera Melini ripercorre la vicenda, elenca i nomi dei presenti, potenziali autori della frase ingiuriosa, e allega copia conforme della scheda incriminata. 'Mi ha molto rasserenata l'incontro con il procuratore aggiunto Roberto Rossi e con il procuratore capo Giuseppe Volpe, - ha detto Melini lasciando il palazzo di giustizia - i quali mi hanno rassicurata sul fatto che l'offesa all'istituzione troverà verità. La politica ha dimostrato fino ad oggi di aver fallito nel non aver saputo restituire a se stessa dignità e serietà che ora, in tempi auspicabilmente brevi, ci aspettiamo dalla giustizia'.
La caccia al colpevole
Come racconta La Stampa, quando il consigliere incaricato dello spoglio si è trovato la scheda con l’insulto davanti, in Consiglio è scoppiato il caos. Immediate le dichiarazioni di solidarietà da parte di colleghe e colleghi, ma qualcuno ha fatto di più proponendo una perizia grafica a carico degli stessi consiglieri che si sarebbero quotati per pagare il verdetto di un professionista. Ovviamente tutti d’accordo per sottoporre volontariamente la propria penna all’analisi. Questo in principio, poi c’è stato uno sfilacciamento e alla fine sono rimasti solo tre consiglieri a continuare la caccia al colpevole mentre il sindaco Decaro dice che “la magistratura farà il suo corso”.
'Pago io perito'
Alla fine è stato il presidente del Consiglio comunale di Bari, Pasquale Di Rella, a offrirsi di pagare la perizia grafologica dei consiglieri che votarono quel giorno. 'Sottoporsi a tale perizia - spiega Di Rella in una nota inviata a sindaco e consiglieri - sarà atto ovviamente non obbligatorio ed esclusivamente finalizzato ad escludere i volontari, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, dall'infamante sospetto che grava su ciascuno dei partecipanti a detta votazione'. Di Rella si dichiara quindi disponibile a sostenere l'intero costo della perizia pur di dimostrare 'la mia assoluta estraneità al fatto' e 'la capacità della politica di reagire e di porre in essere azioni concrete, e non soltanto inascoltati appelli o solidarietà di maniera, per l'individuazione dell'autore o dell'autrice della scritta ingiuriosa, pur nel massimo rispetto del lavoro avviato dalla magistratura'.
I sospetti proprio su una donna
Da parte sua Irma Melini non si arrende: “È un attacco sessista per infangare onorabilità e dignità di una donna politica”, afferma dalle pagine della Stampa. La cosa più grave è che da una prima e superficiale analisi della grafia il tratto sembrerebbe femminile: “Se fosse una donna, sarebbe davvero inaccettabile”. Vedremo se la perizia si farà davvero e quali saranno gli esiti.