Emma Stone o Margot Robbie? Ecco a chi va l'Oscar del femminismo
La bravura delle attrici stavolta c'entra meno, a fare la differenza sono due personaggi femminili giganti, ma quello di Yorgos Lanthimos vince su quello di Greta Gerwig
Non si possono paragonare i film. Troppo distante Povere creature di Yorgos Lanthimos da Barbie di Greta Gerwig. Più complesso per Emma Stone interpretare Bella Baxter di quanto lo sia stato per Margot Robbie recitare in Barbie? Può essere. Ma ciò che secondo noi ha fatto la differenza nell'aggiudicarsi la statuetta per la migliore attrice protagonista è il personaggio e il messaggio che questo riusciva a trasmettere al pubblico. E siccome si sa che gli Oscar cercano di interpretare i tempi, il premio è andato alla figura cinematografica più femminista o meglio a quella che appunto interpreta meglio il femminismo del futuro e non quello del passato. Se la bambola che può fare tutto ha parlato a generazioni di bambine. Bella parla alle ragazze di domani.
Se Barbie ha avuto il merito di riempire per mesi le sale e diffondere il verbo dell'emancipazione femminile, divulgando i concetti base a chiunque, la protagonista di Povere creature fa un passo in più. Si rivolge a un pubblico più evoluto in queste tematiche. Fa un salto di qualità. Esplora il tema della sessualità. Della libertà del corpo. Lo fa con una naturalezza disarmante. Si spinge più avanti di chiunque. Attraverso una piccola creatura intrappolata nel corpo di un'adulta, ci racconta le tappe di una conquista personale e di genere che dura da due secoli. Cresce insieme a Bella e ci indica la via. Impara a nutrirsi e camminare. Impara la masturbazione e non se ne vergogna. Una via che troverà uomini in grado di capire questa libertà e accettarla ed altri assolutamente incapaci di condividerla. Emma Stone è straordinaria, come lo è stata Margot Robbie. Ma mentre alla prima è capitato il ruolo della vita, alla seconda la bambola bionda non poteva regalare un tale riconoscimento artistico. Ciò che fa riflettere è quanto Lanthimos sia stato più avanti di Gerwig. E il motivo ce lo spiegano da qualche anno le sociologhe, filosofe e militanti. Il femminismo di oggi non è solo delle donne. Ma di femmine e maschi. Perché si è capito che non è contrapposizione ma la costruzione di una società paritaria insieme. L'Academy Award ci ha indicato dove continuare il cammino. Ma siamo davvero pronte?