“Insopportabile lavorare in Russia”: la prima ballerina del Bolshoi lascia e ripara in Olanda
Olga Smirnova dice addio al teatro moscovita tempio mondiale del balletto classico: “Sono contro la guerra in tutte le fibre della mia anima'
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Dopo l'addio, il 6 marzo, del direttore Tugan Sokhiev e, il giorno successivo del primo ballerino, l'italiano Jacopo Tissi, e poi del danzatore solista David Motta Soares, lascia il Bolshoi anche la prima ballerina Olga Smirnova che ha deciso di trasferirsi in Olanda. In pochi giorni il teatro moscovita ha così perso le sue star più illustri e non è detto che l’emorragia sia finita.
'Insopportabile lavorare in Russia'
A pochi giorni dall'invasione dell'Ucraina, la danzatrice trentenne, considerata una delle più grandi della sua generazione, aveva scritto su Telegram di essere 'contro la guerra in tutte le fibre della mia anima'. Dopo qualche giorno è arrivata la decisione, certamente non facile ma coerente con quella dichiarazione, che Smirnova ha affidato all'annuncio fatto dal Balletto nazionale olandese. Il comunicato ha chiarito come l'invasione russa dell'Ucraina renda 'insopportabile per lei continuare a lavorare nel suo Paese'.
Russia ancora nel 20° secolo
Di nazionalità russa, con un nonno ucraino, la ballerina è attesa il 9 aprile a Milano, alla Scala, per il Galà Fracci, dove danzerà in coppia con Roberto Bolle. 'Non avrei mai pensato che mi sarei vergognata della Russia, sono sempre stata orgogliosa del talento dei russi, dei nostri successi culturali e atletici. Ma ora sento che è stata tracciata una linea che separa il prima e il dopo', aveva spiegato su Telegram Olga Smirnova aggiungendo che in Russia 'si continua a vivere come se questo fosse il 20° secolo'. Le defezioni delle star, in effetti, ricordano quelle eccellenti della Guerra fredda all'epoca dell'Unione Sovietica. Tra tutte quella di Rudolph Nureyev che chiese asilo in Francia nel 1961 durante un tour del balletto Kirov dell'allora Leningrado.
Clima da guerra fredda
A ricordare il clima da Guerra fredda e la relativa censura anche la vicenda della giornalista Marina Ovsyannikova, che ha fatto irruzione al Tg di Channel One, principale emittente di stato russa, con un cartello contro la guerra. 'Sono spaventata per la mia sicurezza e quella dei miei figli', ha confessato nella sua prima intervista alla Reuters dopo il fermo e il rilascio, sanzionata, per ora, solo con una multa. Ovsyannikova ha tuttavia dichiarto di non volere lasciare la Russia per il momento.