Paola Amadei: "Dovevo capire se avessero fatto del male a Cecilia Sala". Chi è la donna che non ha avuto paura degli Ayatollah

L'ambasciatrice, appena promossa, non ha esitato a interrompere le sue vacanze di Natale per rientrare a Teheran e gestire personalmente la situazione

Paola Amadei Dovevo capire se avessero fatto del male a Cecilia Sala Chi è la donna che non ha avuto paura degli Ayatollah
di Redazione

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E' una storia tutta al femminile quella del caso Cecilia Sala arrestata (o forse meglio dovremmo dire "presa in ostaggio) in Iran il 19 dicembre scorso e rilasciata l'8 gennaio. Oltre alla protagonista di questa vicenda, la giornalista appunto, altre due donne hanno lavorato perché venisse rilasciata al più presto. Una è la premier Giorgia Meloni artefice di una non facile triangolazione diplomatica con gli Stati Uniti, la seconda non meno importante è l'ambasciatrice Paola Amadei, diplomatica di lungo corso, che meno di un anno fa ha assunto proprio l’incarico di Ambasciatrice d’Italia a Teheran. Una donna a capo di una ambasciata in un Paese che le donne non solo le opprime ma le uccide per un velo indossato male (il caso di Masha Amini è solo uno dei tanti), non è un dettaglio da poco. Il suo ruolo è stato centrale nei 21 giorni di prigionia di Sala e adesso il Consiglio dei Ministri l’ha promossa, insieme ad altri otto ministri plenipotenziari, ad ambasciatore di grado “per meriti speciali”.

I 21 giorni più difficili

Amadei non ha infatti esitato a interrompere le sue vacanze di Natale per rientrare a Teheran e gestire personalmente la situazione. Lei è stata la prima persona a incontrare Cecilia Sala nel famigerato carcere di Evin, portandole conforto. "Avevo una missione decisiva, dovevo portarla avanti", ha commentato a caldo, semplicemente, con chi le chiedeva cosa avesse pensato appena ricevuto l’incarico. Una missione portata avanti con un’esperienza a tutto tondo che Paola Amadei ha maturato a Bruxelles e in Oman, in Bahrein, a Singapore. "Dovevo capire come stava Cecilia, se era stata picchiata, maltrattata, anche soltanto toccata", ha raccontato. E' andata dunque ad affrontarli uno per uno gli uomini di quel governo. Ogni volta la stessa esortazione: "Chiedevo che la rilasciassero subito. Che le per mettessero di superare questa fase così buia della sua vita". 

Il primo incontro con Cecilia Sala

Paola Amadei è stata la prima persona che ha incontrato la giornalista ad Evin: solo trenta minuti, non di più. Le aveva lasciato un pacco, però. Vestiti, occhiali, generi di conforto. "Mi hanno garantito che glielo avrebbero fatto avere", racconta lei. Come abbiamo poi saputo quel pacco non è mai stato consegnato. Paola Amadei in quei 21 giorni ha faticato persino ad avere notizie sulla condizione della sua detenzione. 

La carriera

Nata a Roma il 15 luglio 1964, si è laureata con lode in Scienze Politiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1988 e ha conseguito il Master in Alti Studi Europei presso il Collegio d’Europa di Bruges nel 1992. In seguito ad esame di concorso, il 2 marzo 1992 è stata nominata Volontario nella carriera diplomatica, con specializzazione commerciale. Dopo un primo incarico alla Direzione generale Affari economici del ministero, nel 1996 è stata scelta come vice Capo missione, e Capo dell’Ufficio commerciale, all’Ambasciata d’Italia a Singapore. Nel 2000 è stata incaricata delle funzioni di Primo segretario alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea a Bruxelles. Nel 2003 ha presieduto il gruppo America Latina del Consiglio dell’Ue durante la presidenza italiana. Inoltre, è membro del Gruppo del Consiglio UE per le relazioni dell’Unione con l’Asia e i Paesi ACP. Nel 2004 è rientrata a Roma per prendere servizio presso la Direzione generale per l’Integrazione europea, dove è stata a Capo della Segreteria del Direttore Generale e ha seguito i dossier della politica commerciale europea e dell’Omc. Nel 2007 è stata assegnata alla Rappresentanza permanente presso l’Unione europea a Bruxelles, quale coordinatrice della politica commerciale e delle Relazioni Transatlantiche (occupandosi degli accordi commerciali con gli USA, il Canada, la Corea e il Giappone, indicazioni geografiche e antidumping). A Bruxelles ha coordinato anche il Settore Cultura e il settore Trasporti.  Nel 2012 è stata nominata Ambasciatrice d’Italia a Mascate (Oman). Al termine del suo mandato, per l’impulso dato alla cooperazione bilaterale, è stata insignita dell’onorificenza del Sultano Qaboos, l’Ordine Al Noman di prima classe. Nel 2016 è tornata a Roma per assumere l’incarico di vice direttrice generale per la Mondializzazione e le questioni globali, e direttrice centrale per la Cooperazione economica e finanziaria multilaterale, della Farnesina. Nel 2017 è stata nominata Consigliere diplomatico del Ministro dell’Interno. Nel 2018 ha preso servizio come Capo della Segreteria del Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri. Nel 2020 è stata nominata Ambasciatrice d’Italia a Manama (Bahrein). Infine, l’ultimo passaggio di una brillante carriera diplomatica: Ambasciatrice d’Italia presso la Repubblica Islamica dell’Iran. 

Foto Ansa

10/01/2025
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